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#Frittomisto – Episodio 22 – La nuova rubrica a cura di Caffellatte

Benvenuti in #Frittomisto, la vostra Caffellatte torturerà per voi con domande scomode, divertenti e sovversive, degli artisti scelti da lei ogni settimana

La musica, oltre ad essere senza ombra di dubbio arte, è uno splendido business in continua evoluzione. Dai talent show a TikTok, ogni artista sceglie il proprio personale compromesso tra musica nuda e cruda e bisogno di divulgare i propri brani con i mezzi a disposizione. Ho chiesto un parere agli artisti della settimana, eccone il risultato: 

LEO LENNOX

Un urlo a denti stretti, la rabbia di un silenzio che durava da tanto, troppo tempo; Leo Lennox esce allo scoperto e lo fa nel modo più violento e disperato possibile: “Diario”, la rabbiosa confessione di Leo Lennox, apre una nuova pagina bianca del catalogo di Revubs Dischi, alzando la pressione sanguigna di tutti dal 21.4.2021.

Cosa pensi dei Talent Show?  E della divulgazione musicale su TikTok?

Ritengo che i talent show fungano da amplificatore di quello che sei, nel bene e nel male. Non mi permetterei mai di giudicare negativamente chi sceglie di intraprendere quel tipo di percorso, poiché non l’ho vissuto in prima persona e credo che ognuno prenda decisioni in base alla sua visione artistica. Personalmente credo che attualmente non sia la mia strada perché, per quello che ho potuto constatare, raramente vi è una effettiva valorizzazione del percorso artistico di un cantante. Mai dire mai comunque. Mi reputo una persona molto aperta e non voglio precludermi nulla a priori. TikTok è una piattaforma relativa nuova e inizialmente ha attirato molti giovani. Ho un rapporto un po’ conflittuale con i social e non nascondo che TikTok non sembri fare proprio al caso mio. Non amo particolarmente il tipo di fruizione musicale che offre questo social e per di più ho la sensazione che l’interesse per esso stia gradualmente diminuendo. Credo altresì che oggigiorno un artista emergente per diffondere la propria musica non possa precludersi l’utilizzo di un network in voga e debba sapersi adeguare a ciò.

CONTAMI

Il progetto Contàmi, che prevede la collaborazione di diversi artisti, nasce sull’asse Bologna – Lecce e si colloca nel mondo nel dream pop.

TALENT SHOW : personalmente trovo il sistema dei talent show lontano dal mio modo di vivere la musica, perché lo vedo più come un format di intrattenimento per il grande pubblico piuttosto che un modo per trasmettere le proprie emozioni, ma allo stesso tempo mi rendo conto che concede grande visibilità e opportunità agli artisti emergenti.

Tik tok: Onestamente non uso TikTok ma credo che i social in generale, soprattutto in questo periodo storico, siano un ottimo strumento per far arrivare la propria musica a quante più persone possibili. L’importante è scegliere le piattaforme e i contenuti tali da non snaturare quello che è il percorso artistico.

 

SPIRITO 

Spirito è un duo musicale nato nel 2017 tra le malinconiche strade di Salerno formato da Emmanuel Calabresee Attilio Tufarelli.

Pensiamo che i talent show siano sia un’ottima vetrina che un’importante esperienza di crescita per l’artista. 

È un percorso che, però, non va a sostituire un background musicale importante ed una carriera solida. Bruciare le tappe senza una gavetta solida, in sostanza, rischia di lasciare il musicista senza capacità di gestirsi dopo l’impatto mediatico. 

Vetrine a parte, è cosi fondamentale per un artista mettersi in gara ed essere giudicati artisticamente? 

TIKTOK

Tik tok è interessante dal punto di vista virale, è lo specchio di ciò che piace, ma soprattutto la dimostrazione che basta anche solo una frase per spopolare e fare successo.

È anch’esso, come i talent, una bella vetrina, facendo emergere molti lavori di nicchia, dai remix più strambi ai brani quasi dimenticati.

Peccato solo che come i trend stessi, questa musica è troppo veloce, espressa.

 

CHERBA EXE

Vengo da Brescia, ho 25 anni Mi piacciono i film di Woody Allen, il caffè e più o meno qualsiasi forma di espressione di sé. Scrivo canzoni per questo, per esprimere quello che sento e cercare un punto di contatto con chi mi ascolta.

1) Talent show

In totale onestà, mai piaciuti e mai seguiti, anzi.

