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Il Tempo delle Donne, il racconto del festival

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Come da tradizione a settembre si è tenuto a Milano il festival Il Tempo delle Donne organizzato dal Corriere della sera. Dal 12 al 15 settembre la Triennale di Milano si è riempita di gente pronta ad assistere ai numerosissimi eventi che la rassegna propone ogni anno. Noi della redazione di Tutti giù Parterre abbiamo presenziato alla giornata di chiusura di domenica 15. La giornata si è aperta per noi con un talk del musicista e content creator Pietro Morello dal titolo La mia vita monocolore. L’incontro si è tenuto presso il teatro dei burattini nel giardino della triennale ed è durato circa un’ora. In questo lasso di tempo Pietro Morello ha raccontato della sua esperienza come volontario in viaggi umanitari in cui cercava, tramite la musica, di educare e intrattenere bambini bisognosi in giro per il mondo.

Finito il talk ci siamo spostati all’interno della Triennale, nell’Agorà, dove la linguista Vera Gheno teneva un workshop dal titolo Per essere una donna, sei brava… durante il quale ha affrontato i luoghi comuni e gli ostacoli che si trovano ad affrontare le donne in ambito lavorativo.

Dopo una breve pausa abbiamo ripreso gli incontri nel pomeriggio con un’intervista a  Katia Follesa dal titolo Genitori spaventati, genitori afflitti. La comica ha dialogato con l’intervistatrice Greta Sclaunich sulle difficoltà di essere genitori nel teatro dei burattini in Giardino.

Dopo di lei siamo andati all’ultimo evento prima del grande concerto finale: Valerio Lundini e il suo gruppo, i Vazzanikki hanno divertito il pubblico in giardino con la loro satira e musica surreale e no sense.

Lo spettacolo finale è iniziato alle 21.00 nel Teatro dell’arte dentro la Triennale. Ad aprire le danze è stato Riccardo Zanotti in dialogo con Andrea Laffranchi. Dopo di lui è toccato a La Rappresentante di Lista. Il duo ha inaugurato la performance con una versione rivisitata de La libertà di Giorgio Gaber: non più “vorrei essere libero come un uomo” ma “vorrei essere libero come una donna” interrogando il pubblico femminile su cosa significasse per loro libertà. Dopo di loro è stato il turno di Vasco Brondi e infine è toccato ad Angelina Mango chiudere la serata. La cantautrice, da poco reduce dalla vittoria al Festival di Sanremo e dalla sua partecipazione all’Eurovision ha cantato tre brani del suo disco Poke Melodrama. Prima ha eseguito Gioielli di famiglia e Smile poi ha concluso l’evento (e la rassegna) con La Noia.

Anche quest’anno Il Tempo delle Donne non ha deluso e ha dimostrato di essere un festival inclusivo e ricco di eventi, dibattiti, musica e workshop estremamente interessati e indirizzati ad un pubblico di tutte le età.

A cura di Lorenzo Algieri

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