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L’esordio di Fridha. Leggi l’intervista

“Vorrei sapere chi sei quando nessuno ti guarda.”

Intervista a cura di Giorgia Groccia

Fridha è il progetto musicale di Giulia Crescentini. Cantautrice romana, classe 1990, vive di musica sin dalla tenera età.

Dopo averla accantonata per un lungo periodo, decide di riappropriarsene a pieno solo ora. Il nome d’arte scelto non è affatto casuale: la rinascita, il ritorno alla vita, una corazza-simbolo che rappresenta non una forza sovrumana ma, tuttalpiù, la forza nascosta dell’essere umano. Fridha sta scrivendo il suo primo EP, avvalendosi della produzione artistica di Alessandro Forte (Galeffi, Aiello, Scrima). Il 24 Maggio uscirà in esclusiva Spotify il primo singolo estratto, Se tutti i giorni, con l’etichetta discografica indipendente Rivoluzione Dischi e distribuito da Pirames International.

Cosa racconti alla pioggia?

Esordisce così Se Tutti i Giorni, un intreccio di domande ben poste e studiate per non ricevere probabilmente risposta; l’estrema intimità del pezzo suggerisce e non esclude possa trattarsi di un dialogo -in primis- con se stessi, oltre che con un interlocutore muto, forse lontano nel tempo e nello spazio.

Il tema della maschera, delle rughe d’espressione, delle reminiscenze d’infanzia e dello specchio torna prepotente e fa male, un male che accompagna un arrangiamento che respira e permette respiro ai dubbi esistenziali dell’artista che sembra finalmente essersi liberata d’un peso decisamente logorante, portato in spalla da tempo. Voler essere qualcun altro è la costante periodica degli esseri umani, è un mantra, una preghiera recitata in periodi in cui non si riesce a scrutare via di fuga, una porta anti-panico, un’uscita d’emergenza. Fridha pone sotto gli occhi di chi ascolta quella vita di fuga, quel grido aggraziato e liberatorio di cui tutti avremmo bisogno.

Raccontaci qualcosa circa il tuo primo singolo.

Il primo singolo è nato da una fortissima esigenza di comunicare, di esprimermi. Avevo molti brani scritti, lasciati a invecchiare in un cassetto, e mi serviva una persona a cui affidarmi e con cui sentirmi a mio agio, che potesse tirare fuori tutto il mio mondo interno. In un momento veramente tosto della mia vita ho deciso di contattare Alessandro Forte, in passato mio insegnante e ad oggi mio amico caro e produttore. Da questo incontro prende vita Se Tutti i Giorni.

Come mai hai scelto Fridha come nome d’arte?

Il nome Fridha nasce dall’incontro con la vita e le opere di Frida Kahlo, da cui il nome prende ispirazione. Frida Kahlo è stata un’artista che ha avuto una vita cadenzata da difficoltà, una relazione complessa con l’uomo e l’artista della sua vita, un rapporto sofferente col proprio corpo. Una donna che però non si è mai lasciata abbattere, che ha sempre fatto leva sulle sue risorse, la sua vitalità e la sua creatività. Il nome Fridha vuole rendere manifesto il mio desiderio di essere coraggiosa e vitale, come lei.

Il tema delle maschere, dello specchio e della personalità frammentata è molto presente in “Se tutti i giorni”, ci spieghi da cosa nasce il bisogno di parlarne? 

Ho sempre passato molto tempo osservandomi e osservando gli altri. Per anni mi sono sentita sola, nonostante avessi attorno a me molte persone, cercando di camminare in punta di piedi per non fare rumore, per non essere d’intralcio, nascondendomi il più possibile. Questo impediva a tutte le altre mie parti, le mie essenze, di esistere. Allo stesso tempo ho avuto modo di incontrare persone che per sopravvivere hanno bisogno di indossare di continuo mille maschere diverse, non avendo più modo di capire chi sono realmente. Il racconto della frammentazione e del vuoto è anche un implicito desiderio di ritrovarsi, trovarsi, conoscersi per chi si è realmente.

Cosa dobbiamo aspettarci da questo EP? 

Onestà, coraggio di raccontare le parti più belle e le parti più nere di me.

Cosa pensi della scena indie pop attuale, rispetto anche alla differenza numerica tra cantautori e cantautrici di rilievo?

Credo che ci siano tante persone che vogliono comunicare qualcosa, ma spesso si segue l’onda di ciò che piace ai più, per paura di mostrarsi con onestà, per incapacità. Molto spesso si ascoltano brani che sono identici a tanti altri. Le donne potrebbero apportare un elemento di novità, un po’ di scompiglio inaspettato che tanto serve. Ma forse le donne nella musica hanno ancora un po’ paura di mostrarsi per come sono realmente, forse le “zone di comfort” nella musica fanno comodo e meno paura.

Fridha, e se fosse tutti i giorni Natale? È una frase d’impatto, sarebbe interessante conoscerne la tua risposta.

Se tutti i giorni fosse Natale sarei più capace di scacciare fantasmi e malinconie passate. Paradossalmente riuscirei a ricordarmi di vivere nel presente.

Il secondo singolo seguirà il sound del primo oppure  sperimenterà diverse strade?

Vorrei che il secondo singolo mostrasse altre mie parti, altri miei colori, ma il sound è una carta di identità che quindi rimarrà presente e costante.

Raccontaci i tuoi progetti futuri al di là dell’EP in uscita.

Oltre ad essere Fridha, sono Giulia. Continuo a studiare per diventare terapeuta, lavoro. Coltivo amicizie preziose. Cerco di diventare la donna che vorrei essere.

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