Penso che siano un perfetto condensato di due tendenze della società di questi anni: la spettacolarizzazione di qualsiasi cosa da un lato e la ricerca dell’intrattenimento veloce e usa e getta, tipo gratificazione istantanea, dall’altro.

Per cui anche sogni, fatiche e speranze altrui diventano soggetto di scena – cose reali, non inventate per una sceneggiatura – per emozionare lo spettatore mentre la gallina ingrassa abbastanza e poi, servita allo scopo, possa essere sostituita con un’altra.

È un format televisivo, di certo non il peggiore di sempre, ma con l’arte, a mio avviso, non ha proprio nulla a che fare, tant’è che sono gare, sfide, competizioni..

2) Musica su tik tok

Su questo non ho una posizione particolare, la trovo un’evoluzione naturale in questo momento: l’intrattenimento si muove da anni verso contenuti più veloci e immediati; social e musica sono, di fatto, anche due forme di intrattenimento. Per cui ci sta che un certo tipo di canzoni funzionino molto bene su TikTok che in questo momento è il social più rapido come “consumo” dei contenuti.

Non è né giusto né sbagliato, è marketing.

PORTO LEON

Filippo Pasqualini è Porto Leon, giovane artista nato e cresciuto a Roma fra la

curva, il cantautorato, la trap e il brit pop. Di recente è uscito il suo nuovo singolo San Pietro. 

Penso che quello dei talent sia un argomento abbastanza complesso.

Io da artista emergente mi rendo conto quanto sia complicato riuscire ad emergere nel mondo della musica, distinguersi e farsi strada tra migliaia di ragazzi che come te provano a costruirsi una carriera. E mi rendo anche conto che il talent da questo punto di vista rappresentino una vetrina incredibile.

Però l’idea che ho io è che i ragazzi e le ragazze che ci vanno, spesso purtroppo diventano un po’ carne da macello, perché effettivamente la tv è questo, ti offre un prodotto di intrattenimento, un argomento di cui parlare per un mese e poi basta, arriva il programma successivo. E mentre per noi che stiamo a casa è un intrattenimento per quei ragazzi che stanno lì dentro forse è l’occasione della vita.

E per la maggior parte poi finisce male, io francamente ho visto solamente X factor, lo vedo tutti gli anni anche se ormai con scarso interesse e in 10 stagioni che avrò visto, i ragazzi che ancora sono vivi nel mondo musicale forse sono 4, per cui boh per chiuderla direi che sono del parere che è giusto andarci solo se ti senti un artista abbastanza formato e sicuro di poter spaccare tutto e divertiti, in caso contrario non penso sia una grande scelta andarci.

Sul fenomeno tik tok sono veramente troppo ignorante per dare un parere decente.

Henna 

Henna è il nome d’arte di Elena Mottarelli, cantautrice Valtellinese trasferitasi a Milano nel 2015, città che le darà la possibilità di vivere la musica sotto ogni aspetto. Vede i dischi di Dalla, De Andrè, De Gregori, ecc. come una forma di poesia solo un po’ più semplice e accessibile a tutti. 

1: Penso che i talent ad oggi siano un modo per avere un attimo di popolarità improvviso, cosa che significa essere in primo piano, essere visti, ascoltati, anche giudicati da tanta gente; putroppo spesso e volentieri questa super mega iper visibilità va a scemare, ma comunque crea del seguito verso gli artisti che poi possono continuare a fare il loro lavoro.

Ho visto che dei ragazzi di amici stanno vincendo dei dischi d’oro e di platino, non sto qui a giudicare nulla perché penso sempre che se una canzone ha successo è perché il popolo se la ascolta e quindi qualcosa trasmette, perciò bando alle ciance e beati loro insomma!

2: Io tik tok faccio ancora fatica a capirlo, proprio nel senso che non capisco come funziona, un po’ boomer lo sono ma penso anche che chiunque sopra i 12 anni ai primi accessi si sia sentito come me. Io ci sto provando ragazzi lo giuro, anche perché vedo che funziona molto e in questo mondo musicale ormai tutto digital ci sta anche questo, se la gente lo usa mi piace l’idea che ci possa trovare anche dei miei contenuti (qualora gli dovessero interessare :P).

Forse sono in un periodo troppo b positive dell’anno e tra un po’ cancelleró l’app e quando sentirò il termine “tiktokkabile” sentirò il voltastomaco ma per ora sono talmente proiettata sul mio progetto e farlo arrivare alla gente che la mia testa è un vaso capta informazioni.

Comunque seguitemi su tiktok per contenuti incredibili, sono @hennamusica.

