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Il Conte Biagio si racconta in attesa del live al Serraglio (Milano). Leggi l’intervista

Il 5 Aprile, Il Conte Biagio live al Serraglio.

Intervista a cura di Angela Ieriti

Il Conte Biagio è un cantautore campano classe ’89. In occasione del suo prossimo live al Serraglio del 5 Aprile, di cui Tutti Giù Parterre è partner ufficiale, abbiamo voluto fargli qualche domanda.

Come è nata la tua passione per la musica e come è nato il progetto Il Conte Biagio?

E’ iniziato tutto molto tempo fa, negli anni ’90. Sai, credo che alle persone non interessi un granché di quello che hai fatto prima ed è giusto così… ma di lavoro dietro ce n’è stato. Il Conte Biagio invece é nato qualche anno fa nella mansarda di Palomonte e nei bar di provincia dove ho fatto i primi concerti chitarra, voce e grancassa.

Hai girato l’Italia facendo il busker, come è stata quest’esperienza?

Sì, avevo da poco pubblicato l’album e stavo pensando a come promuovere le canzoni del disco. Così m’è venuto in mente di realizzare il Super Social Tour. Grazie ad una campagna di crowdfunding su Musicraiser mi sono fatto 10 città in 10 giorni da Milano a Catania come musicista di strada. La mattina mi spostavo in treno, il pomeriggio suonavo per strada e di sera caricavo un video della giornata sui social. Ero da solo a fare questo viaggio così chiedevo ai passanti di darmi una mano con le riprese. Un’esperienza fantastica, credo irripetibile.
(ecco il video diario del Super Social Tour)

A Ottobre 2018 è uscito il tuo ultimo singolo Hype per Dischi Milano; raccontaci di cosa parla il
brano.

Parla di quel fenomeno, talvolta insensato, di creare mistero, attesa spasmodica, dietro le nuove uscite discografiche e non… il cosiddetto “Hype”. Ero un po’ incazzato per l’attenzione che tutti, in quel momento, stavano rivolgendo ad un nuovo discografico. Poi l’ho presa a ridere e da lì è nato il pezzo. Nel testo dico “sta arrivando un pezzo, mamma e che pezzo che arriverá tutti già che ballano, nessuno lo capirà”.

Uno dei miei pezzi preferiti è La Mia Depressione. Quando l’hai scritto? Secondo te i momenti brutti nella vita possono rappresentare uno dei passaggi fondamentali nella carriera di un’artista?

La mia depressione l’ho scritta come nota vocale credo tre anni fa sulle montagne di Colliano, vicino casa. Qualche momento brutto l’ho avuto e, devo dirti, proprio in quei momenti ci sono state delle evoluzioni, anche musicali, ma credo che si possano scrivere belle canzoni anche quando si è felici.

 

 

Hai partecipato a uno dei live organizzati da noi di Tutti Giù Parterre, al circolo Ohibò di Milano. Cosa ci racconti della tua esperienza nei festival e eventi simili al nostro in cui condividi il palco con altri artisti? Ti piace?

Sì, mi piace molto! Soprattutto quando condividi il palco con artisti che stimi. Mi è capitato con Riccardo Senigallia e Blindur ad Intercettazioni Festival di Contursi Terme, con Francesco di Bella al Lanificio 25 di Napoli e con Roberto Billi (I Ratti della Sabina) a Villa Ada Roma. È sempre bello, perché nei festival ci sono mille variabili e imprevisti. Si imparano molte cose, soprattuto quando devi salire, attaccare il jack e suonare.

Progetti futuri? Hai già in programma la pubblicazione di un nuovo singolo?

Per ora non posso anticipare nulla, ma ho un album nel cassetto!

 

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