Pardo, cantautore mantovano classe 1991, all’anagrafe José Andrés Tarifa Pardo, ci porta con lui in studio per parlarci del suo nuovo singolo Tenacious D.
Pardo, il tuo nuovo singolo si chiama Tenacious D. Ci racconti innanzitutto dove l’hai scritto?
TenaciousD inizia a prendere vita 11 anni fa. Ed è rimasta in attesa di essere ripescata e completata solo due anni fa. Dopo una nottata in studio di registrazione ho iniziato a buttare giù i primi pensieri.
Come si è strutturato il processo creativo del pezzo? Hai scritto prima la musica o il testo?
La canzone prende vita dopo tante porte in faccia, dopo varie discussioni con produttori, discografici, musicisti e partecipazioni a festival canori nazionali. Il consiglio di tutti era di cantare in determinate situazioni, davanti a determinate persone o di cambiare radicalmente genere inseguendo il genere che andava di moda in quel periodo. La mia volontà era di suonare per le persone nei locali. Prima è venuto fuori il testo.
Quali erano i tuoi pensieri mentre componevi la canzone? Alcuni di questi hanno influenzato sonorità e liriche?
Delusione, rabbia, denuncia. Denunciare un sistema che non funziona, far capire chi sono io.
Che artisti stavi ascoltando mentre scrivevi Tenacious D?
Stavo ascoltando una compilation blues rock, non ricordo il cantante, ricordo che mi era rimasto impresso il pianoforte iniziale, il suo incedere.
Come si è svolto invece il processo di registrazione e produzione del pezzo? È cambiato qualcosa nel brano rispetto al momento in cui è stato scritto?
Il processo di registrazione ha stravolto l’idea iniziale, anche perché 10 anni fa i miei pezzi avevano una sonorità diversa, più improntata sul piano come strumento principale, vista la collaborazione con il mio vecchio produttore che appunto aveva un altro stile rispetto a quello attuale. Abbiamo voluto rendere il tutto più rock e incisivo.
Qual è la tua parte preferita e quella che ti piace di meno dell’intero processo di nascita di un brano, dall’ideazione alla sua incisione?
È una risposta difficile da dare perché si tratta di un processo in cui ogni passaggio è fondamentale con parti divertenti e altre meno, però se dovessi scegliere direi che la mia parte preferita è incidere e passare il tempo in studio di registrazione, mentre quella che mi risulta più difficile è trovare l’input giusto per trasformare in un testo i miei pensieri.
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