Benvenuti in #Frittomisto, la vostra Caffellatte torturerà per voi con domande scomode, divertenti e sovversive, degli artisti scelti da lei ogni settimana
Amici lettori lo ammetto, sono letteralmente in chiusa con Lucifer; si si, lui, il diavolo gentile di Netflix. Ok, non c’entra nulla proprio nulla con la musica, eppure, vi dirò, quando ho iniziato a guardarlo, annoiandomi, con tutta onestà, per le prime dieci puntate, ho subito notato un aspetto estremamente affascinante che contraddistingue il protagonista e che, in qualche maniera, determina alcuni aspetti essenziali della serie.
La domanda “Cosa desideri davvero?”, così banale, così scontata, non ce la pone mai nessuno; allorché la mia mente, in automatico, ha creato letteralmente un crossover tra Lucifer e Frittomisto. Perché non chiedere agli artisti cosa desiderano davvero oggi? Al di là della loro musica, al di là di tutto. Scoprirsi scrivendo canzoni significa non accontentarsi, andare ben oltre la quotidianità, piuttosto utilizzare il quotidiano come mezzo di trasporto per creare cose nuove. E quindi, amici lettori, cosa desiderano davvero gli artisti? Eccoci accontentati.
Ho avuto il piacere di chiacchierare con Angelica, cantautrice originaria di Monza che si è fatta conoscere al grande pubblico come leader dei Santa Margaret. Dopo un disco e due colonne sonore intraprende la carriera solista inaugurata con l’album “Quando finisce la festa” che ha riscosso ottimi feedback di pubblico e critica portando Angelica nei principali club e festival italiani tra cui il MI AMI 2019, l’Home Festival e lo Zoo Music Fest. Nel 2019 ha collaborato con l’attore Giacomo Ferrara per il singolo “Vecchia novità”. Nel 2020 ha pubblicato i singoli “C’est Fantastique”, “Il momento giusto” e “L’ultimo bicchiere”, trittico di brani che porterà alla pubblicazione del nuovo album di inediti previsti per l’inizio del 2021.
Angelica, qual è la cosa che più desideri al mondo?
“La cosa che desidero più al mondo sarebbe poter comandare il tempo, come su uno stereo con le manopole un po’ anni novanta…mettere in pausa, schiacciare rewind o andare avanti. Perché il tempo è l’unica cosa che mi manca, sempre.”
Esce venerdì 20 novembre su tutte le piattaforme digitali “Comfort Zone”, primo singolo di Ida Nastri, pubblicato da Romolo Dischi e distribuito da Pirames International.
Un brano scritto nella difficile estate del 2020, “in piena pandemia, dove tra momenti di disperazione per la difficile situazione sanitaria e lavorativa ho deciso di reagire semplicemente non fermandomi, che fosse scrivere, studiare, registrare, produrre” afferma l’artista.
Cosa desidera davvero Ida nastri?
Firmerei ovunque un contratto in cui c’è scritto che potrò vivere dignitosamente con la musica, senza dover scendere a compromessi difficili da digerire o rispettare.
Il cantautore Francesco Aubry ha appena pubblicato il suo nuovo singolo e video, “Chitarrista”, una canzone che in realtà è… synth pop. Un brano ironico che se la prende con il protagonismo eccessivo di alcuni “artisti” delle sei corde.
Ecco la sua risposta alla domanda “cosa desideri davvero”:
“Sono padre di due capolavori e la cosa che desidero più al mondo è vederli felici e realizzati perchè li amo e vivranno in un mondo difficile.”
Una scelta azzardata ma rispettosa, quella che la cantautrice Elena Sanchi ha fatto con l’ultimo singolo: una cover del magnifico brano di Patty Pravo, scritto da Ivano Fossati e Oscar Prudente, “Pensiero stupendo”. Elena si avvicina al nuovo disco, in arrivo l’anno prossimo, con la propria versione di una delle canzoni più rivoluzionarie della storia della musica italiana.
Cosa desidera nel profondo?
