Torna Fosco17 con il nuovo singolo: disponibile da venerdì 2 dicembre “10 Anni”, fuori per Trident Music, in distribuzione Capitol Records/Universal Music Italy. In “10 Anni” le contaminazioni cantautorali italiane si mescolano con le sonorità indie-pop nordamericane di fine secolo: l’ambiente armonico familiare lascia spazio alle melodie e alle liriche del brano che raccontano i dettagli di una storia immaginata ed evocativa. “10 Anni” è una “space-ballad” dai toni caldi che trasporta in un’atmosfera sognata, sottile e delicata, animata da una voce che posa sui ritmi docili ed essenziali di una chitarra acustica e di un piccolo pianoforte verticale un po’ scordato.
Imperdibile. Lo abbiamo intervistato!
1. Quali sono le tue influenze musicali che derivano dal cantautorato?
Sono sempre stato attratto dalla canzone italiana, quella che dentro di sé ha quell’instancabile passione per la melodia e quel gusto dolce per le cose semplici ed emotive. Come molti sono cresciuto con la musica dei miei genitori, mia mamma in particolare, che mi cantava a memoria tutti i cantautori dagli anni 60 in poi. Piano piano mi sono avvicinato al suono americano, quello che probabilmente viene da Bob Dylan o dai Beatles ancora prima, e che arriva fino ai Death Cab For Cutie.
2. In che cosa consistono questi 10 anni, quelli del tuo ultimo singolo?
Niente di più di quello che racconto. Un sogno che ho fatto in una notte di fine estate, mi sono svegliato e la prima cosa che ho fatto è stata mettermi a scrivere questa canzone. Sono stato chino sulla scrivania, con una chitarra in mano, per ore. Finché non sono stato soddisfatto dal gusto della musica e delle parole, che finalmente combaciava con quello del mio sogno. A dirla tutta era anche tardi, dovevo andare allo stadio con i miei amici, e fare la valigia per partire il giorno dopo. Chissà se non avessi avuto niente da fare.
3. Cosa puoi raccontarci di Bologna, che cosa sta succedendo laggiù dal punto di vista musicale?
In questo momento nevica, il che è un bene perché la neve sul tetto non fa rumore e posso continuare a registrare tutto quel che voglio senza che la pioggia rovini (?) nulla. Quando smette di nevicare magari vado a vedermi qualche concerto, c’è sempre qualcosa di nuovo, da qualche parte, qui.
4. Come nasce la tua collaborazione con Trident Music?
Era il 2018, avevo un decina di canzoni. Una in particolare arrivò nei loro uffici, sulle loro scrivanie, avevamo le idee ben allineate e decidemmo che sarebbe stato bello fare le cose assieme. Ed eccoci qua, ancora!
5. E cosa puoi raccontarci del tuo nuovo disco in uscita?
Vorrei raccontarvi tutto ma poi dopo quando esce che faccio!? Ci sono due viaggi che sto facendo, uno nel tempo e uno nello spazio. Quello nello spazio ve lo racconto: le canzoni del disco raccontano qualcosa che le immagini amplificano e distorcono. Due rette parallele (all’asse y) traslate fra loro di 100 anni in cui l’estetica visiva si appoggia a quella sonora, creando illustrazioni démodé, il tessuto lirico, invece, non trova corrispettivo nell’illustrazione. E’ un po’ come se quello che viene disegnato sia la versione fantascientifica di quello che si canta nei brani. Presto vi racconterò tutto il resto se vi andrà di saperlo!
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