I Bosco tornano con un nuovo singolo che porta il nome di “Leica“, fuori da venerdì 26 gennaio 2024, una canzone commovente che tratta il tema di Cernobyl e la celebre macchina fotografica. La canzone racconta di un’immaginaria scena del 1986, anno di nascita della Leica, in un periodo in cui le persone si trovavano a scattare foto, ignare del disastro che si stava per verificare, senza sapere che non sarebbero mai state meglio di così.
Con sonorità simili a quelle di artisti come Niccolò Fabi, Bianco, Baustelle, Brunori e I Cani, i Bosco creano ballate emozionanti sui synth elettronici, intrecciando diverse voci e loop musicali. Il singolo “Leica“, pubblicato e distribuito da McFly Dischi / Visory Records, è un inno all’amore e alla nostalgia, e con il suo tocco malinconico, riesce a mettere in musica ricordi e rimpianti di grande impatto emotivo.
Li abbiamo intervistati.
Come nasce di solito un brano dei Bosco?
I brani dei Bosco nascono quasi sempre da idee, appunti, piccole rec di melodie lasciate nelle note vocali che riprendo poi con la chitarra e registro per un provino al volo mandandolo alla band, il 90% di questi diventa canzone
Avete delle influenze musicali comuni? E c’è invece qualcosa che non vi mette d’accordo dal punto di vista musicale?
Abbiamo come fattore comune tutta il movimento musicale che viene dall’Inghilterra degli anni 90/00 alcuni di noi più marcatamente brit altri più rock, dai Blur ai Radiohead per intenderci, solo Giulia ha un passato e un presente più pop dove la voce femminile la fa da padrona. Negli anni ci siamo distanziati a livello musicale, Alessia adora Ryan Adams e i Frightened Rabbit, Francesco verso lo shoegaze alla Slowdive, Giulia anche su progetti italiani come Madame mentre io apprezzo molto anche i cantautori o band italiane, da Niccolò Fabi ai Baustelle.
Com’è nata l’idea dei Bosco? E cos’è successo dal 2015, anno in cui siete nati, al 2024, dove abbiamo sentito parlare di voi per la prima volta?
Bosco è nato nel 2014, una volta finita l’esperienza di noi tre (Alessia, Francesco e Daniele) con la precedente band The Shadow Line, un progetto indie-rock originale con matrice fortemente britannica, avevo dei brani pronti per un disco e l’incontro con Giulia ci ha portato a realizzare il nostro primo album nel 2015 e da lì non ci siamo più lasciati. Fino al 2020 abbiamo portato in giro il nostro album cercando di suonare il più possibile, purtroppo la pandemia, ci ha colpiti duramente e questo nuovo EP in uscita a marzo lo viviamo come una rinascita
Come raccontereste “Leica” a chi non l’ha ancora ascoltato? E chi dovrebbe assolutamente ascoltare questo brano, e in quale periodo della sua vita?
Leica è un brano che parla principalmente di vita, nonostante l’espediente narrativo sia legato ad un evento traumatico come il disastro di Černobyl’ che ho vissuto in prima persona, anche se avevo 6 anni ma ne sono rimasto profondamente colpito soprattutto dalle similitudini in termini di incertezza verso il futuro che abbiamo da poco passato. Mettendomi nei panni dell’ascoltatore suggerirei di ascoltarlo quando si vuole sentire qualcosa che colpisce dentro, stimolando i ricordi e le sensazioni di quando una fotografia era qualcosa di unico e irripetibile, “che resta”, appunto.
Quali sono i vostri piani per il resto dell’anno?
Tornare a suonare, come primo punto dei buoni propositi per l’anno nuovo, abbiamo tanta voglia di confrontarci di nuovo con il pubblico e con le band che vorranno dividere il palco con noi per stimolarci a vicenda musicalmente. Porteremo dal vivo il nostro nuovo EP, 6 brani, 3 prodotti da Matteo Cantaluppi (TheGiornalisti, Dimartino, Ex Otago, Canova, Fast Animals and Slow Kids, Dardust, Tommaso Paradiso, Bugo, Dente), 3 da Andrea Messina (Bartolini, Cost, Levriero) e Gianluca Danaro (Sadside Project, 1789, Supernova Collective), usciremo a marzo con un nuovo singolo e un video quasi cinematografico, vi aspettiamo!
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