“Hugomorales” è il terzo omonimo album in studio, in uscita il 12 maggio 2023 per la label indipendente Tazzina Dischi, suonato e registrato quasi per intero dallo stesso Emiliano Angelelli.
A tre anni di distanza da “Oceano”, torna Hugomorales, atipico progetto musicale ideato e capitanato da
Emiliano Angelelli (in passato era Elio Petri, con cui ha pubblicato due dischi tra il 2010 e il 2013).
Il suo è un indie psych pop con influenze che oscillano dal cantautorato alla folktronica, in un surreale e stralunato mix che “a tratti ricorda band come Animal Collective e Architecture in Helsinki”. Un ruolo importantissimo in queste dieci tracce lo ricoprono i testi, da sempre protagonisti indiscussi dell’universo Hugomorales.
Ad anticiparne l’uscita, i due singoli “New York” e “Banana Split”, accompagnati da altrettanti videoclip realizzati dallo stesso Emiliano Angelelli, a suggellare l’attitudine squisitamente do it yourself del progetto. Hugomorales usa drum machine e sintetizzatori vecchi quasi cinquant’anni, ma ama le schede audio e gli
effetti digitali.
Immergetevi nel suo variopinto habitat musicale, e buon ascolto!
Leggi l’intervista.
“Hugomorales, il tuo nuovo e omonimo disco, è un progetto che definisci “per bambini, animali e adulti ancora non compromessi dalla vita”. Raccontaci.
Hugomorales è innanzitutto un disco colorato. Un disco nato dalla voglia di immaginare i colori in musica. I colori pastello che usavamo da bambini per realizzare i nostri primi disegni. Amo la musica e la letteratura con diversi livelli di lettura. Quella musica e quella letteratura che può essere apprezzata da un bambino e allo stesso tempo da un adulto con tre lauree. Il progetto di questo disco è proprio questo. Per i bambini è facilissimo, ameranno sicuramente queste dieci canzoni. Ma per gli adulti che si volessero cimentare nell’ascolto serve una grande capacità immaginativa, una forte dose di curiosità e la volontà di liberarsi delle sovrastrutture.
Hai trovato molta ispirazione in Gianni Rodari, maestro della letteratura per bambini. Cos’è stato per te questo autore?
Rodari, insieme a tanti altri, mi ha insegnato ad amare il mondo dei bambini. A riscoprirlo da adulto. Mi ha insegnato a liberarmi delle sovrastrutture (almeno in fase di scrittura). L’ambizione di questo disco è realizzare con la musica quello che lui ha realizzato con la letteratura. Probabilmente ci sono riuscito solo in parte, ma questo è solo l’inizio di un lungo percorso di ricerca.
“Hugomorales” è il risultato di dieci tracce perfettamente mescolate tra loro. Qual è stata, tra queste, quella che ha dato il via al processo di scrittura di questo lavoro?
Il nucleo di questo disco è stato costruito intorno a “Mucca arcobaleno”, “Giraffe spaziali”, “Carota”, “Palazzo di gelato” e “Photoshop”. Sono stati i primi pezzi che ho scritto e l’idea era di mescolare le chitarre acustiche, i cartoni animati, la psichedelia, le batterie giocattolo, le tastiere Casio e i synth anni ’70. Se però dovessi citare un solo pezzo, direi che “Mucca arcobaleno” racchiude tutto quello che volevo dire in una sola canzone.
È un disco che nasconde, dietro le favole e mondi fantastici, un importante messaggio sociale?
Mi dispiace deludervi, ma non è così. Nei miei dischi non ci sono mai messaggi sociali diretti. Sono solo mondi immaginari a uso e consumo dell’ascoltatore. Ognuno chiaramente può leggere quello che vuole nelle canzoni. Una volta registrato e stampato il disco non mi appartiene più. Diventa proprietà, con tutto quello ne che consegue, di chi lo ascolta.
E i tuoi più grandi punti di riferimento musicali?
The Beatles, Flaming Lips e le colonne sonore della mia infanzia.
Se dovessi scegliere un colore da attribuire al disco. Quale sarebbe?
Magenta.
Dedicaci un saluto speciale. Grazie!
Ciao amici di Tutti Giù Parterre. Vi auguro una vita piena di mucche arcobaleno e palazzi di gelato.
Intervista a cura di ANDREA PASQUALINI.
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