Daniele Faraotti, cantautore bolognese dal lungo e ricco curriculum, ci porta con lui in studio dove è nato il suo nuovo disco EP! EP! Urrà!
Daniele, il tuo nuovo album si chiama EP! EP! Urrà! Ci racconti innanzitutto dove l’hai scritto?
Ho scritto Ep! Ep! a casa. Per la precisione nel mio studio di Castenaso (BO) a casa di mio fratello. A parte il mio primo album, Ciò che non sai più, del 2008, sono stati composti tutti lì.
Come si è strutturato il processo creativo del disco? Hai scritto prima le musiche o i testi?
Parto sempre dalla musica. Le parole arrivano in coda al lavoro, talvolta poco prima di registrare la voce definitiva.
Quali erano i tuoi pensieri mentre componevi le canzoni? Alcuni di questi hanno influenzato sonorità e liriche?
Nessun pensiero. Non sia mai. Il pensiero è nemico della creatività. Essendo che scrivo i testi dopo le musiche, ecco, nella stesura dei testi sì, qualche pensiero mi sovviene. Un pensiero trovato, che ha scatenato qualcosa. Una frase, una paginetta tratta dal libro che sto leggendo in quel momento. Oppure la mia personale YouTube playlist titolata TESTI. Ogni tanto la consulto quando a corto di idee.
Che artisti stavi ascoltando mentre scrivevi EP! EP! Urrà!?
Nessuno in particolare. Ascolto meno di un tempo, ma ho ascoltato talmente tanta musica da fare invidia alla coscienza collettiva. A un orecchio attento e preparato le paternità sicuramente salteranno al naso, volevo dire all’orecchio.
Come si è svolto invece il processo di registrazione e produzione del disco? È cambiato qualcosa nei brani rispetto al momento in cui sono stati scritti?
Ho registrato tutto in casa, tutto da solo, con solo suoni della daw suonati con una piccola keyboard. Qualcosa è cambiato sì, piccoli aggiustamenti in fase di mixaggio. Grazie all’apporto di Ivano Giovedì, il fonico che ha mixato e masterizzato l’album. In fase di mixaggio è stato prodigo di buoni consigli e ottimi suggerimenti. Ha finito per produrre l’album.
Qual è la tua parte preferita e quella che ti piace di meno dell’intero processo di nascita di un disco, dall’ideazione alla sua incisione?
Quella preferita sicuramente quella di elaborazione, che di solito coincide con la parte dell’arrangiamento. Quella che mi piace meno direi la scelta della take migliore per il cantato finale. Non sopporto la mia voce, per cui faccio una tonnellata di versioni della stessa canzone. Puoi capire la noia nel comparare tutte quelle versioni tra loro.
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