di Giorgia Groccia.
“Non saremo mai felici se non ci faremo a pezzi”: dichiarazioni viscerali e tinte forti come questa sono contenute in Futuro in ritardo, il nuovo disco di Edo uscito il 5 ottobre 2018 per Garrincha Dischi. Il lavoro dell’artista spazia a trecentosessanta gradi verso una scrittura matura e, al tempo stesso, moderna, conservando una patina costituita da reminiscenze passate ed uno sguardo maturo e costante verso questo futuro in ritardo che conferisce il nome all’intero album. Edoardo Cremonese, classe 86, è nato e cresciuto a Padova, attualmente risiede a Milano e non può ritenersi un novellino anzi, porta sulle spalle un bagaglio musicale non indifferente. Nei primi anni del 2000 inizia a muovere i primi passi nella scena, unendosi a varie band della sua zona. Dal 2007 intraprende la strada solista che lo porta alla pubblicazione nel 2010, sotto l’abbreviativo di Edo. A febbraio 2016 viene dato alle stampe il disco Canzoni a soppalco; (Garrincha Dischi, edito da Sony/ATV). Il disco esce con il nome Edo e i Bucanieri, in quanto nato dalla stretta collaborazione con la sua band live: i Bucanieri. I’LP vede la produzione artistica di Alberto Cazzola (Lo Stato Sociale) e la collaborazione di Mario Cianchi ai testi. Edo è anche autore firmando pezzi per i Bluebeaters come per Lo Stato Sociale. A fine 2017 escono Tu vuoi di più e Io ti penso sempre, primi di una serie di singoli seguiti poi da Diamoci un bacio e Cattive Intenzioni scritto in collaborazione con Alberto “Albi” Cazzola de Lo Stato Sociale, tutti singoli tratti dall’album Futuro in ritardo. Il disco è stato prodotto da Edo e registrato e mixato assieme ai Bucanieri ed uscirà nuovamente con lo pseudonimo di Edo.
Futuro in ritardo è un progetto nato dal desiderio di far emergere uno specifico sound che EDO e i suoi musicisti conservano durante i live; difatti durante l’ascolto si evince un mancato spazio per altri strumenti, rendendo così ogni brano davvero atipico e piacevole, una perla rara di questi tempi. Le sonorità trovano fonte d’ispirazione da gruppi che hanno accompagnato la crescita artistica di EDO, come ad esempio tutte le band da lui ascoltate dai primi anni zero al 2010, e tutti progetti che avevano le chitarre come protagoniste: The Vines, Black Rebel Motorcycle Club, We Are Scientists, The Von Bondies, solo per citarne alcuni.
L’album non vede nel suo epicentro la necessità primaria di sperimentare qualcosa che non esiste, piuttosto diviene un progetto basato sul desiderio di esprimere un flusso naturale di parole e pensieri totalmente onesti e poco filtrati dall’ironia che caratterizzava l’artista nei suoi precedenti lavori. La precisione impiegata e la ricerca di sfumature e contorni vertono totalmente sulla potenza della parola e del linguaggio, rendendo tutti i brani estremamente comunicativi e curati.
Nel brano Cattive intenzioni riecheggia un clima primaverile che costeggia una relazione e l’annessa curiosità di infrangere certe barriere e certi luoghi comuni, che implicano un’autolimitazione costante. Sussegue Diamoci un bacio dalle sonorità tipicamente pop, ma con un testo estremamente poetico e disarmante, una ballata romantica ed universalmente condivisibile la quale racchiude quel desiderio di amare e farsi male. Il tutto condito da freschezza e ritmo incalzante.
Fidati resta il brano pro positivo per eccellenza, con sovrapposizione ben riuscita di cori e atmosfere rilassate. Futuro in ritardo è la title track: riporta in memoria un viscerale attaccamento al passato, ai viaggi in macchina e ad un tempo dilatato che appartiene indubbiamente ad un’altra epoca. Voglio scrivere una hit strizza l’occhio al pop che si accartoccia su se stesso, creando un siparietto interessante. Proseguendo ritroviamo Io ti penso sempre, pezzo intriso di amore e malinconia, sensazioni contrastate e contrastanti suscitate sin da subito, al primo ascolto. Solo noi due sembra essere una lettera a cuore aperto, un concatenato intreccio di confessioni e pensieri accavallati che rincorrono un desiderio, un’idea, un forte legame invisibile e solido. Si chiude con Tu vuoi di più, brano particolarmente spinto rispetto al clima generale di tutti gli altri pezzi, incalzante e con un testo che esprime una concisa aggressività.
Il disco di EDO è differente: non rincorre suoni artificiosi, non vi sono tastiere metalliche e sonorità troppo accumulabili al resto del panorama odierno. I brani sono tutti suonati e lineari: è un dolce sguardo ad un’estetica semplice, diretta, intrisa di poesia. Un lavoro ben riuscito.
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