Abbiamo intercettato i Little Pony, band italo americana che da pochissimo ha pubblicato un nuovo album dal titolo “Voodo we do“. Scritto durante diversi tour tra Italia ed Europa, prodotto da Nicola Tranquillo e la band, con la collaborazione di Albino D’Amato degli Almamegretta, registrato nei Vessel Recording Studios nel febbraio 2020 e masterizzato da Giovanni Versari. Nel 2020 i Little Pony diventano un quartetto. Il contrabassista del gruppo francese Guappecartò, Pierluigi D’Amore, si unisce alla band ampliando la sezione synth. A Febbraio 2022 esce il nuovo album per Soundinside Records
- Qual è la connessione tra stregoneria e musica?
Il Voodoo e’ solo una metafora con la quale giochiamo, soprattutto per il lato cupo e misterioso che evoca nell’immaginario collettivo occidentale. Una metafora che rimanda al concetto di rito, inteso però nella sua accezione più ampia. Un rito per entrare in contatto con sé stessi, evocando il senso magico del gioco, quello ad esempio dei bambini, istintivo E divertente ma serissimo al contempo, che permette loro di trovare soluzioni Semplici e geniali, a problemi spesso anche complessi. Contrapposto ad un sistema fatto sempre più di sintesi veloci e poco contatto reale, il nostro intento è liberarci tutti, lasciandoci trasportare dal flusso di una magia bianca, celebrando un immaginario rito catartico e salvifico.
- Perché è così difficile riemergere dopo questo periodo assurdo che abbiamo appena passato?
Immaginiamo che sia dovuto al surplus di incertezza e paura che questi due anni hanno portato. Si è passati dal no future al no present. Entrambi concetti nichilisti.
- Perché un americano si è ritrovato a Napoli a cantare in una band?
Ryan è arrivato in Italia nel 1997, per studiare arte, essendo uno Street Artist ed un pittore, oltre che musicista. Tra il suo girovagare per lo stivale ha incontrato la città di Napoli, che per lui è diventata una fucina creativa e dove ha incontrato noi, unendosi a delle performance buskers dalle quali più tardi ha preso forma la band.
- In che modo Nicola Tranquillo ha saputo influenzare il vostro sound?
In realtà oltre Nicola, che ci ha saputo valorizzare con le sue arti magiche dietro il banco mixer, costruendo un suono a questo disco, c’è stato il grande supporto di Albino D’Amato, dubmaster degli Almamegretta, che con determinazione ci ha veicolati verso queste forme di Vooodo alternative.
- Come state in questo momento, ora che il disco è uscito?
Super presi bene! Non vediamo l’ora di suonarlo live!
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