É uscito venerdì 26 aprile 2024, su tutte le piattaforme digitali e in vinile per All Right Riserva Recordz, il nuovo album dei Monolith Grows! dal titolo “Fear makes you pale“, capitolo definitivo che consolida la collaborazione della band con Carmelo Pipitone. A partire dalla tltle-track che ha anticipato quest’uscita e che ci ha introdotti in questo nuovo mondo oscuro e dal ritmo serrato, vuole descrivere come la paura prenda spesso possesso delle nostre vite e se non contrastata possa diventare la normalità, rendendoci “pallidi” e conformi.
A loro avremmo chiesto qualsiasi cosa, dal loro nome a ciò che hanno in programma per il futuro. Ecco un assaggio!
- Qual è il vostro legame con il sentimento della paura? Di cosa avete paura e come mai avete deciso di dedicarle addirittura un disco?
La paura domina diversi aspetti dell’esistenza umana, si nasconde in innumerevoli forme e maschere, dalla consuetudine sociale all’istinto di autoconservazione. L’errore più grande che si può fare è fuggirla, ignorarla, scacciarla. La paura è lì, bisogna accettarla, soppesarla e quando si può, aggirarla. Se non lo si fa si diventa appunto “Pallidi”
- Dopo dieci anni, oggi un nuovo disco con l’etichetta All Right Riserva Recordz. Avete capito cosa deve avere ed offrire un’etichetta discografica perché sia quella giusta per voi?
L’etichetta è uno degli ingranaggi della squadra, la cosa che deve avere è uno staff in grado di incastrarsi bene al suo interno. Dietro ad un lavoro discografico ci sono tutta una serie di dinamiche e anche di figure professionali a cui il pubblico spesso non pensa e non è scontato che tutti vadano sempre d’accordo. All Right Riserva è sempre stata disponibile ad accogliere le nostre richieste, senza mai impostare il rapporto su dinamiche gerarchiche.
- Qual è il significato del vostro nome, Monolith Grows?
Quando io e Andrea abbiamo cominciato volevamo che il nostro nome richiamasse da subito la musica che avevamo in mente. Qualcosa di pesante, compatto e duro. Inizialmente eravamo solo “Monolith”, aggiungemmo “Grows!” qualche tempo dopo perché, a parte i numerosi casi di omonimia, aggiungeva l’elemento della crescita e della trasformazione e quindi rispecchiava ancora più accuratamente il nostro percorso musicale.
- E cosa avete in programma per i prossimi mesi di vita di questo nuovo disco?
Stiamo lavorando al tour, per ora la risposta del pubblico nei primi live è stata ottima! Siamo convinti che la dimensione live sia quella che più ci appartiene e dove riusciamo meglio a coinvolgere il nostro pubblico, quindi state all’erta che tra poco annunceremo con sommo gaudio tutte le date!
- Un obiettivo che avete raggiunto, e che non avreste mai creduto di poter spuntare tra la lista delle cose da fare?
Beh personalmente lavorare con Carmelo è stata una cosa che mai avrei pensato di fare. Ricordo benissimo la prima volta che vidi dal vivo i Marta sui Tubi e come il suo modo di suonare mi lasciò folgorato. In quel momento capii che si poteva essere potenti e violenti anche senza un fuzz. Quella musica mi ha ispirato per tanti anni, anche se poi il collegamento tra la mia band e il suo stile lo trovai quando uscì “Ramagehead” degli O.R.K..
What do you think?