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#Frittomisto – Episodio 11 – La nuova rubrica a cura di Caffellatte

Benvenuti in #Frittomisto, la vostra Caffellatte torturerà per voi con domande scomode, divertenti e sovversive, degli artisti scelti da lei ogni settimana

Eccoci tornati su #Frittomisto dopo le vacanze che, più che vacanze, mi sono sembrate un lungo interminabile calvario doloroso. Ma bando alle ciance, ho chiesto ad alcuni artisti, da pochissimo fuori con i loro singoli, di consigliarci i tre brani che più hanno ascoltato durante queste stranissime vacanze natalizie. Sono stata accontentata, qui il risultato finale:

 

NONNOMATTIA

Vivere la propria vita con l’autostima bassa non è sicuramente semplice, prendere però coscienza dei propri difetti può però diventare un punto di forza. Quello che sicuramente aiuta a superare anche le delusioni più grandi è l’avere un amico pronto a tutto per tirarti su il morale. – A nonno n’ce pensà, stasera annamo a ballà -.

Ecco i tre brani scelti:

Ball of confusion l’ho sentita in loop sia per il significato della canzone che per il film Tropic Thunder (ho una playlist dedicata interamente ai film).

Nobody told me perché John è John e Yoko Ono invece è una scema che strilla. Would you invece è la strombazzata che mi spezza a metà ogni volta che la sento.

 

FRIDA 

Mentre le temperature scendono e i cuori si ghiacciano sempre più al freddo siderale della distanza e della privazione, Frida torna con soffio di maestrale sull’inverno più lungo di sempre: contro l’amnesia del quotidiano, la cantautrice pugliese pratica la ginnastica salvifica della memoria, per non dimenticare che abbracciarsi (e tenersi stretti) rimane il modo migliore per non perdersi, ritrovando calore e umanità. 

Concedimi – Matteo Romano

Destri – Gazzelle

Galeffi – Il regalo perfetto

 

 

CORTESE

Michele Cortese è un cantautore salentino e il suo non è un nome sconosciuto al grande pubblico, infatti nel 2008 ha vinto la prima edizione italiana di X-Factor con la vocal band Aram Quartet.

Da qualche mese è anche voce protagonista dello spettacolo “Mogol racconta Mogol” in cui interpreta i più grandi successi del paroliere introdotti e raccontati da Giulio Rapetti in persona

Il 2020 per lui è l’anno dei cambiamenti, si mette in gioco nuovamente, decide di usare solo il suo cognome come nome distintivo del progetto e prende così vita la sua versione 2.0. Cortese con le sue canzoni racconta la quotidianità tra amore, inquietudini, passioni e irriducibili sogni dalla prospettiva di un’anima in subbuglio.

Matrioska di Leo Pari perché ci sono in fissa da Settembre quando l’ho ascoltata live in un suo acustico.

Il posto più freddo de I Cani perché “scusa ma non riesco proprio a  uscire stasera, troppi muscoli da usare“.

Segnali di vita di Battiato perché dove vivo io andando in giro col cane era bello immaginarli e a volte vederli come li descrive il maestro “nei cortili e nelle case all’imbrunire”.

 

 

LEFRASIINCOMPIUTEDIELENA

Miró è un brano nato spontaneamente, finito di scrivere alle tre di notte in quello studio al primo piano che vede di fronte l’accesso alla terrazza.

Musicalmente si incontrano diverse attitudini che caratterizzano LafrasiincompiutediElena come progetto, ma anche ricerche sonore e di arrangiamento del musicista RafQu. Il disegno delle chitarre nasce da un’idea di contrappunto contemporaneo, racchiudendo la passione per i lavori di Steve Reich, e del minimalismo in generale.

Ecco le sue tre canzoni: 

“Future Love” dei Ride perché mi ha fatto compagnia per tutto il 2020 non solo nelle vacanze, Beethoven sonata nr.1 Op.10, Che in primis fa sempre bene, e ho dovuto analizzare e orchestrare e “Mi coltivo” dei Verdena che mi era in qualche modo sfuggita, e sono quei momenti in cui ringrazi l’algoritmo di Spotify che ti ripropone cose al momento giusto.

 

MINAPER 

“Agosto” è l’ultimo singolo della cantautrice capitolina MINAPER fuori il 15 gennaio su tutte le piattaforme digitali. A dispetto del nome, palesemente evocativo circa la bella stagione e l’estate, è una ballad dai toni e colori invernali riflessivi emersi grazie alla produzione di Francesco Megha e il mastering di Vincenzo Maria Cristi. 

 chamber of reflection Mac Demarco

 I should have known better Sufian Stevens

Even after all Finley Quaye

 

 

DJ ALADYN 

Lo avrete sentito sicuramente nominare in relazione al suo ruolo a Radio Deejay, ma DJ Aladyn di notte lavora alle sue produzioni e il risultato sono dei brani bellissimi tra cui anche l’ultimo singolo dal titolo Paradise Lost, ispirato agli scritti di John Milton e Dante Alighieri. Con lui, questa volta ha lavorato anche la cantautrice di Ravenna Meus; e abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con lui a riguardo. 

