Esce venerdì 11 marzo 2022 il video per Uroboro, singolo più recente del progetto Dejawood, fuori per Pioggia Rossa Dischi. Un nuovo capitolo per il trio di base a Roma che si impone nella scena indipendente con riff di chitarra dal sound desertico, secco ma alle volte più caldo e melodico, batterie, beat e percussioni incalzanti e dinamici che richiamano stili hip-hop ma anche caraibici e orientali, testi rap diretti ed espliciti ma anche intimi e metaforici. Uroboro è un pezzo metacomunicativo, ovvero parla direttamente all’ascoltatore, ponendogli delle domande dove non c’è una risposta giusta o sbagliata. L’intento è di proporre le innumerevoli alternative che ognuno di noi può avere di fronte ad un bivio concettuale e trattarle in chiave critica.
- È passato un po’ dall’uscita del vostro singolo “Uroboro”, ed ecco che ritorna con un nuovo video. Cos’è successo nel frattempo?
Si è passato un po’ perché ci vuole calma per fare le cose fatte bene, e ci siamo presi il nostro tempo per organizzare tutto il lavoro musicale e di promozione che ci aspetterà ad aprile, tra live e nuove uscite!
- Quanto Roma e l’ambiente romano ha a che fare con la vostra ispirazione e con la vostra musica? I Dejawood esisterebbero anche fuori da Roma?
Esistono tanti ambienti romani. Noi conosciamo quello degli indipendenti e dei collettivi che organizzano eventi musicali. Si comunque siamo stati influenzati molto dal “Mood romano” nel modo di stringere amicizie e collaborare artisticamente. Non sappiamo se esisteremmo anche fuori Roma, speriamo però che verremo ascoltati anche fuori da Roma!
- Quando siete entrati per la prima volta in contatto con il concetto di “Uroboro”?
E in che modo questo brano la rappresenta? Per la prima volta nei saggi di Jung con il discorso degli archetipi. Lo abbiamo trasposto poi nello sguardo verso la società e il linguaggio: tutto è dinamico e in continua mutazione e tutto dipende dal senso critico che si adotta quando si osserva o ascolta.
- Come nasce il vostro personalissimo sound? Per caso o per le vostre influenze che derivano dai vostri ascolti?
Nasce per caso nel senso che non ci siamo messi a tavolino nel progettare la formula giusta, anzi è venuto tutto molto spontaneo. Ma indubbiamente gli ascolti ci hanno fortemente influenzati. Tanto blues nordafricano, tanta elettronica e tanto rap.
- Prossimi step?
Aprile sarà un mese davvero importante per noi, uscirà il terzo singolo, usciranno delle sessioni in studio live e poi si tornerà a suonare. Faremo un tour in giro per l’Italia accompagnando in apertura i live di un progetto clamoroso. Non spoileriamo nulla per ora. Ma non vediamo l’ora.
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