Fuori da giovedì 28 aprile su tutte le piattaforme digitali per l’etichetta Accannone Records Buchi Neri, il nuovo singolo di Franco e la Repubblica dei mostri. Sonorità ricercate e contemporanee fanno da colonna portante ad un pezzo pensato per essere assaporato lentamente, un brano dolorosamente viscerale che rappresenta un vero e proprio specchio dell’epoca post-pandemia.
Ne abbiamo parlato con la band:
Sicuramente vi avranno già fatto questa domanda ma con un nome così curioso non possiamo fare a meno di chiedervelo: come è nato il nome della vostra band?
Il nome della band è nato dopo la stesura del nostro primo album “La Repubblica dei Mostri”,
l’idea era quella di creare un progetto, con una forte identità made in Italy, che raccontasse in musica storie e stati d’animo legate al nostro paese. Il nome Franco è stato aggiunto successivamente un po’ per gioco (oggi fra di noi spesso ci chiamiamo Franco), un po’ per la volontà di rendere umano il progetto stesso.
Quali sono secondo voi i progetti più interessanti dell’attuale scena musicale italiana?
Ognuno di noi ha un background diverso, e questa diversità è diventata una caratteristica molto importante per noi e per il nostro sound. Attingiamo molto dal passato e dagli anni ’90… ma della scena attuale ci apprezziamo molto Salmo, Calcutta, Giorgio Poi, Frah Quintale, Dimartino Colapesce, Verdena che non passeranno mai di moda 😉
Quali sono invece gli elementi ricorrenti nei vostri brani?
Sicuramente il sound: abbiamo lavorato tanto in questi anni per riuscire a dare a tutte le anime della band la giusta importanza e, a differenza del primo disco molto più corale ed eclettico, oggi nei nostri lavori più recenti ogni singolo brano trova il giusto equilibrio fra cello, chitarre, voce, batteria, basso e piano. E poi i testi, che cercano sempre di fotografare un istante con delicata malinconia.
Qual è il messaggio di “Buchi neri” e in che modo è rappresentativo dell’epoca attuale?
Buchi Neri è un brano scritto nell’epoca post-pandemia, quando pensavamo di aver toccato davvero il fondo e ci siamo trovati spettatori di guerre e di un vertiginoso declino dell’umanità intera, è sicuramente il pezzo più pessimista che abbiamo mai scritto, i buchi neri entrano continuamente nella nostra quotidianità e ci risucchiano nel passato mentre cerchiamo con automatico ottimismo di guardare avanti e risponderci che va tutto bene.
Altri progetti per il 2022?
Suonare dal vivo il più possibile, e continuare a scrivere canzoni.
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