“CAOS“ è il nuovo singolo del duo Fedi e Rewind, disponibile da venerdì 24 febbraio e distribuito da ADA Music Italy. Già all’attivo dal 2020 come Addict. e Rewind, il duo è riuscito a totalizzare oltre 40 milioni di stream in due anni in modo del tutto indipendente, con i loro progetti in lingua inglese. Dal 2022 invertono la rotta con un progetto nuovo e totalmente in italiano, iniziato con il primo brano Blu (8 dicembre, ADA Music Italy). “Caos” parla di un ragazzo e dei suoi controsensi: nella vita non sempre si ottengono le cose che si vogliono o che si cercano, ma anzi, spesso sono proprio le cose inaspettate a dare una scarica di energia e a trasformarsi in qualcosa di bello.
Curiosi della loro storia e del loro percorso, li abbiamo intervistati.
- Che rapporto avete con Milano e con la sua scena musicale? Ci raccontate la vostra gavetta?
Federico: Fin da quando ero ragazzo, ho amato la musica: bastava indossare un paio di cuffiette e tutto il mondo intorno scompariva. Ho iniziato ad avvicinarmi al mondo della musica come DJ, remixando brani che mi piacevano. Durante il liceo, ho passato molto tempo a suonare con un amico in locali milanesi come i Magazzini Generali, l’Hollywood e il Limelight, oltre a partecipare a varie feste private. Nel frattempo, ho sempre prodotto musica da autodidatta, ma quando sono arrivato all’università ho deciso di approfondire gli studi musicali. Nel 2019, ho deciso di lanciare il mio progetto artistico personale chiamato “Addict.” con cui ho iniziato a pubblicare canzoni a livello internazionale, al fine di dare un senso alle mie produzioni e raggiungere un pubblico più vasto. Ora sto muovendo i primi passi nel panorama musicale italiano con il progetto “Fedi”.
Angelo: Ho sempre visto nella musica un modo per distinguermi dagli altri: sin dalle scuole medie ho iniziato a suonare il pianoforte, anche se nel mio paesino in Puglia nessun altro ragazzo lo faceva. Non mi importava di quello che gli altri pensavano, mi piacevano le vibrazioni del suono, delle corde, delle note. Con il passare del tempo ho iniziato ad avvicinarmi alla produzione musicale, lavorando con amici e rapper locali come “La Zeta”, “Idem” e “Kid Yugi”. Ma presto ho capito che volevo essere riconosciuto come artista a sé stante, non solo come “il produttore di … “. Così, due anni fa, ho deciso di intraprendere il mio progetto artistico internazionale chiamato “Rewind”, che ora sto portando avanti insieme a “Fedi” anche in Italia. E ora che mi sono trasferito a Milano, so che tutto sarà diverso.
2. Siete una di quelle collaborazioni nate in quarantena, giusto? Com’è andata? E come avete passato quel periodo così segnante per tutti?
Tutto ha avuto origine durante il primo lockdown, un periodo difficile per entrambi in cui sembrava di non poterne più uscire. La musica lo-fi e pop, con la sua atmosfera triste e malinconica, ci ha fatto sentire più vicini: abbiamo iniziato a collaborare perché entrambi avevamo la necessità di esprimere e trasformare in musica le nostre emozioni. Abbiamo deciso di unire le nostre forze quando ci siamo resi conto che i nostri stili musicali complementari potevano creare un’esperienza musicale unica. Nonostante le nostre profonde differenze di personalità, abbiamo notato che i nostri fan richiedevano sempre più collaborazioni tra di noi. La nostra musica ha raggiunto oltre 50 milioni di streaming totali, il che ci ha motivati a provare a lavorare insieme, mantenendo però le nostre identità artistiche e i nostri stili unici. Così è nato il progetto Addict. e Rewind (ora noto come Fedi e Rewind) con cui intendiamo continuare a offrire al pubblico qualcosa di unico e originale.
3. Com’è cambiato il mercato musicale dopo il Covid?
Il Covid-19 ha avuto un impatto significativo sul mercato musicale in tutto il mondo. La chiusura dei concerti dal vivo e degli eventi musicali, la riduzione delle vendite di musica fisica e l’aumento dello streaming hanno portato a una serie di cambiamenti nell’industria musicale dato che molti artisti hanno dovuto cancellare o rimandare le loro tournée e concerti, causandone perdita di entrate. Allo stesso tempo, l’aumento della domanda di musica da parte delle persone costrette a rimanere a casa ha portato a un aumento del consumo di musica in streaming, ed infatti molti artisti hanno sfruttato il tempo libero per concentrarsi sulla produzione musicale, aumentando le pubblicazioni di nuova musica, creando collaborazioni (come me e Federico), ad una maggiore concorrenza tra gli artisti sulle piattaforme di streaming. Molti artisti hanno anche sperimentato nuove forme di intrattenimento online, come concerti in streaming e live su lnstagram. Alcune tendenze già presenti si sono accentuate (come la Lo-Fi) e la digitalizzazione dell’industria, portando a nuovi modelli di business e di fruizione della musica.
4. Dei numeri così alti, cosa portano in senso pratico?
In senso pratico, portano credibilità, portano visibilità. In secondo luogo, le piattaforme di streaming come Spotify o Appie Music utilizzano algoritmi per suggerire nuova musica agli utenti, e avere molte riproduzioni può aumentare la probabilità che il brano dell’artista venga raccomandato ad altri utenti, generando ulteriori streamings. Infine, avere molte riproduzioni può aumentare le opportunità per l’artista di ottenere contratti discografici, partecipare a festival musicali, avere interviste su riviste specializzate e così via, in quanto dimostra che la loro musica ha un forte appeal presso il pubblico.
5. Programmi per il futuro?
Abbiamo sempre affrontato il futuro con curiosità e apertura mentale, artistica, consapevoli che ci riserverà nuove esperienze, incontri e sonorità. Non possiamo sapere cosa ci riserva esattamente, ma siamo certi che sarà una meravigliosa avventura. Stiamo preparando tantissima nuova musica, collaborazioni e non mancheranno eventi dal vivo.
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