Una delle frasi ricorrenti di Loris Dalì è “Sono famoso l’anno prossimo dal 2014”. In realtà forse non ha nemmeno voglia di diventare “famoso”, qualunque cosa voglia dire. Loris Dalì è un cantautore che vive appieno la sua vita da artista, sia mentre porta in giro la sua musica che quando si esibisce chitarra e voce dopo aver cucinato in qualche ristorante a Silvi Marina. Ha da pochissimo pubblicato il suo nuovo singolo “Se citofoni scendo”, che anticipa l’uscita del nuovo ep “CASA Dalì”, disponibile in digitale da venerdì 4 ottobre.
Per l’occasione, abbiamo scambiato qualche parola con lui:
Chi è Loris Dalì nella musica e chi è invece nella vita di tutti i giorni?
Devo ammettere che in passato un po’ mi sono atteggiato e ci è voluto del tempo, ma alla fine sono riuscito a far combaciare la vita di tutti i giorni alla mia vita artistica. Oggi sono un cantautore stagionale e lo sono sempre. Lo sono d’estate quando lavoro come cuoco ed esco a fine servizio per cantare una canzone in sala e lo sono d’inverno, quando mi dedico solo alla mia musica. Anche la mia musica parla della mia realtà di tutti i giorni e di ciò che mi stà intorno. Nella musica sono ciò che sono nella vita quotidiana.
Quali sono, secondo te, i progetti più interessanti dell’attuale scena musicale italiana?
Francesco Motta con la sua musica riesce ad essere attuale, ma con una attitudine al passato. E poi il suo nuovo progetto “Sona” è molto interessante. Apprezzo l’idea di Calcutta, ma non lo ascolto quasi mai. Cesare Cremonini, in questo momento, forse è il più bravo di tutti, non l’ha ancora scritta ma credo scriverà la canzone delle canzoni. Forse non sono riuscito ad essere molto “attuale” perché mi suonano interessanti quei progetti musicali remoti che riescono ad essere nel presente, ma con la loro identità e senza scendere a compromessi. Mi vengono in mente i Verdena, i Tre Allegri Ragazzi Morti, i Calibro35.
Ci sono degli elementi ricorrenti nei tuoi brani? Quali sono?
Ci sono sicuramente degli elementi ricorrenti nei testi e negli argomenti. Forse uno di questi è l’ironia di cui in certi casi ho anche abusato. Poi l’amore in tutte le sue sfaccettature, dal matrimonio al sesso e basta. Ma se dovessi trovarne uno in comune direi gli arrangiamenti “casalinghi”. Ho registrato per altri progetti in studi anche super professionali, ma ogni canzone dei miei quattro dischi finora è stata registrata in case adibite a studio o in studi montati dentro case. Per rispondere alla domanda sono andato a verificare ed è così, 47 canzoni e tutte registrate in casa.
C’è un messaggio che vorresti trasmettere con “Se citofoni scendo”?
In questa canzone descrivo la mia vita da cantautore stagionale tra fornelli e canzoni e non c’è un vero e proprio messaggio diretto che voglio trasmettere. Tra le righe vorrei dire che c’è sempre tempo per cercare di vivere la vita che vuoi, soprattutto a quelli come me della Generazione X, cioè i nati tra il 1965 e gli anni 80, che si sono ritrovati adulti in un mondo completamente diverso da quello che gli era stato prospettato. Nel mio lavoro stagionale parlo spesso con turisti miei coetanei che, forse presi dalla vacanza e dalla situazione, mi confidano di essere sconfortati dalla vita che vivono. Persone che avevano sogni, ma si sono rassegnate a che rimangano tali. Non è facile, forse si dovrà cambiare città, lavoro, idea, ma c’è ancora tempo per cercare di vivere la vita desiderata.
Progetti per questa ultima parte dell’anno?
Da qui a fine anno mi dedicherò alla promozione del disco e ad organizzare le date del tour, ma lavorerò anche alle prossime uscite che sono un altro disco a fine estate 2025 ed un libro a fine estate 2026. Anche le mie uscite sono stagionali.
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