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Giacomo Luridiana ci racconta il suo nuovo singolo “La Stagione”

Dal 3 dicembre è disponibile in rotazione radiofonica “LA STAGIONE”, nuovo brano di GIACOMO LURIDIANA presente su tutte le piattaforme di streaming dal 30 novembre.

LA STAGIONE” è una canzone che parla dell’inevitabile successione dei periodi, così nel mondo esterno come nel nostro universo interiore. Con questo nuovo pezzo, GIACOMO LURIDIANA riflette su come a volte sia impossibile evitare di esperire certe sensazioni, perché emozioni, sentimenti e relazioni hanno una vita e una morte proprio come le persone.

Dice, infatti, l’artista: «In autunno le foglie stanno per morire, e proprio per questo si vogliono prendere la scena con i loro colori accesi un’ultima volta prima di doversene andare».

Gli abbiamo chiesto qualcosa in più.

– Quale metafora volevi che La Stagione racchiudesse? 

Volevo notare le somiglianze tra le stagioni che cambiano attorno a noi, ognuna con una propria “personalità” più o meno soggettiva, e il succedersi di periodi caratterizzati da certi umori, sentimenti o emozioni al nostro interno; in particolare volevo concentrarmi su come sia inevitabile che queste stagioni vengano senza avvisare e poi vadano via per fare spazio alla stagione successiva.

– La Stagione è anche una canzone d’amore? 

Penso di sì. Non tutto quello che proviamo deve necessariamente essere rivolto verso o causato da un’altra persona, ma spesso è così e anche i sentimenti condivisi cambiano e hanno le proprie “stagioni”. In più, alla radice la canzone nasce da una vacanza in montagna con la mia ex, dall’osservazione di come un senso di pace si sia trasformato in una sorta di insofferenza.

– In un momento dove tutti rincorrono l’algoritmo di Spotify pubblicando singoli su singoli, tu come ti comporti? Quanto sono importanti i numeri per te? 

Certamente mi fa molto piacere quando vedo che una canzone ha tanti stream, più persone raggiungo con la mia musica più sento di star facendo un buon lavoro, anche se le due cose non coincidono in tutto e per tutto, ma penso che sia così per chiunque faccia musica. L’algoritmo onestamente non lo saprei interpretare se ce l’avessi davanti, non è sicuramente un crimine cercare di sfruttarlo per raggiungere fette di pubblico più ampie, basta farlo senza snaturarsi secondo me. Il mio obiettivo è raggiungere quante più persone possibile, ma non per il gusto di avere 5 milioni di ascoltatori ognuno dei quali ascolta una mia canzone una volta e poi se ne dimentica; voglio raggiungere tante persone per avere più chance di farmi ascoltare da qualcuno che possa trovare una connessione personale con la mia musica e che abbia genuinamente piacere ad ascoltarmi, poi se questo capita 100 milioni di volte ben venga, ma se dovesse capitarne cento, mille o diecimila sarei felice allo stesso modo.

– Qual il vantaggio di pubblicare singoli anziché un album? 

Un singolo ti permette di fotografare un momento, un dettaglio della tua vita che non deve necessariamente connettersi con nessun altro dettaglio; penso che un album, anche senza essere un concept album, sia per sua natura più adatto a fotografare un insieme di dettagli o osservazioni, è il ritratto di un periodo più che di un momento.

– Ci segnali un artista che hai scoperto da poco e di cui ti sei innamorato? 

Non li ho scoperti da poco, ma i Malihini sono straordinari secondo me. Ti sanno immergere in una canzone come pochi altri. 

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