IN ARTE GIBILTERRA IN COSMOPOLITAN:
L’HORROR VACUI DANZATO TRA LE LENZUOLA
Recensione di Giorgia Groccia
Dopo il clamore suscitato dal singolo d’esordio “Cornice”, In Arte Gibilterra, al secolo Gian Marco Massari, torna a cavalcare la scena con il singolo dal titolo “Cosmopolitan”, targato LIMONATA DISCHI.
Il videoclip, scritto e diretto da Antimo Campanile, racconta l’horror vacui danzato tra le lenzuola, una profonda crepa da risanare, la solitudine narrata mediante l’unione.
L’ambientazione, composta da luci soffuse e calore umano volontariamente plastificato, è il contorno ideale per condire un racconto che esula l’amore per lasciar spazio al denaro, al cinismo, alla mercificazione del corpo; osservando meglio i protagonisti e, sopratutto, bypassando la mera carnalità messa alla mercé dello spettatore, si intravede nitidamente rabbia, delusione e rivincita, il desiderio di dominio, bisogno di colmare vuoti incolmabili, l’esigenza di essere dominati: tutto il contrario di tutto. Il voyeurismo proposto da Campanile è necessario; i nostri occhi devono guardare, vengono guidati verso una memoria inconscia, i corpi come fossero involucri vuoti, contenitori di organi e nient’altro. Queste sensazioni impellenti non vengono necessariamente suggellate dall’atto sessuale, bensì l’atto stesso diviene sineddoche, parte per il tutto. Lo spettatore inorridisce, si eccita, spende views per riguardare più volte il videoclip: il gusto nell’osservare ravvicinatamene l’intimità altrui e scoprirne all’interno i propri particolari, le proprie debolezze, le proprie fragilità.
“Cosmopolitan” è una canzone nata grazie a delle frasi di un libro di Murakami, attorno al quale In Arte Gibilterra ha costruito una vera e propria storia, aggiungendo scorci di sue esperienze personali. Il brano parla di una ragazza introversa che costringe se stessa in un ruolo che non le appartiene, finendo così per perdere rovinosamente la persona che l’aveva tanto amata.
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