Ascoltare “È Natale” di Elia Turra è come sfogliare le pagine di un diario scritto durante una lunga notte d’inverno. Il brano non è il classico pezzo natalizio: non parla di luci scintillanti o di festeggiamenti, ma di quel silenzio che spesso il Natale porta con sé, quando l’assenza di qualcuno diventa ancora più pesante da sopportare.
C’è una malinconia sottile che attraversa ogni nota e ogni parola. Turra riesce a trasformare quel senso di vuoto in qualcosa di poetico, quasi tangibile. Non è difficile immaginare quelle strade deserte o le case spoglie, descritte nel testo, perché chiunque abbia vissuto il lockdown del 2020 sa cosa significa sentirsi isolati, tanto fisicamente quanto emotivamente.
Quello che rende questa canzone speciale, almeno per me, è la sua sincerità. Non cerca di mascherare il dolore o di indorare la pillola con una patina festosa. Invece, abbraccia il fatto che il Natale, per molti, è anche un momento di riflessione e nostalgia. Turra canta di un amore passato che lascia tracce profonde, e lo fa con una delicatezza che ti fa sentire compreso, mai solo.
La melodia è semplice, quasi intima, e questo è il suo punto di forza. Mi ha ricordato le sere invernali passate a guardare fuori dalla finestra, con il cuore un po’ stretto, ma anche con quella voglia di andare avanti, di rinascere. C’è qualcosa di profondamente umano nel mescolare la tristezza con la speranza, ed è questo che Turra fa magistralmente.
“È Natale” non è una canzone da mettere in sottofondo mentre scarti i regali o brindisi con gli amici. È un brano che ti invita ad ascoltarlo con calma, magari davanti a un camino o mentre cammini da solo per le strade illuminate. E, alla fine, ti lascia con una strana sensazione di calore, come se ti avesse fatto compagnia nel tuo momento di solitudine.
Se il Natale per te è anche un momento di introspezione, questa canzone troverà un posto speciale nel tuo cuore. Per me, lo ha già fatto.
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