Più lento, il nuovo singolo dell’artista messinese Dario Naccari, rappresenta una sorprendente evoluzione nella sua carriera musicale. Dopo il debutto con il singolo Grosso Frenk, Dario sembra aver abbandonato le sonorità folk per abbracciare il rock.
Il brano inizia con una chitarra distorta, accompagnata dalla voce di Dario. È interessante notare come in un singolo così energico e carico di potenza, le parole di Dario si concentrino sul desiderio di rallentare, di prendere le cose con calma. Questa contraddizione tra la frenesia della musica e la ricerca di una pace interiore aggiunge una profondità inaspettata al brano.
Più lento è un inno alla libertà artistica di Dario Naccari. Il suo stile musicale sembra essere influenzato dai grandi nomi del rock classico come i Led Zeppelin. La sua passione e la sua dedizione per la musica emergono chiaramente in questo brano, creando un’atmosfera carica di energia. È evidente che l’artista non ha paura di mettersi in gioco e di esplorare nuovi orizzonti musicali. Più lento è solo un assaggio di ciò che Dario potrebbe offrire nel futuro, e non vedo l’ora di scoprire cosa inventerà prossimamente. Consiglio vivamente di dare un’ascolto a questo brano e di tenere d’occhio Dario Naccari. Ecco l’intervista che Dario ha rilasciato durante le sue date!
Ciao Dario, intanto ti chiedo cos’è cambiato dalla pubblicazione dell’ultimo brano Grosso FrEnk?
Il brano Grosso Frenk ha ottenuto buone recensioni e apprezzamenti dalla critica, nell’ultimo mese abbiamo raggiunto anche oltre i duemila ascolti in più provenienti dagli States.
Alla luce di quest’esperienza, e di come ha reagito il nostro pubblico, io e Alosi, il mio produttore artistico, abbiamo lavorato al resto delle canzoni mantenendoci fedeli alle nostre sonorità rock e folk.
Com’è nata questa tua idea di creare un brano come Più lento?
Il brano nasce da una riflessione che mi è capitato di fare nel corso delle mie esperienze di vita, anche io mi sentivo sopraffatto dall’incessante frenesia del secolo in questione, e realizzavo sempre più la necessità di ritrovare l’ascolto del mio flusso interiore.
Lontani dal nostro modo di pensare e desiderare ci allontaniamo da noi stessi per omologarci ad un sentire comune; nella scoperta invece del nostro ritmo interiore riscopriamo il piacere della vita, e riusciamo ad assaporare ogni attimo della nostra esistenza.
Da qui il ritornello “ Voglio essere più lento, con meno impatto i guai mi sbatteranno addosso”.
C’è qualcosa che vorresti sottolineare particolarmente di questo brano?
Per l’arrangiamento del brano, il producer Alosi si è avvalso di una squadra di valorosi musicisti ai quali devo i miei più sentiti ringraziamenti, in special modo sono molto soddisfatto delle scelte fatte nella fase di produzione e registrazione della batteria di Emanuele Alosi, che ha saputo far muovere il brano con una cadenza decisa ma al contempo Elefantesca, mettendo sempre in primo piano la narrativa e restituendole un bell’impatto rock.
quali sono le tue referenze principali?
Nella mia vita ho ascoltato di tutto ed ho sperimentato molto di quello che ho ascoltato.
Di recente, oltre al mio progetto inedito, ho avuto la possibilità di collaborare con diverse band anche in generi molto differenti tra loro.
Secondo me dopo una prima fase di ascolto, le cose che ti piacciono incominciano a scorrerti dentro e non vedi l’ora di studiarle per comprenderne il meccanismi e la struttura.
Molto del mio approccio alla musica lo devo anche ai miei studi di musicoterapia.
Abbiamo visto un po’ di date, dove le farai?
Per il “Più Lento Tour” abbiamo pianificato un paio di date in Sicilia.
Abbiamo già fatto tappa a Palermo la settimana scorsa, il 20 Aprile alla Fabbrica 102, in questo momento siamo in auto per andare a suonare a Ragusa stasera al Prima Classe, e domani, 28 Aprile, suoneremo al Perditempo di Barcellona P.G.
Per l’uscita del disco, a giugno, è programmata la presentazione al Retronouveau di Messina, ed altre date sono in via di definizione.
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