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Francesco Morrone: un nomade che abita l’arte | Intervista

 – di Giorgia Groccia –

Francesco Morrone, 21 anni, calabrese, decide di non scegliere un luogo dove abitare che non sia l’arte ovunque. In qualsiasi posto, in ogni viaggio, questo artista poliedrico -e poli strumentista- attraversa i luoghi, ne assapora la poesia e, con il tempo acquista ed acquisisce un bagaglio d’esperienza di vita vera che inevitabilmente diviene il vero frutto appetibile per la sua musica. Amante di De André, De Gregori, Gaetano, Battisti, si ispira alla tradizione, alle origini del cantautorato nostrano, per poi cantare la propria verità, la propria esperienza, la propria prospettiva sul mondo. Ci troviamo difronte non solo ad un artista che in poco tempo ha raggiunto innumerevoli traguardi degni di nota -tra cui vari stage di scrittura con l’artista Bungaro, e Roberto Rossi, scoperta della settimana per Spaghetti Unplugged, artista emergente per IndiependencePage, vincitore del Contest Honiro Auditions 2018- ma ritroviamo specialmente un essere umano complesso che mira alla qualità della propria canzone. Un profondo viaggio introspettivo, una cartolina spedita da ogni parte del mondo già visitata, uno sguardo verso tutti quei luoghi ancora da esplorare. Morrone definisce sé e la propria musica “incoerente”, a detta di chi ascolta invece è una tavolozza piena zeppa di colori multiformi, ricchi di tonalità che sfumano verso ogni direzione; una quantità smodata di tasselli che cadono a picco tra le corde di una voce sporcata dal tempo, una voce possente che racconta e ci culla verso nuovi orizzonti, ci porta a guardare nuovi panorami. Ad oggi Morrone vive a Roma (forse stabilmente, chi lo sa). Sappiamo per certo però che è in studio per registrare un intero album targato HONIRO. Proprio oggi, 16 febbraio 2019, l’artista si esibirà a Largo Venue per il contest IT’SUP2U! Noi di Tutti giù Parterre abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con lui, eccone il risultato!

Sappiamo che il tuo rapporto con la natura e con i suoni è variata dalla tua infanzia ad oggi, modificando così sostanzialmente il tuo universo musicale e soprattutto il tuo modo di concepire la tua stessa musica. Ci racconti questo passaggio?
La natura ha un ruolo fondamentale nella mia musica, quasi una catarsi che subisce ogni mia composizione. Numerose sono state le mie avventure in posti sperduti lontano dai mille rumori della città, esiste quasi un parallelismo tra i suoni della città e i suoni della natura. Sono eccessi che si scontrano e si respingono, i frastuoni di una società che ormai diventa più rumorosa e una natura che diventa sempre più silente. Questo parallelismo è inserito anche nelle mie canzoni.

 

 

Come definiresti l’instabilità e l’incertezza di sbagliare in rapporto alla tua musica?
In uno dei miei testi cito: “L’UNICA CERTEZZA DEL FUTURO E’ L’INCERTEZZA” e per me va bene così. L’unica incertezza che posso avere è di non aver fatto abbastanza del resto lascio tutto al mio istinto

Come riesci a tradurre l’incoerenza che fa parte dell’essere umano in arte/musica?
Ti dirò di più noi artisti siamo un po’ tutti incoerenti ma proprio per questo riusciamo a distinguerci, cambiamo idea continuamente e quello che reputavamo bello pochi giorni fa si traduce in orribile pochi mesi dopo

Quanto hanno influito i tuoi numerosi viaggi su Francesco Morrone artista e F. Morrone persona?
Sin da bambino avevo questa necessità non di viaggiare ma di capire il perchè, di assaporare la vera essenza di ogni sostanza. La conoscenza è un viaggio, leggere un libro è un viaggio, conoscere una persona è un viaggio, la nostra vita è un viaggio siamo noi a dirigere la nave. La mia naviga su un mare che ancora non ha un orizzonte finito, ma proprio per questo rende il mio viaggio più interessante. In ogni mio brano racconto un viaggio, racconto le esperienze vissute e quelle che vorrei vivere e che vivrò. Scopro ogni giorno di più una parte di me che non conoscevo grazie a tutte le volte che mi sono svegliato e mi ritrovavo in un posto diverso. Viaggiare mi ha cambiato come artista e come uomo. Sono nomade della mia vita.

Sappiamo che hai suonato su numerosi palchi ma anche in numerose strade e metrò. Ci racconti quale differenza percepisci tra le due cose?
Lo ripeterò fino a quando le mie mani suoneranno ancora una chitarra e bere un buon bicchiere di vino, suonare in strada rilascia un’emozione imparagonabile alla sensazione di stare su un palco.

Cosa è cambiato da prima del concorso Honiro (che hai vinto brillantemente) ad oggi?
E’ cambiato che ho per fortuna trovato prima di tutto una famiglia e poi una casa discografica che apprezza quello che metto in musica, è cambiato che finalmente sto registrando il mio primo album. Fondamentalmente non è cambiato nulla è un punto di inizio, certo mi ha dato una carica che stavo aspettando da tempo.

Cosa ti ha spinto a voler partecipare al Contest It’sup2U!?
Me ne parlò una mia carissima amica tempo fa e mi informai sulla serata, a me piace suonare dal vivo anche di più che passare una giornata in studio, It’sup2U è una realtà che permette di fare questo e di valorizzare le canzoni originali ed è affiancata da diversi partner che valorizzano ancora di più la figura dell’artista emergente.

I tuoi brani sono manifesti di verità e di vita vissuta, nonostante la tua giovane età. Hai vissuto in svariate città tra cui Torino e adesso Roma. Ti manca mai la Calabria? Influiscono le tue origini nelle tue canzoni?
Ho vissuto un’infanzia fantastica, tra mille problemi vedevo sempre la positività delle cose ed era sempre il “comico” della famiglia, crescendo ho iniziato a conoscere ed ho un po’ messo a freno questo istinto conservando questa postività per la mia musica e la mia conoscenza. Cambiare non è mai facile soprattutto quando la mattina esci di casa e inizi a salutare tutti dal giornalaio al cassiere e poi ti ribalti in altre realtà dove il grigio non è solo nel cielo. Non voglio polemizzare ma solo constatare alcuni avvenimenti che mi si sono presentati. Roma per me è una seconda casa, incasinata, caotica ma conserva dei momenti di silenzi e quiete che invidia tanti altri posti sperduti. La Calabria per me rimane quell’amante preziosa, sai per certo che fa male ma purtroppo non puoi farne a meno.

 

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