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I PVSSY ci raccontano il loro nuovo disco “Mantis”

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Con uno spirito particolarmente sfrontato e ironico, i PVSSY hanno pubblicato da poco “Mantis”, nuovo disco e celebrazione della nuova band, nata dall’incontro tra i Morbosita con la vocalist Giuliana Maffei. Nei sei pezzi dell’ep emerge una grande energia, una carica rock molto potente, mentre dalle risposte alle nostre domande si può notare una certa dose di autostima.

Cosa vi ha spinto a unire le vostre esperienze musicali e formare i PVSSY?

Abbiamo riconosciuto immediatamente di avere passioni e influenze in comune che, anche quando non erano prettamente identiche, portavano comunque a un connubio che andava a creare senz’altro innovazione.

Qual è stato il momento più memorabile durante la registrazione di “Mantis”?

Quando Nick Beggs ci ha telefonato per dirci che aveva chiaramente capito che la nostra musica risuonava esattamente con una certa razza aliena che lui conosce personalmente, denominata Mantis. Da lì, il nome del disco. Ci piacerebbe senz’altro celebrare questo antico gemellaggio cosmico con una bella cena nel ristorante “Il Deserto” di Livorno (LI).

Come è cambiato il vostro approccio alla musica da quando eravate i Morbosita rispetto ai PVSSY?

Volevamo chiaramente distanziarci da progetti di nicchia quali Eminem, i Black Eyed Peas, Rihanna e Giorgio Gaber (Il nostro signor G), che si limitano a concentrarsi sui follower dei pianeta terra; ed avendo scoperto di essere consoni ai gusti, e perché no, alle gestualità sonore di questi marziani (non solo di marte, si fa per dire!), abbiamo deciso di estendere il nostro pacchetto vendite ad un target più ampio.

Qual è il significato dietro il viaggio sonoro rappresentato nei testi di “Mantis”?

Con i testi Mantis, abbiamo voluto interpretare la questua umana della ricerca del Sé, andando a celebrare tutte le tappe dell’antico percorso animico, la cui meta è una Fonte raggiungibile solamente attraverso l’ingresso nella Sala dell’Apprendimento.

Qual è stato il brano più difficile da scrivere e registrare per “Mantis”?

Sicuramente Mary’s Way, che essendo un’intricata orchestrazione di elementi elettronici e acustici che si dipana in tempi irregolari, ha comportato una notevole complessità esecutiva nel momento della performance, considerato che non avevamo avuto il tempo di studiarlo, né di provarlo in sala.

 

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