“Il desiderio più grande e’ vivere la musica e cantare per chi come me si sente un eterno innamorato, un eterno irrisolto, per chi è sempre alla ricerca di una visione nuova capace di mantenere disperatamente vivi e felici, per chi a volte cammina male e inciampa spesso ma sa rialzarsi più ostinato di prima, per chi insegue la bellezza del viaggio mai il successo e per chi non si sente mai abbastanza ma non perde mai la speranza.”
Gabriele Slep è un cantautore siciliano, ma attualmente vive tra Milano e Roma. Lo scorso 14 ottobre ha pubblicato il suo ultimo singolo dal titolo Il mio più bel senso di colpa, un nuovo capitolo musicale che ruota attorno al concetto di “leggerezza” e che vede la produzione di Stefano Casali, in arte Nutty Dub (Funk Shui Project).
Qual è la cosa che più desideri al mondo e perché?
La cosa che desidero di più nella mia vita è trovare il mio posto nel mondo, nel frattempo mi impegno a lasciare dei segni ovunque vado. Ho scritto pure una canzone, Il Mio Posto nel Mondo, che se letta con una chiave più introspettiva, può portare gli ascoltatori al mio pensiero.
Io credo che ogni persona abbia i suoi sogni, le sue ambizioni. Io sto mettendo tutto quello che ho per far si che il mio talento, che è quello di creare musica e scrivere canzoni, possa diventare il mio lavoro, perché successivamente mi piacerebbe aprire una struttura dove chi ha un talento legato al mondo artistico – come danza, la musica, il disegno, la scrittura ecc. – possa essere formato e successivamente trovare la sua strada.
Prodotto da Ioska Versarsi per Flebo Records, missato e masterizzato da Francesco Tosoni (Noise Symphony), “Vivi a domani”, primo singolo dei Sirente propone un pop attuale e immediato che non trascura, in pieno stile it-pop, di attingere dalla tradizione cantautorale. La forza delle melodie è incorniciata da una produzione sia tradizionale nel suo essere “suonata” che moderna nell’utilizzo dei synth; un sound attuale con testi semplici concepiti per immagini e di facile immedesimazione anche grazie ad un canto che unisce perfettamente spinta e controllo.
Cosa desiderate nel profondo?
“Siamo accomunati dal desiderio di guardarci indietro un giorno e vedere che con la nostra musica abbiamo lasciato un segno nelle vite delle persone, diventando colonna sonora di momenti di vita vissuta (tutti, belli e brutti!). Speriamo di fare qualcosa di grande senza avere rimpianti, il tutto senza scordarci di sorridere sempre, perché uno dei doveri della vita è riconoscere la felicità quando c’è. Chi non sorride per noi, vive a metà!”
“Bene così” è l’inno disperato dello sparring partner che si attenua nella resilienza del sacco da boxe: sul ring del nuovo pop, Fotomosse fa il suo esordio con un singolo che sa di sangue e rock’n’roll.
FOTOMOSSE è lo sguardo sfocato di chi, nella vita, rifiuta le definizioni. Anni di borgata, feste di piazza e tanta Roma sulle nocche e sui ginocchi di chi un po’ le da, un po’ le prende, da sempre; ora, la volontà di mettere a fuoco – nel senso letterario – ogni fotografia del passato, per guardare in faccia il presente. “Bene così”, il suo primo singolo per La Clinica Dischi e Revubs Dischi, sale sul ring di tutte le piattaforme digitali dal 20.11.2020.
Cosa desidera davvero Fotomosse?
“Ho sempre iniziato tante cose senza mai riuscire a concluderle, con la sensazione di non essere mai nel posto e nel momento giusto, costantemente alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Quello che desidero di più è la sensazione di sentirmi finalmente a casa”.
Peccato è il nuovo singolo di DINOSAURO, dal 20 novembre su tutte le piattaforme digitali. Peccato è il quarto capitolo della storia, è il capitolo dove si fanno i conti con se stessi. “L’ho scritto in un periodo in cui ho messo in discussione tutto quello in cui ero coinvolto e ho ricostruito me stesso con una consapevolezza diversa. In quel periodo vivevo già con Jacopo, scrivevo il testo e lui me lo cantava sopra con la chitarra mentre cercavo ancora le parole giuste ed è uscita una canzone potente, vera e storta.”
