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Intervista a Lorenzo Tome – il mio posto è il nuovo singolo dell’artista

Lorenzo Tome pubblica un nuovo singolo – Il Mio Posto e per l’occasione l’abbiamo intervistato e ci siamo fatti raccontare tutto sulla scrittura di questo brano

 

Il Mio Posto parla del mondo del lavoro dal punto di vista dei giovani.

 

Un mondo del lavoro che da poco a chi un lavoro ce l’ha e poche speranza a chi invece un lavoro non ce l’ha. Il messaggio però è di non abbattersi e non arrendersi alla situazione attuale, ma anzi, fare il meglio di cui si è capaci per cambiare le cose cominciando da noi stessi.

Registrata agli Uri Studio di Verona ( http://www.uristudio.it ) con: Federico Sambugaro Baldini Gian Luca Casadei

 

Ciao lorenzo, cos’è cambiato rispetto all’uscita del tuo ultimo singolo Mattia?
Dopo l’uscita di “Mattia” io e la mia band abbiamo fatto la nostra data zero all’Altrove di Verona. È stata la prima volta che ho portato le mie canzoni originali su un palco. Emozione unica.

I tuoi brani hanno sempre una linea di basso che spacca. Lo suoni tu?
Magari fossi così bravo. Al basso, nelle registrazioni, si sono alternati Gian Luca Casadei e Jacopo Stefanelli. Nei live è Jacopo il bassista. Siamo amici fin da bambini, nati e cresciuti nella stessa via.

Il tuo posto non è stare in ufficio seduto sulla sedia, allora qual è?
Il mio posto è anche quello. Io, come tanti altri emergenti, non vivo di sola musica. La canzone parla del mondo del lavoro e vuole ridare dignità al lavoro che troppo spesso è visto come qualcosa di degradante, noioso e pesante. Credo che siano molto peggio la fame e l’apatia. In Italia si può fare molto meglio di com’è adesso, sia dalla parte dei lavoratori che dei datori di lavoro.

Cosa ha ispirato il tuo nuovo brano “il mio posto”
La mia situazione lavorativa. Volevo fare di più, dare di più e (perché no?) avere di più. A 30 anni sento che molti miei coetanei vivono la stessa situazione. Trattati come bambini quando invece potremmo già essere genitori. Trattati con sufficienza quando invece abbiamo studiato decenni per avere una laurea. La mia generazione può dare di più e deve avere di più.

 

 

In due settimane il brano ha già raggiunto ottimi risultati, sei soddisfatto?
Come dicevano i Rolling StonesI can’t get no satisfaction“. Più che altro non mi baso sui numeri di Youtube o Spotify per essere soddisfatto. La musica, secondo me, non è sport o competizione che si possono misurare. Io sono felice quando mi dicono che la canzone è bella, che il messaggio è condiviso. Allora so di aver fatto bene il mio lavoro.

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