É uscito venerdì 23 febbraio 2024 il nuovo singolo de Il Triangolo, fuori per Piuma Dischi e in distribuzione The Orchard. Un nuovo brano dal titolo “Figli dei nostri genitori” che pone l’unica vera domanda che ci siamo posti tutti, almeno una volta. Che cos’è la vita senza amore? Il Triangolo apre così il suo nuovo singolo con questo quesito generazionale. Arriva infatti un momento della vita in cui si smette di essere soltanto figli: solo allora si riesce a perdonare e a diventare adulti, ed è solo grazie all’amore che possiamo varcare questo confine.
Questa canzone parla del tempo che passa, della crisi dei rapporti e della loro rinascinta, della paura di avere figli e del coraggio di non averne. Nel 2012, Il Triangolo scriveva “giurami che rimarremo sempre giovani“, ma questa canzone oggi rappresenta la sua antitesi, forse il loro pezzo più importante, dove si smentiscono e allo stesso tempo confermano quello che hanno sempre cantato, con il riverbero acceso e gli occhi lucidi.
Loro sono un progetto di resistenza musicale, di quella scena con la musica suonata davvero e il sudore addosso. Li abbiamo intervistati.
Le vostre influenze sono cambiate nel corso del vostro percorso? E in quest’ultimo periodo in particolare, c’è qualche nome che vi ha colpito più di altri?
Si le nostre reference sono sempre state varie e ci è sempre piaciuto mischiare le carte. Forse questa è la prima volta che siamo riusciti a concentrarci su di noi e siamo diventati l’influenza di noi stessi. Questo succede quando invecchi. Ultimamente comunque la band che mi ha colpito di più sono i Big Thief.
Qual è il vostro rapporto con i numeri, le recensioni e i confronti con il vostro passato? Avete un percorso abbastanza importante, avete quindi mai paura di fare meno di ciò che avete già fatto?
Abbiamo quasi sempre avuto buone recensioni, abbiamo sempre fatto più fatica ad avere grandi numeri, ma direi che questo forse ci ha permesso di conservarci in un certo modo. Direi che non abbiamo paura di fare peggio di prima, e posso aggiungere che nell’ultimo periodo siamo molto soddisfatti della nostra evoluzione.
E per scrivere cose nuove, tenete conto dei gusti del pubblico, oppure vi muovete liberi di sperimentare? Pensiamo per esempio al primo disco, molto diverso dal secondo. Come sarà invece il terzo?
Forse lo facevamo un tempo, ora non più, abbiamo capito che non piace a noi e non serve a quello a cui pensi possa servire. I nostri primi 3 dischi hanno 3 anime molto diverse, e il quarto forse sarà una sintesi capace di descriverci al meglio, ma non lo sappiamo ancora neanche noi.
E rispetto a qualche anno fa, riuscite a suonare quanto prima? Come mai secondo voi ci sono stati tutti questi cambiamenti per quanto riguarda la musica live nell’ultimo periodo?
In questi ultimi anni riusciamo a fare meno live rispetto ai nostri inizi. Attualmente il problema più grosso è che sono spariti i locali di media portata, oggi tutti puntano ai palazzetti, altrimenti non sei nessuno, mi sembra una dinamica abbastanza malata.
E con che tipo di strumentazione avete lavorato a questi nuovi pezzi? Qualche new entry in particolare?
Gli strumenti di base sono sempre gli stessi: choitarra, basso e batteria, ma la grande novità di questi ultimi pezzi è stata l’introduzione degli archi, e per questo dobbiamo ringraziare il mitico Raffaele Scogna, che li ha scritti e suonati per noi.
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