Live Report a cura di Davide Lucarelli
Foto a cura di Laragazzadaicapellirossi
L’ultima volta che avevo assistito ad un live dei Coma Cose era stato lo scorso Luglio al Woodoo Festival. Molte cose sono cambiate per il duo milanese ora. In particolare, ovviamente, è uscito il loro primo album di studio, Hype Aura, che è stato molto apprezzato dalla critica e che si è sentito molto anche nelle radio di primissimo piano a livello nazionale. Ero dunque molto curioso di osservare come si fosse evoluta la loro performance dal vivo. Mi sono perciò presentato sul luogo dell’evento con largo anticipo… ehm… ben 10 minuti prima delle 21, orario previsto per l’inizio del concerto.
La coda all’ingresso dell’Alcatraz era già ben nutrita. Non entrerò mai per le 21. Dopo qualche minuto, mi volto e noto che il serpentone dietro di me era molto più lungo di quando ero arrivato lì… “Ok”, penso, “per lo meno, se mi perdo l’inizio, sarò in compagnia”. Ovviamente, la partenza del live viene ritardata alle 22. Ho dunque tempo per guardarmi intorno e notare che il pubblico dei Coma Cose è davvero trasversale. Ci sono persone di ogni età e dagli abbigliamenti più disparati, dagli emulatori dei rapper di periferia, ai bravi ragazzi in camicia. Tra questi vorrei citare il grande Pierluigi Pardo, noto amante della musica indipendente, e posizionato proprio dietro di me nel parterre.
L’inizio del concerto è affidato alla vecchia guardia. Si parte con Jugoslavia, subito una delle mie preferite. Il palco non è troppo colmo di decorazioni, ci sono solo degli schermi in fondo ed ai lati su cui scorrono delle motion graphics. Il set scelto per il concerto è batteria e tastiere, condite dalle solite backing tracks. Se devo essere sincero, speravo ci fossero un po’ di strumenti in più, ma sarà per il prossimo tour. Il look di California e Fausto Lama (rispettivamente voce femminile e maschile dei Coma Cose, n.d.r.) è intrigante. Hanno un completo giallo senape tigrato ed entrambi un cappello nero. Cappello da pescatore della domenica per Cali e berretto da scassinatore seriale per Fausto che sfoggia anche i nuovi baffoni anni settanta già mostrati nella copertina del disco.
Il live scorre molto piacevolmente. Si vede che i due sul palco dell’Alcatraz si sentono a casa. Durante i non pochi riferimenti ai luoghi di Milano presenti nelle loro canzoni, sfoggiano degli sguardi d’intesa verso il pubblico. Nessun altro può capire le emozioni che vogliono comunicarci meglio dei milanesi. Non sono molti i momenti in cui il duo parla direttamente con i presenti. Spesso lo fa per ringraziare del supporto e degli applausi. Particolarmente suggestivo è stato il momento in cui hanno ricordato i momenti in cui, qualche anno prima, fantasticavano nella loro cameretta sulle possibili evoluzioni del loro progetto musicale ascoltando Good Vibrations prima di cantare Beach Boys Distorti davanti al folto parterre dell’Alcatraz. Non sta andando poi così male quel progettino.
Brani apprezzati in particolare sono stati Anima Lattina, Mancarsi, Mariachidi, suonata con i loro produttori Mamakass sul palco, e Post Concerto, canzone conclusiva della scaletta del concerto cantata da tutti (sì, anche dal nostro Pierluigi Pardo), anche a cappella oltre la fine usuale della canzone, tanto che i musicisti sono costretti a riprendere il ritornello un paio di volte dopo aver già terminato di suonare per assecondare le voglie canore del pubblico.
L’immancabile bis è affidato a Granata e Mancarsi.
Così si conclude davvero questo concerto dei Coma Cose. L’impressione è quella di una crescita in organizzazione e consapevolezza. Attendo, come già scritto prima, solo qualche strumento suonato in più per il prossimo tour per completare la definitiva consacrazione dello stile Coma Cose anche dal vivo!
Scaletta del concerto
Intro
Jugoslavia
Granata
Deserto
Via Gola
French Fries
Beach Boys Distorti
Pakistan
Cannibalismo
Golgota
Squali
Nudo integrale
Anima lattina
Mancarsi
A lametta
S. Sebastiano
Mariachidi (con Mamakass)
Post-concerto
Bis
Granata
Mancarsi
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