  1. Hai collaborato con diversi artisti, da Dargen D’Amico ai Calibro 35. Qualche aneddoto particolare che non possiamo trovare online?
    In realtà le collaborazioni che faccio sono quasi tutte a distanza, quindi non ci sono chissà quante interazioni o aneddoti in studio. Di solito ci sono tantissime telefonate, e scambi di file via mail. Però una cosa ve la posso raccontare. Ricordo con piacere una collaborazione con Pino Scotto (per il brano Facce da Assolo), quella volta lo registrammo in studio da me. Di solito, si sa, un cantante ha bisogno qualcosa di caldo per scaldare la voce, ma Pino preferì una bottiglia di Jack Daniel’s.

    Pino Scotto è davvero una persona incredibile, un artista che ha segnato pagine di storia nel metal nostrano, ed è stato veramente un onore fargli trovare quella bottiglia di Jack Daniel’s.

  2. Visto il tuo lavoro in radio, confidiamo in un parere interessante. A chi dice che c’è più musica, che ascoltatori, cosa possiamo rispondere?
    Domanda difficile. Durante la quarantena, la radio è tornata ad essere molto ascoltata, e ce ne siamo accorti dalla quantità di messaggi che ogni giorno arrivano durante la diretta del Summer Camp di Radio Deejay. La maggior parte delle persone ascolta la radio in macchina e la cosa incredibile è che durante il lockdown hanno continuato ad ascoltarla da casa, mantenendo gli appuntamenti quotidiani. Proprio per questo mi viene da pensare ai nostri ascoltatori come degli amici.

    Forse ci sarà più musica che ascoltatori, ma la nostra fortuna è avere mille mezzi diversi con cui condividerla. Forse ci saranno meno persone che vanno a comprarsi un disco, ma questo non significa che non ci sia la curiosità di trovare modi sempre nuovi per scoprire nuova musica. Radio Deejay stessa è una realtà molto presente sui social, ci sono poi i podcast… Grazie a queste nuove tecnologie, il segnale è migliorato e la si può ascoltare praticamente ovunque.

  3. Come mai la scelta di usare lo stesso nome di Dj Aladyn, sia per la tua attività in radio che per la tua attività da produttore?
    Per far sì che l’autore di un quadro possa essere riconosciuto da tutti, la firma è essenziale. Non mi interessava dividere il mio lavoro a Radio Deejay da quello di produttore, mi piace e voglio essere riconoscibile in tutto ciò che faccio, che sia in radio, un mixato, una session di scratch o una produzione. Quando si ascolta un mio pezzo, mi piace sapere che, al di là della firma che è e rimarrà sempre Dj Aladyn, un orecchio attento possa riconoscere che sono io: nelle mie produzioni ci sono firme nascoste come nelle opere del Medioevo.
  4. Quando nasce Dj Aladyn, e perchè?
    Questa è facile. Tanto per cominciare il mio vero nome è Aladino. E a metà degli anni Novanta fui chiamato da due miei amici, Felice e Antonio, che avevano un locale, la loro idea era che io facessi il resident nel loro locale, il Mykonos. Sul primo flyer scrissero “Dj Aladyn”, senza dirmi niente, io ero Dj Aladyn e basta. Quella fu davvero una stagione incredibile per il locale, e allora tenni quel nome. Mi sembrava giusto.
  5. Ci è molto piaciuta la tua collaborazione con Meus. Ce ne saranno altre?
    Con Meus sicuramente sì, ci saranno altri brani con lei nell’album. Ma il prossimo singolo vedrà la collaborazione con Dj Gruff, non vedo l’ora di farvelo ascoltare. 
  6. Paradise Lost si ispira alle opere di Dante Alighieri e John Milton. Che tipo di lettore sei? Ti capita spesso di trovare l’ispirazione in opere letterarie?
    In realtà non sono un accanito lettore, sono più affascinato dalla comunicazione dei fumetti: per farti un esempio, impazzisco per Tales From The Crypt, Dylan Dog, Dampyr. Il momento migliore per leggere è quando mi capita un viaggio in treno o in aereo. Poi, ho una discreta collezione di libri sull’alchimia, paranormale, esoterismo, ufo e cose del genere. Qualche mese fa, ho scoperto questa nuova casa editrice che si chiama ABEditore, con un catalogo incredibile. 


Per farla breve, non so se riesco a trovare ispirazioni musicali in opere letterarie, ma sicuramente è qualcosa che mi trasporta nel mood giusto per poi arrivare a creare qualcosa di nuovo, come è stato per Paradise Lost. 

 

 

Rubrica a cura di Giorgia Groccia aka Caffellatte

 

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