Kole

Nata a Roma (classe 93) la musica la accompagna da sempre, non ha mai pensato fosse qualcosa di diverso dalla sua esistenza o un fatto ancillare, da apprendere. Di recente è uscito il suo primo singolo dal titolo “Your Mouth”. 

Penso che la musica non dovrebbe essere argomento di competizione. Se un artista viene messo davanti quattro giudici e un un pubblico pronto a incitare con applausi o meno il pollice in giù o su della giuria, allora siamo davanti ad un ciambellano di corte, ad un artista al quale viene riconosciuto valore in base all’appagamento suscitato nella pancia della maggioranza. Credo che un parametro simile sia molto approssimativo e svilente nei confronti dell’artista e per molti versi anche del fruitore. Il focus per i talent è sempre, sotterraneamente impostato su un aspetto obliquo alla performance artistica, sull’audience, e fare audience significa generare un qualche profitto. Non è un caso se dopo questi improvvisi lanci molti artisti collassano come meteore consumate. Tik Tok si esprime soprattutto con video, fortunata quindi la canzone che farà da cornice ad uno di questi!

Saera

La cantautrice romana classe 1997 ci racconta i sentimenti di una storia estiva destinata a finire, “non vedo l’ora di mancarti” diventà così la frase simbolo di PRIMA VOLTA, il singolo di debutto, ovvero la nostalgia di qualcosa che era destinata ad andare persa.

I Talent sono tutto e niente, possono aiutare, ma possono anche distruggere. È sicuramente un’industria di “talenti”, a volte aiuta, a volte distrugge. Non li odio, ma nemmeno li amo. TikTok adesso è al centro dell’attenzione, il social più usato del momento, perché non sfruttarlo?! Da voce a chi ha del talento e non ha le possibilità di farsi notare in altri modi.

 

Diletta

I Diletta sono un trio nato nel 2019 da un’idea di Jonathan Tupputi, voce e chitarra, e Andrea Rossini, tastiere e arrangiamenti. Di recente è uscito il loro singolo di debutto dal titolo “Capita

La vita fa TikTok, il ritmo fa TikTok…Per i Diletta, per ragioni anagrafiche, è stata la televisione a plasmare in adolescenza sogni e fantasie voyeuristiche; poi sono arrivati i social con la loro promessa di essere visti, notati, desiderati da legioni di persone.

I social esistono e crediamo che per un musicista abbia senso sfruttarli per raggiungere un’ambizione e un pubblico. Tutto sta nel capire quali ambizioni si hanno e che pubblico si ricerca! Per i talent vale un discorso simile,  anche se spesso, con l’illusione di un successo facile, si finisce soltanto per alimentare un format…Freschi momenti di Diletta!

Florilegio

Di stanza a Bologna, ecco un nuovo esempio del più fine cantautorato psichedelico che vi farà innamorare sin dal primo ascolto. Florilegio è la creatura musicale di Matteo Polonara che ci propone il primo atipico singolo estivo, manifesto di questa che è un’altra estate atipica, della scena musicale indipendente. 

Premesso il fatto che odio la televisione e non ce l’ho a casa, credo che i talent show, malgrado possano essere un buon trampolino di lancio e possano fungere da amplificatore (soprattutto in questi tempi in cui la diffusione musicale è molto più complessa), sono e resteranno sempre un programma televisivo. Possono essere utili per qualcuno e anche entusiasmanti da vedere per altri, ma restano comunque uno show, come qualsiasi altro programma televisivo.

Non entro in dettagli perché non ho molte esperienze a riguardo, ma sicuramente non credo che i talent show siano il contesto adatto per stabilire la qualità musicale di un artista.Invece, magari da alcuni potrei essere definito un boomer ma non ho idea nemmeno di come sia fatta la home di tiktok (se esiste una home). Mi farebbe molto ridere se qualcuno facesse un balletto sulle mie canzoni, questo è certo!

SOLISUMARTE 

Quando si parla di relazioni è sempre complicato capire come andranno a finire, spesso lo sentiamo nel cuore, ma faremmo di tutto per colmare i nostri vuoti. “Luci viola” è la dimostrazione di come le paure e le insicurezze sconvolgano gli equilibri, ma noi ogni volta cerchiamo di non perderci lungo la strada.

Per quanto riguarda i Talent Show riteniamo siano uno strumento come un altro per raggiungere il grande pubblico.

Dal nostro punto di vista molto immediato e diretto, forse troppo.

Il rischio è di non saper reggere davvero i riflettori e tutto ciò che ne consegue.

