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Dutch Nazari: stile identificativo in “Ce lo chiede l’Europa”

di Antonio Dinkleberg Scuotto

“Per la fortuna ci vuole timing”, così esclama Duccio Nazari, in arte Dutch Nazari, nel suo ultimo progetto: Ce lo chiede l’Europa.
Album prodotto dalla Undamento, di cui fanno parte anche artisti del calibro di Frah Quintale e Coez.  Lo stile del cantautore di Padova si discosta totalmente dai due appena citati, molto più simile ad un suo collega di un’altra etichetta, Dargen D’Amico: suoni elettronici, immedesimazione nel brano unica, tematiche che spaziano dalla politica attuale alla malinconia per una persona lontana, alla paura dell’età che avanza.

Se ci si aspettava un lavoro alla pari di  Amore povero  il rapper  padovano non ha deluso le aspettative, già dalla copertina dell’album, dove lo stesso artista dice di aver rappresentato ciò che è l’Europa attuale, giovani spensierati circondati da un ambiente ostile, messo a fuoco in Mirò, in cui nonostante la situazione desolata si vede un barlume di speranza, e nelle note desolate di L’Europa. Invece molto più personale è Girasole, dove racconta la sua infanzia spensierata e non povera di casini insieme al fratello maggiore.

Per il resto come già detto, un progetto molto ambizioso che dovrebbe sancire la definitiva consacrazione di Dutch Nazari, e che dovrebbe farlo entrare nell’Olimpo della musica Indie.
Insomma, non vediamo (almeno io) l’ora di vederlo in live. Già fissate le prime date del tour, che lo vedrà protagonista a partire da Dicembre prima a Firenze il 6, poi Roma il 7, Napoli l’8 e avanti a ritmo serrato da nord a sud.

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