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Intervista a Matteo Maione: il magma, l’amore e un nuovo singolo

Dall’8 ottobre è disponibile in rotazione radiofonica “MAGMA”, nuovo singolo di MATTEO MAIONE pubblicato su tutte le piattaforme di streaming il 1° ottobre.

Cantare l’amore come qualcosa di primordiale che sta all’origine del tutto, disegnarlo come un flusso senza fine che ci avvolge dall’inizio del tempo: questo l’obiettivo di MATTEO MAIONE con il suo terzo singolo, “MAGMA”, un brano nato per raccontare l’amore, mistero assoluto della nostra vita, usando gli elementi della natura – l’acqua e il fuoco, le rocce e la terra, la lava e il vulcano – a simboleggiare in modo sensoriale, visivo e uditivo, l’eruzione di questo sentimento, la fuoriuscita di quell’ardente magma che altro non è che la nostra stessa esistenza.

«Ho deciso di pubblicare questo brano come terzo singolo perché credo che mai come in questo momento l’amore possa aiutarci a combattere le difficoltà e i cambiamenti sociali e umani che si sono verificati nell’ultimo anno e mezzo – spiega l’artista – E allora “risalire dal fondo” significa ergersi finalmente al di sopra del dolore e della perdita, “eruttando in un mondo” per far esplodere fuori tutto ciò che abbiamo accumulato dentro; e finalmente affrontare il vulcano “tenendoci per mano”, vivere insomma fino in fondo la passione, addirittura fino al punto di farla incenerire, per poi rinascere nuovamente».

Il videoclip ufficiale di “Magma” include una sequenza di immagini incentrata sul conflitto tra il ghiaccio e il fuoco, forze opposte eternamente a confronto. In questa lotta impari, appare una donna che, come in una favola senza tempo, si sveglia in un luogo forse a lei (s)conosciuto e inizia a correre sulla neve alla ricerca di qualcosa.

1. Di cosa parla il tuo nuovo singolo Magma

È un brano che parla dell’amore inteso come qualcosa di primordiale, all’origine del tutto, un flusso senza fine che ci avvolge e accompagna dall’inizio del tempo.

2. In che modo magma e amore sono simili

Ho cercato di usare  gli elementi della natura – l’acqua e il fuoco, le rocce e la terra, la lava e il vulcano – a simboleggiare in modo sensoriale, visivo e uditivo, l’eruzione del sentimento, la fuoriuscita di quell’ardente magma che poi non è altro che la nostra stessa esistenza. Fino al momento in cui quella massa incandescente, frutto della nostra stessa passione, non si incenerira’ per darne vita ad un’altra ancora, in un ciclo senza fine, ritornando così finalmente all’inizio, o alla fine?

3. Qual è la correlazione tra il brano e il video?

Il videoclip mostra il conflitto tra il ghiaccio e il fuoco, eterne forze opposte a confronto; in questa lotta impari, nella quale appunto nessuno dei due sembra prevalere sull’altro, appare una donna che, come in una favola senza tempo, si sveglia in un luogo forse a lei s/conosciuto, corre sulla neve, è gioiosa e triste allo stesso tempo; ha sofferto ma i suoi occhi sembrano cercare ancora qualcosa o qualcuno che potrebbe però non arrivare mai; e allora non può che ritornare sui suoi passi, ripercorrere quella stessa strada presa all’inizio, ritornare indietro per andare avanti, rifluire come un magma bollente tra le fredde nevi del suo cuore, sperando di poter finalmente ritrovare ciò che aveva perduto, per riperderlo ancora e poi ritrovarlo nuovamente.

4. È vero che il mercato musicale italiano è ormai sparito?

Se il pop e il rap erano stati fino alla metà del decennio scorso gli stili forse più apprezzati nel panorama musicale italiano, nel momento in cui hanno cominciato a dare segni di stanchezza e ripetizione sono nate comunque al loro interno due nuove correnti che hanno comunque avuto una notevole fortuna commerciale: l’indie-pop e la trap.

5. Cosa ti porti dietro, musicalmente parlando, degli anni 90

La cultura musicale degli anni 90 è talmente vasta che si rischia di perdersi. Il panorama musicale internazionale si riempie di produzioni originali, di generi nuovi che vanno a fondersi con quelli già esplorati: dal consolidarsi del grunge che aveva già iniziato a fare capolino negli anni 80, fino all’avvento della musica dance che fa scendere in pista proprio tutti quanti.

Tre brani che mi porto dietro: Smells Like Teen Spirit dei Nirvana (1991),

Creep dei Radiohead (1992), Smack My Bitch Up dei The prodige (1997)

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