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Il viaggio in musica di Andrea Di Donna: “Cadillac” è il suo primo singolo

 

Articolo a cura di Umberto Matera.

 

Andrea Di Donna comincia il suo viaggio da solista nel panorama musicale italiano. Lo fa con “Cadillac”, una canzone immediata pubblicata senza pensare troppo che racconta un’istantanea di un mondo che corre sempre più veloce.

 

 

“Cadillac celebra il fuori programma, qualcosa che porta con sé il ruggito, l’entusiasmo e la vitalità di
un’identità appena venuta al mondo”

 

Andrea Di Donna è un cantante e musicologo romano impegnato, negli anni, in diversi contesti artistici italiani. Nel 2014 a fianco dell’attore, regista e drammaturgo Filippo Timi, canta, recita e compone in Skianto, tragi-commedia teatrale scritta e diretta dallo stesso Timi. Anche il campo cinematografico e televisivo fornisce ad Andrea importanti occasioni: “Tomorrow to shine”, prodotta da Fabrizio Ferraguzzo, viene inserita nella colonna sonora del film di Aldo Giovanni e Giacomo “La Banda dei Babbi Natali”, e “Half of you” entra a far parte della colonna sonora della fiction prodotta da Rai fiction e Cattleya dal titolo “Tutto può succedere”. Dal 2015 è cantante dell’orchestra Come mamma m’ha fatto, diretta dal Dj Max Scoppetta. Il brano d’esordio del progetto solista di Andrea, dal titolo “Cadillac”, è disponibile in digitale dal 16 aprile 2021 distribuito da Artist First.

“Cadillac” è un viaggio breve, ma infinito, una fotografia scattata in un istante fulmineo ed incorniciata da un ritmo ostinato e due basilari accordi precipitosi. La produzione del brano è stata curata dall’artista stesso, mentre per la fase di mix e master il brano vede la collaborazione di Fabio Rizzo (Indigo Palermo).

Abbiamo deciso di saperne di più e di fare quattro chiacchiere con Andrea per sapere di più riguardo il suo vivere la musica “mentre tutto il mondo che scorre veloce come una Cadillac”.

 

  • “Cadillac” è stato scritto è registrato molto velocemente, in controtendenza con un periodo in cui il mercato discografico ha tempi molto lunghi e gli artisti pubblicano brani scritti anche anni prima e lavorati per lungo tempo. Quanto è importante l’immediatezza di pensiero nella musica di oggi secondo te?

 

 

Da sempre, secondo me, nelle logiche spesso imprevedibili del mercato discografico, a contare dovrebbe essere la coerenza e convergenza tra il momento in cui si scrive la canzone e il momento in cui si pubblica la canzone. Ma questo non è sempre possibile, e non lo è per tutti. Quando studiamo la storia della musica, sappiamo che quel compositore ha scritto quell’opera in quel periodo, l’ha sottoposta a varie modifiche nel corso dei mesi o degli anni e poi l’editore l’ha pubblicata. Successivamente saranno eventualmente seguite ulteriori modifiche, e quindi chi studia quel dato compositore sa che quella data versione dell’opera è diversa da quella che le precede. Quello che conta, quindi, non è tanto il pubblicare l’opera il giorno stesso in cui la si è scritta, ma che l’artista specifichi e faccia ben presente al suo pubblico la distanza temporale tra quando l’ha scritta e quando è uscita: così da non far perdere il filo con la sua storia e con quella del suo repertorio. Cadillac è uscita 8 mesi dopo la sua nascita. L’ho scritta di getto il 27 agosto 2020. Possiamo dire che racconta della vita di Andrea oggi, o della vita di Andrea nell’estate del 2020? Credo che trascorrere mesi nella preparazione della release abbia reso la mia mentalità sicuramente attenta ad altre novità, ma mai completamente separata dal clima di Cadillac. 

 

 

  • Quanto contano le collaborazioni col mondo del cinema e della recitazione per la tua musica?

 

 

Enormemente. Non solo perché scrivere è un “dramma”, ma soprattutto perché ti devi spostare nello spazio, devi percorrere luoghi, devi fingere per ritrovarti e perderti e ritrovarti, devi sfogliare, cascare per terra, spostare il microfono perché lì in quella data posizione non va bene, devi entrare in una parte, poi in un altra, finché non ne puoi più. Ed ecco che all’improvviso arriva la sintesi, e ci sei solo tu. La principale collaborazione teatrale è stata quella con Filippo Timi in Skianto, spettacolo meraviglioso in cui lui recitava e io cantavo e suonavo canzoni mie. Per trovare la scena, il tono di voce, l’intenzione, Timi faceva di tutto: diventava altro, poi tornava lui, poi usciva, poi rientrava, si buttava per terra, urlava, lanciava, cercava, fino allo sfinimento. Non ho mai visto nessuno così desideroso di trovare la chiave. 

 

Cover di “Cadillac”

 

 

  • Ci sono stati dei brani o degli album in particolare che ti hanno influenzato per la scrittura di “Cadillac”?

 

 

Non saprei dire cosa mi abbia influenzato di più. Molti hanno associato il brano al repertorio di Lucio Dalla e Rino Gaetano, artisti straordinari, ma che sinceramente non ho mai ascoltato davvero come chi si dice loro fan. Se sentite bene alla fine c’è anche un pò Michael Jackson, Ray La Montagne, artisti che sicuramente ascolto quotidianamente. Insomma un pò tutto ciò che mi piace e che in quel momento, chissà come, si è andato a combinare in un certo modo nella mia testa. Ho preso un pò di ciò che mi suonava meglio cantando in italiano e l’ho fiondato nel mondo angloamericano. 

 

 

  • Qual è la meta del viaggio del quale “Cadillac” è colonna sonora? Con chi condivideresti questo viaggio?

 

 

Non c’è meta, solo un viaggio infinito. Lo condividerei con mio zio, Paolo, che però è morto nel 2007. Quindi con tutti quelli che mi vogliono bene e a cui voglio bene, ovvero con tutti quelli che somigliano a mio zio. 

 

 

  • Quanto i tuoi studi da musicologo ti influenzano nell’approccio con la musica moderna?

 

 

Totalmente. Sono un chiacchierone. E spesso me ne esco con delle affermazioni piuttosto perentorie su un brano contemporaneo pop indie, come se stessi parlando di Schuman. Do enorme valore a tutta la musica. 

 

 

  • Cosa dobbiamo aspettarci dopo “Cadillac”? Un EP? Un Album?

 

 

Sicuramente altre canzoni, e poi forse un EP o un album. 

 

 

  • Noi di Tutti Giù Parterre siamo molto legati al mondo del live: con quale artista della scena attuale ti piacerebbe dividere il palco?

 

 

Emma Nolde.

 

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