Quando la dimensione onirica incontra l’alternative pop.
Intervista a cura di Giorgia Groccia
I Carena sono una band alternative pop pugliese, formata da Giovanni Maggi (voce e tastiera), Giovanni Palmer (chitarra), Claudio Pulito (batteria), accompagnati da Fabrizio Facø Convertini (basso). Il gruppo si forma nell’estate del 2017, il loro sound è già chiaro dall’inizio: pop ma con suoni sognanti e tempi dispari.
Nel 2018 entrano in studio (Giungla Factory) e registrano il loro primo album. Suonano in giro per la Puglia e si esibiscono inoltre in apertura a Mox, Mèsa, Fadi, Canarie, Skiantos. A febbraio 2019 esce il loro primo singolo Detersivo, seguito da San Lorenzo, a luglio dello stesso anno. Il 24 settembre è uscito FBI, terzo ed ultimo singolo prima della pubblicazione dell’album, canzone struggente con atmosfere e sonorità a tratti extraterrestri. L’album dei Carena, in uscita in autunno, risente delle influenze alternative rock e britpop tipiche degli anni ’90. La vita in provincia tra le colline e le lente passeggiate nei boschi ispirano le canzoni dei quattro amici di Martina Franca.
Il video di FBI è una ragazza di provincia, è lo stress e l’alienazione a causa del troppo lavoro, impegni e responsabilità, cercare rifugio negli psicofarmaci che conciliano il sonno.
Il clip si svolge tutto nella dimensione onirica, dando così una scossa elettrica non indifferente alla vita della protagonista. Un sogno vivido e realistico in cui trova l’amore e dove, per un attimo, svaniscono pensieri e preoccupazioni. Il risveglio porta con sé un triste spaccato: la realtà torna a far capolino lì proprio lì dov’era svanita nel sogno, e cosi la ragazza spera di riaddormentarsi presto per rincontrare l’amore. Le pillole bianche fanno sempre meno effetto e le due realtà in cui sta vivendo finiscono per convergere. Ma qualcuno era pronto fin dall’inizio per approfittare delle sue debolezze.
Noi abbiamo chiacchierato con i Carena, eccone il risultato:
FBI è un brano che racchiude tanta dolcezza ma anche delle sonorità cupe e auliche. Raccontateci la genesi del brano.
FBI nasce durante una fase molto delicata della mia vita, una relazione duratura in cui ci si scopre e si cresce assieme. La protagonista del brano ha gli occhi molto grandi e per questo io la chiamavo “aliena”. Poi, mentre scrivevo della paura di perderla, nacque l’idea dell’FBI, inteso come l’antagonista per eccellenza degli extraterrestri. In un primo momento la canzone era molto scarna, con solo chitarra arpeggiata e voce.
Poi l’FBI è arrivato, quella relazione è finita e ho canalizzato la mia tristezza nella produzione finale del brano, che suona esattamente con la malinconia che ho provato in quei mesi. Giovanni Maggi, con la sua voce, ha perfettamente espresso quel senso fantascientifico che caratterizza questo brano, Claudio Pulito ha curato la fase ritmica con maestria ed una sicurezza chirurgica. Mi sento fortunatissimo, non tutti hanno la possibilità di lavorare con gente del genere.
Il video invece? Si ricollega ad un’eventuale componente biografica?
Il video l’ho scritto assieme a Fabrizio Facø, il nostro bassista. Avevamo voglia di raccontare una storia su due piani differenti, la dimensione reale e quella onirica e di come queste si possano mischiare ed influenzare. Capita spesso che io prenda decisioni anche molto importanti a seguito di un sogno.
Quali sono i vostri artisti e/o album di riferimento?
I Blur con “Modern Life is Rubbish” con il loro britpop leggero, e Mark Linkous di Sparklehorse per quanto riguarda la ricercatezza dei temi e gli ambienti sognanti; questi due artisti hanno inspirato fortemente la nostra produzione.
Siete di origini pugliesi. Com’è far musica in Puglia e quali sbocchi ci sono per i giovani artisti?
La Puglia secondo noi è un terreno fertile, c’è grande fermento artistico e culturale. L’ambiente che ci circonda ci permette di vivere in simbiosi con la natura. Il cielo invernale è meraviglioso e rimane segreto a chi vive nelle grandi città, ci riteniamo fortunati.
La dimensione onirica è posta al centro del brano, raccontateci il rapporto con la vostra parte irrazionale.
Molto spesso si tende a separare la razionalità dalla irrazionalità, ci si impone dei paletti oltre il quale non ci spingiamo per paura. L’arte è un canalizzatore di irrazionalità, fa diventare reali impressioni e sensazioni, le fa diventare canzoni.
Razionalità o impulsi, testa o cuore?
Negli ultimi anni, specie noi ragazzi, ci siamo allontanati dalla spiritualità, vedendola di cattivo occhio dato che in tantissimi casi è intrisa di dogmi e bigottismo, ma non dobbiamo mai dimenticare che noi esseri umani non siamo macchine, siamo il mix tra razionalità ed irrazionalità, tra ragione ed impulso, ed è questo che ci rende meravigliosi ed unici.
Quali sono i vostri progetti futuri imminenti?
Abbiamo tantissima voglia di portare la nostra musica ad orecchie nuove, di confrontarci con altri artisti per ispirarci ed imparare. Ci stiamo anche organizzando per un tour che nel 2020 toccherà diverse località italiane.
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