La nostra idea di crescita è di andare per step senza saltare delle tappe ed anche se ci vorrà del tempo, pazienza, saremo più consapevoli di noi stessi e di cosa vogliamo essere.

TikTok è una piattaforma nuova, molto giovane. Per il momento non ci siamo ancora fatti un’idea precisa sul format da tenere per interagire con quel mondo ma ci stiamo lavorando, se può aiutare a far crescere emergenti e scoprire nuovi talenti ben venga!

 

INTERVISTA DELLA SETTIMANA: Bounce Back 

Quarto singolo dell’album d’esordio, I’m Fading è un altro episodio del duello tra il personaggio principale dell’opera e la sua ombra. Confusione, inganno, isolamento, tentazione, sono i caratteri principali della vicenda, ben tangibili sia leggendo il testo, sia ascoltando melodia e mood del brano.

Dalla sonorità rock alternative, I’m Fading è uno spaccato di vita, in cui i riferimenti spaziali, temporali e cognitivi lasciano spazio alla profonda consapevolezza di essersi persi.

 

Spiegano gli artisti a proposito del loro nuovo inedito: «I’m Fading è la raffigurazione di quel vortice in cui una volta nella vita finiamo tutti. Non si capisce più chi siamo, chi sta con noi e chi contro, dove sia la via d’uscita. L’unico riferimento è il punto più basso appena toccato».

Ecco cosa ci hanno raccontato!

I Bounce Back nascono in un periodo in cui “riprendersi”, che di fatto è proprio la traduzione del vostro nome, è importante più che mai. E’ un caso? 

Ciao ragazzi, piacere di conoscervi e di farci raccontarvi qualcosa di noi. Riprendersi è il significato, vero, ma non c’entra nulla col periodo. Il nome è stato partorito nel giugno del 2019, quando ancora il Covid non c’era. Abbiamo mantenuto il nome anche quado abbiamo concretizzato il progetto con la pubblicazione del nostro lavoro, sempre cercando di non cavalcare “l’onda Covid” a livello di associazione semantica col periodo. Non ci piace perché sarebbe stato sciacallaggio in quanto l’idea era nata per altri motivi.

Come sta procedendo questo periodo per voi? Il Covid vi è servito a qualcosa a livello artistico? Magari avete avuto più tempo da dedicare al disco? 

Allora, in realtà le demo erano pronte prima del Covid, mentre le registrazioni ufficiali si sono interrotte a causa del Covid nel marzo 2020. Prima della chiusura avevamo registrato in studio solo “Give you what you deserve”, che abbiamo pubblicato poi in quel periodo come sonda spaziale su Marte, per fare test e raccogliere dati.

Abbiamo poi congestionato le registrazioni in qualche settimana post primo lockdown, sacrificando forse la perfezione dell’ultimissimo riascolto del riascolto, a favore della fase mastering e mixaggio. Una volta preparate le tracce ci siamo trovati fermi da novembre 2020, proprio mentre stavamo preparando in elettrico i brani per i Live futuri. Questo è stato un grosso handicap, che ha spostato il focus sulla realizzazione di versioni acustiche e sviluppo della parte Social. In sostanza, sì, il lockdown ci ha arenato.

I’m Fading è un brano che parla dell’epidemia? In che modo?

Potrebbe sembrarlo, ma vi assicuro che non c’entra niente. Il testo, essendo parte di un concept album che parla di rinascita, si inserisce nella parte down, quando si tocca il baratro. In “I’m Fading” si ha quella sensazione di sospeso, solitudine, minaccia, irrequietezza tipica del punto percepito di non ritorno personale. Ognuno, nel proprio piccolo, credo si sia trovato nel periodo prima del proprio anno zero. Ecco, I’m Fading si colloca lì.

E’ vero che vi siete conosciuti online? Come? 

Si, sta volta è vero. Su un gruppo Facebook per musicisti, nel giugno 2019. E’ stata una cosa fulminea, appena pubblicato il post c’è stato il contatto.

Avete mai conosciuto altre persone online? Altri esiti positivi come la vostra “unione”?

Beh, il nostro attuale batterista l’abbiamo conosciuto online! Ci manca un tastierista, speriamo di essere altrettanto fortunati…

Avete sempre intenzione di pubblicare a breve il vostro primo album?

Si, crediamo di farlo ad inizio estate, accompagnato da un singolo allegro. Purtroppo, causa Covid, abbiamo navigato a vista e la data della pubblicazione è continuamente slittata. In ogni caso, al giorno d’oggi, è importante stare attivi e costanti coi singoli, in quanto i B sides non fanno così breccia…

 

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