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Gli Sneer ci raccontano il loro album di debutto “Young Again”, fuori per Record Y

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É uscito venerdì 22 marzo 2024 su tutte le piattaforme digitali, per Record Y il primo disco degli Sneer dal titolo “young_again“. Mescolando elementi di rock, funk, jazz, hip-hop e con un’attitudine lo-fi, il disco propone una variegata soluzione di numerose corte composizioni, prodotte ad hoc con una dose massiccia di post-produzione e strumenti alterchi dal loro normale utilizzo. Oltre a sax baritono, soprano e tenore, chitarra baritona, classica ed elettrica e batteria elettronica e acustica, il full-length si presenta distorto e compresso in un pacchetto di meno di 40 minuti. Un viaggio da sorseggiare sia a piccole dosi che tutto dʼun fiato.

Abbiamo parlato con Michele, il batterista, reduce da due giorni in Trentino con la band, ed ecco com’è andata.

1. Leggevamo da qualche parte che avete avuto tutti dei percorsi scolastici, anche per quanto riguarda lo studio della musica, abbastanza frastragliati. Il Conservatorio, alla fine che cosa vi ha lasciato?

Questa domanda, sarebbe da far rispondere ogni componente singolo per parlare di ogni singola esperienza. Diciamo che in generale, un istituto può insegnarti cosa, come, dove fare ma soprattutto nella sua inadeguatezza per vari motivi, ti può insegnare cosa, come, dove NON fare e cosa NON ti piace. E’ un esperienza formativa in un modo o nell’altro e a volte incontri persone simili a te. Esempio io (Michele) ho incontrato Francesco in Conservatorio.

2. Perchè il titolo “Young Again”? Fare un disco vi ha riportato ad una giovinezza / adolescenza che avevate perduto?

Il titolo del disco è un invito a tutti, ma proprio tutti a sentirsi giovani ancora. Sentirsi giovani è partire sempre con la mente da principiante (Cit.) e non avere paletti dettati dall’esterno.

3. Quanto ha influito il vostro retaggio rock sulla riuscita di questo disco? E con Frank Martino, il vostro discografico, vi siete capiti fin da subito per quanto riguarda influenze e sonorità?

Anche se tutti bazzichiamo il Jazz (chi più, chi meno) il Rock fa parte dei nostri ascolti, della nostra “attitudine” e della nostra palestra dove abbiamo praticato all’inizio il nostro strumento musicale. Frank lo conoscevamo, Massimiliano già suonava in un progetto suo ed è stato amore a prima vista.

4. Avere un’etichetta è importante in questo periodo?

Credo che avere un’etichetta sia piuttosto importante per dare un senso di comunità a quello che si fa e per l’ascoltatore avere più o meno idea di dove un nuovo disco possa portare.

5. Il vostro prossimo live?

Siamo appena tornati da una 2 giorni in Trentino, il prossimo concerto è per il Veneto Jazz Festival a Fiesso d’Artico (VE) dove con noi ci sarà un ospite speciale! 😉

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