“Earthfall”, il nuovo album strumentale di Marco Liuzzi, uscito il 22 ottobre, rappresenta un viaggio sonoro profondo e complesso, in cui minimalismo e jazz si fondono in un dialogo costante. Composto da otto tracce, questo disco prosegue il cammino iniziato con “Earthrise”, ma con un taglio decisamente diverso: se il primo album esplorava l’ascesa, “Earthfall” si concentra sulla discesa, sulla frammentazione e sul conflitto di un’epoca in bilico tra progresso e vuoto morale.
Le collaborazioni con Cosimo Romano e Roberto Cati, già presenti nel precedente lavoro, confermano la continuità stilistica e l’evoluzione artistica di Liuzzi, che si muove con naturalezza tra atmosfere cupe e momenti di luminosità. L’album non è solo una collezione di tracce, ma un mosaico in cui ogni pezzo riflette una parte di un mondo frammentato, dove la sperimentazione sonora e l’emozione umana convivono.
Brani come “Le Onde” e “Stargazing on a silent sea crossing” mostrano la capacità di Liuzzi di creare atmosfere meditative e malinconiche, mentre tracce più energiche come “The Knower, The Sustainer” offrono un contrasto dinamico con influenze rock e un’energia che trascende la quiete spirituale, arricchendo il disco di nuove sfumature.
Liuzzi esplora temi universali come la connessione, l’amore e la ricerca del significato, con riferimenti che spaziano da Pablo Neruda alla mistica persiana. Brani come “Como un ciego” e “La valle della conoscenza” riflettono un senso di introspezione, trasportando l’ascoltatore in una dimensione quasi mistica.
Tra i momenti più toccanti dell’album, troviamo le reinterpretazioni di brani di Ludovico Einaudi come “Una Mattina”, “Le Onde” e “Nefeli”, che Liuzzi arricchisce di nuovi colori, senza perdere la delicatezza e l’essenzialità degli originali. Ogni reinterpretazione diventa un’opera nuova, che pur rispettando la fonte, si apre a nuove possibilità musicali.
“Earthfall” è un disco che cattura l’incertezza del nostro tempo, ma lo fa con eleganza e profondità, invitando l’ascoltatore a riflettere e a perdersi nelle sue armonie. Un album che conferma Marco Liuzzi come un artista capace di fondere sperimentazione e emozione in modo raffinato e coinvolgente.
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