TUTTI GIU’ PARTERRE INCONTRA LELIO MORRA: Un artista a cavallo tra suoni nuovi e tradizione
Lelio Morra ha cambiato vesti ritornando a pieno se stesso con il suo singolo Giganti che segna il suo ritorno alla musica e soprattutto la prima anticipazione del suo album di debutto, in uscita più avanti nel corso del 2019.
In questa nuova avventura l’artista napoletano di stanza a Milano, si è fatto accompagnare da tre musicisti di alto calibro come Roberto Dellera (Afterhours, The Winstons), Lino Gitto (The Winstons) e Gianluca De Rubertis (Il Genio).
Frutto di una lunga gestazione tra Napoli e Milano, Giganti spazza via la tempesta e presenta un artista carico di solide consapevolezze, grazie ad una gavetta di tutto rispetto accompagnata da una scrittura fresca, priva di retorica e soprattutto capace di spaziare fra la tradizione della musica italiana e una sensibilità contemporanea. Forte di un timbro vocale personale e accattivante, Lelio Morra è un autore immediato, acuto e pregno di significanti; persiste all’interno della sua scrittura una dolcezza di fondo disarmante, mostrandosi così attento ai dettagli, un vero fotografo della canzone. Raccontare del quotidiano non è mai semplice ma l’artista, con estrema scioltezza, immortala la propria vita a tinte agrodolci, morbide, piene di speranza mai scontata.
L’amore cantato in GIGANTI è intriso di rimpianti e bellezza, costellato da silenzi e voci, il tutto all’ombra di una spettacolare e surreale Napoli innevata.
Noi di Tutti giù Parterre, in occasione della data romana a Spaghetti Unplugged il 27 gennaio, abbiamo chiacchierato con LELIO MORRA, eccone il risultato:
Hai alle spalle una gavetta non indifferente. Quando hai iniziato a scrivere canzoni e perché?
Sono partito da un viaggio. Nel 2019 giravo per la Francia e suonavo per strada, cercavo di esorcizzare un mondo che avevo dentro. Da quel viaggio lì è partito il mondo che racconto nelle canzoni.
GIGANTI è una canzone che parla d’amore con delle sfaccettature malinconiche, rievoca ricordi e immagini nitide e ben descritte. È autobiografica?
Si è autobiografica. Parla di una parte importante della mia vita. L’ho tutelata e tenuta nel cassetto per tanto tempo. Parla di una storia d’amore e di quanto abbia avuto un significato e continua ad averlo perché come spesso fanno le canzoni lasciano un significato sospeso e quindi per certi aspetti eterni. Ha un valore importante per me.
Un altro tassello interessante è il profilo di Napoli, che poi è la tua terra. quanto influiscono le tue origini nella tua musica?
C’è l’immagine di una Napoli innevata, è un’immagine che Ho vissuto realmente, tre anni fa. Nello scrivere con sincerità la canzone, ho anche fotografato quell’immaginario che avevo realmente vissuto con quella persona. Vivo a Milano da 4 anni, Napoli però fa parte del mio DNA nelle sue sfaccettature numerose, ma influisce per quello che sono e per quello che sono le influenze e gli stati d’animo in quanto napoletano: è un amore viscerale e compromesso da tutto ciò che è Napoli. Un immenso universo pieno di sfumature, è una città che mi appartiene come io appartengo a lei.
Che rapporto hai con i tuoi musicisti DELLERA GITTO DE RUBERTIS?
Sono musicisti che io stimo e stimavo già da prima che potessi realmente conoscerli di persona. Mi auguro che prima o poi possano suonare con me in tour, ma per ora mi ritengo fortunatissimo nell’aver avuto questi mostri della musica con me in studio a registrare le mie canzoni. È stata una cosa molto importante, conoscendo loro come musicisti potevo inquadrare il mood che volevo conferire al mio progetto, ovvero a cavallo tra la nuova canzone italiana e la canzone senza tempo. L’album è registrato su nastro strumento per strumento.
Il tuo è un sound a cavallo tra il nuovo e la tradizione. Raccontaci com’è stato concepito.
L’ottica era quella di cercare un suono, siamo partiti proprio da GIGANTI, che inizialmente si chiamava IL MIO SORRISO perché inizialmente c’era un’altra stesura e un altro arrangiamento, un altro ritornello e un altro special. Poi un anno fa siamo ritornati a mettere mani su questo pezzo e da quell’arrangiamento abbiamo resettato tutto ripartendo dal piano e da un riff di chitarra, indirizzando il tutto verso questo lavoro che poi è venuto fuori. Da quell’impronta e da quel suono abbiamo poi spaziato su tutto il disco.
Quanto influisce questo momento storico ricco di scelte musicali che hanno su per giù una direzione definita nella tua musica?
Io penso che sia un bellissimo periodo in cui si possono finalmente ascoltare canzoni autentiche, proprio ora nel 2019 quando si era un po’ persa questa speranza. È bellissimo che, ad esempio, Calcutta e Brunori, che per me sono i capi di questa nuova canzone italiana, abbiano aperto le finestre a questo scenario. Tutto ciò ha generato un pubblico con cui mi auguro di comunicare con questo album. Quando tutto questo movimento nasceva tre anni fa io firmavo con UNIVERSAL, ho pubblicato tre canzoni con loro, ma fu una specie di rottura con tutto ciò che avevo fatto prima. Ero appena arrivato a Milano, avevo fame di tutto, e forse anche per questo inevitabilmente sono finito un po’ in un tritacarne. Dopo un paio d’anni sono riuscito ad uscirne vivo, nel mentre avevo scritto molte canzoni tutte bocciate da loro, che però sono le canzoni di cui oggi sono felice perché sono quelle che mi rappresentano. La nuova canzone italiana è tutto ciò che ho ascoltato, frutto dei suoni che utilizzo per la mia musica.
Cosa pensi del dislivello numerico tra cantautori e cantautrici di spicco?
È un mondo che conta più uomini che donne, in ogni ambito quasi vi è una maggioranza di sesso maschile. Amo le cantautrici, in Italia abbiamo la bravissima Levante per quanto riguarda la nuova scuola e Carmen Consoli tra quelle che già sono sul mercato da tanto tempo, Federica Abbate che è una mia cara amica, che finalmente dopo anni come autrice sta venendo fuori come cantautrice qual è. La ragione qual è? Non lo so, forse perché non sono in tante a scrivere.
Ci dai qualche anticipazione sui progetti futuri e tour?
Sono appena rinato! Il 24 è uscita GIGANTI, sta piacendo e sono molto felice, venerdì ho suonato a Napoli, il teatro era sold out ed è stata una cosa molto bella, è stato un ritornare a casa. Speriamo che questo navigare a vista porti ad orizzonti buoni.
Intervista a cura di Giorgia Groccia
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