Jerry De Sario, esperto musicista e autore milanese, ci porta con lui in studio dove è nato il suo nuovo disco Radio Elisir.
Jerry, il tuo album si chiama Radio Elisir. Ci racconti dove l’hai scritto?
L’ho scritto sia a Milano dove abitavo, che a Gorgonzola in Brianza dove risiedo attualmente. Devo però aggiungere che ogni singolo momento è stato utile per l’ideazione e la scrittura dell’album.
Come si è strutturato il processo creativo del disco? Hai scritto prima le musiche o i testi?
Per quanto riguarda Radio Elisir, il mio processo creativo si è mosso prima, con la realizzazione di una precisa struttura strumentale sia armonica che melodica, in una seconda fase quando ogni singolo brano si era ben assestato rispetto la durata, ho scritto il testo. Per cui sicuramente prima la musica e successivamente il testo.
Quali erano i tuoi pensieri quando componevi le canzoni? Alcuni di questi hanno influenzato sonorità e liriche?
I pensieri erano solitamente positivi e liberi da ogni costrizione, di fatto tutte le tematiche incluse all’interno dell’album sono finalizzate a un accrescimento evolutivo degli stati d’animo di ogni possibile ascoltatore: musica, testi e arrangiamenti sono costantemente indirizzati al benessere fisico, mentale e spirituale di chi ne usufruisce.
Che artisti stavi ascoltando mentre scrivevi Radio Elisir?
Ho sempre ascoltato musiche di vario genere: etnica, cantautorale, jazz, classica e minimale; durante la progettazione e la scrittura dell’album non ho ascoltato musiche di specifici artisti, di fatto i vari brani dell’album sono un condensato di questi generi, la mia musica è essenzialmente una ricerca di identità, per cui non sono interessato all’emulazione.
Come si è svolto invece il processo di registrazione e produzione del disco?
Il processo di registrazione si è svolto in due momenti ben precisi: il primo nel mio home studio. il “Deva Studio”, per cui la fase più creativa, di ricerca sonora, di registrazione e simulazione dei vari strumenti. In una seconda fase ho proseguito le registrazioni presso il Poplifestudio di Milano, coadiuvato da ottimi musicisti che hanno aggiunto con la loro esperienza nuovi suoni e colori al tutto, devo menzionare Maurizio Albini alle chitarre, Massimo Bertagna alla batteria, Raffaella Staropoli a voce e cori, Paolo Di Lello alla registrazione, mixaggio e masterizzazione, poi per quanto riguarda la cover Sauro Sorana e Gianni Zollo per foto e grafica.
E’ cambiato qualcosa nei brani rispetto al momento in cui sono stati scritti?
Sicuramente si sono arricchiti, sia negli arrangiamenti che ho curato personalmente nel dettaglio, che attraverso la collaborazione di validi musicisti, unitamente all’uso oculato di strumentazione e tecnologia in studio, nei vari processi di registrazione mixaggio e masterizzazione.
Quale è la tua parte preferita e quella che ti piace di meno dell’intero processo di nascita di un disco, dall’ideazione alla sua incisione?
L’ideazione e la conseguente fase creativa sono sicuramente i momenti più interessanti, la nascita di un nuovo progetto è la novità assoluta che riesce sempre a stupirmi a tutti i livelli. Meno interessante è per me la masterizzazione che, per quanto estremamente importante, non riesce a coinvolgermi più di tanto, visto che è un intervento di fatto puramente tecnologico.
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