Qual è la cosa che più desideri al mondo e perché?
In questo momento vorrei 60 miliardi di vaccini anti covid-19 perchè ho troppo bisogno di abbracciare gli esseri umani e ricordarmi che sono meno brutti di come sembrano.
INTERVISTA DELLA SETTIMANA: DILE
“Se si potessero misurare in euro il numero delle notti passate a fissare il soffitto o i cazzotti tirati contro il muro probabilmente sarei miliardario. Questi momenti sono diventati parole, queste parole canzoni, queste canzoni un album, il mio primo album”. È così che nasce “Rewind”, il primo album ufficiale di dile uscito il 20 novembre per Artist First/OSA Lab su tutte le piattaforme digitali. È un disco che nasce dal forte mix di sofferenza, alcool e notti in bianco.
Ogni brano attraversa consapevolezze differenti e forma un disco che, lavorato in un anno, segna il cambiamento artistico di dile. “Rewind” è un album che ha visto la collaborazione di diverse anime oltre a quella dell’artista. Sono infatti presenti 4 produttori: Federico Nardelli (Tangenziale, Perdersi e Rewind), Marta Venturini (vatuttobene e Venezia) Francesco Rigon (finoallesette, La Verità, America, Vodka, Domani e Giganti) Michael Tenisci (Stavamo bene veramente e Per caso). Inoltre, 3 autori hanno affiancato la penna di dile: Federico Galli (finoallesette, vatuttobene, Perdersi, Venezia, Tangenziale, Stavamo bene veramente, America, Vodka, Per Caso), Francesco Rigon (Rewind, Domani, Giganti), Alessandro Di Domizio (La Verità). Il sound di “Rewind” fonde una radice acustica con una prevalenza di pianoforte mischiata a suoni prettamente elettronici. E ora, ognuno di noi può leggere un diverso “dile” in ogni brano.
- Ciao Francesco, benvenuto in Frittomisto. Raccontaci il processo di creazione del tuo primo album REWIND.
- I miei brani nascono in maniera molto naturale, non so spiegare che tipo di meccanismo si va ad innescare in quel momento. I miei testi sono completamente autobiografici, forse per quello quando ascolto mi sale l’ansia.
Ogni singolo brano rappresenta un periodo o anche solo una nottata della mia vita infatti faccio estremamente fatica oggi a spiegare o a raccontare cosa stessi provando in quel momento. - In un periodo storico come questo, dove la musica viene fruita velocemente e dimenticata con altrettanta velocità, ci racconti cosa stai vivendo dal tuo punto di vista? Sensazioni circa te stesso e la musica di oggi in generale.
- Per quanto riguarda me ed il mio progetto, sarò sincero, preferisco concentrarmi sul fare buona musica e dire sempre la verità nei miei pezzi.
La musica in generale invece mi fa preoccupare un po’ di più. Io ad esempio ho avuto la fortuna di crescere in un periodo storico rappresentato da alcune canzoni che tuttora oggi sono considerate delle vere e proprie pietre miliari. Oggi invece c’è cosi tanto sovraccarico di contenuti che dopo tre mesi un brano è già considerato vecchio.
- DOMANDA DEL GIORNO, qui puoi davvero dar libero adito alla tua fantasia. Cosa desideri davvero e perché?
- Questa invece penso sia la domanda più difficile del mondo, io non credo davvero di essere stato mai in contatto con la zona del mio cervello dedicata ai desideri.
Finora ho fatto ciò che mi veniva spontaneo, ho iniziato a scrivere le mie prime cose quando ero solo un bambino, quando non sentivo ancora il bisogno di capire il motivo per cui stessi scrivendo. Ora sono cresciuto e sono ancora qui, con la chitarra in mano a scrivere quello che mi dice la testa. - Progetti futuri?
- Io sto continuando a scrivere come un pazzo, quindi nel mio futuro vedo sicuramente tanta nuova musica, ma più di tutto mi auguro di poter tornare al più presto sul palco.
Non vedo davvero l’ora di portare un po’ in giro il mio primo album.
Rubrica a cura di Giorgia Groccia AKA Caffellatte
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