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Quando ho incontrato TGP: Dinosauro

“Le mie canzoni avevano bisogno prima di tutto di una voce e non di una faccia. Per ora ci ho messo quella.”

Intervista a cura di Giorgia Groccia

Il singolo d’esordio di Dinosauro si intitola Magma, fuori il 4 maggio per Management Russo (La Scala Shepard, Lefrasiincompiutedielena, Corpodocenti, ecc) e distribuito da Artist First. 

Il brano, metafora calzante di un sentimento condiviso, multiforme e dalle medesime esigenze di esplodere e mostrarsi, porta con sé il desiderio scottante di sentirsi vivi, di toccare con mano l’altro in ogni sua espressione. Magma è anche la metafora di chi non si arrende alla mediocrità intellettuale né ad una vita senza passione.

Il progetto Dinosauro nasce dall’esigenza di raccontare una storia fatta di tanti pezzi, tutti fondamentali, per reagire ad un’estinzione intellettuale ed emotiva. Dinosauro è un progetto che prima di tutto ha bisogno di una voce più che di un volto.

La produzione musicale dei brani è affidata di volta in volta a musicisti e produttori diversi nessuno a caso per dare i giusti colori alle parole scelte per raccontare un pezzo di una storia più complessa.

Il nome del progetto è Dinosauro perché i dinosauri sono un retaggio del passato di tutti, ci affascinano sempre ma, ancora c’è chi ha il dubbio che siano esistiti. La verità è che si sono estinti. Un bel segnale nei confronti di un mondo che ci piace sempre meno.

 

 

Abbiamo chiacchierato con lui, eccone il risultato:

 

Come nasce il progetto Dinosauro e come mai hai scelto di non conferirgli un volto per il momento?

Come sostengono molti artisti ma anche antropologi sono i vincoli ad accendere la creatività. Io di vincoli ne ho molti, uno è sicuramente il tempo, riesco a lavorare solo di notte alle mie canzoni, di giorno cerco di garantirmi una sopravvivenza con un altro lavoro, per ora non posso farne a meno e questo ha dato vita all’approccio progettuale di Dinosauro. Non me la sono sentita di dargli ancora un volto perché vengo da altri percorsi musicali e non mi piaceva l’idea che si potessero fare dei paragoni, in questa forma mi sento più libero. Le mie canzoni avevano bisogno prima di tutto di una voce e non di una faccia. Per ora ci ho messo quella.

 

Il tuo primo singolo, Magma, è il manifesto dell’intero progetto. Raccontaci la genesi del brano.

Quando ho scritto Magma ero nel bel mezzo di molti cambiamenti sostanziali e di scelte che poi fanno della tua vita quel microcosmo che abiti. Avevo bisogno di mettere a fuoco la parte più primitiva del mio essere e non ho potuto prescindere dal farlo in un’ottica collettiva.

 

Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi brani? Hai già in mente un percorso?

Ho in mente un percorso che rappresenta un la parabola di una storia che voglio raccontare, un cerchio che voglio chiudere, Magma è il presente, usciranno altri brani che rappresentano cosa, del passato, mi ha portato ad essere chi sono e quello che voglio aspettarmi dal futuro. volevo cogliere l’occasione di mettermi a nudo prima che io sia troppo vecchio per farlo ed avere coraggio.

 

 

Quali sono gli artisti che più ti hanno ispirato e perché.

Musicalmente ho ascoltato e ascolto tutto il cantutorato italiano ma anche molto rap in tutte le sue declinazioni perché è un genere che pone molta importanza nei riguardi della scrittura. Forse chi ha ispirato di più la mia scelta viscerale di permettermi di fare arte sono artisti come Mario Schifano o quel pirata di Allen Ginsberg. Quello che mi ispira veramente poi è sempre quello che vivo più di quello che ascolto.

 

Se dovessi scegliere un palco sul quale portare la tua musica, quale sceglieresti e perché.

Come ogni sogno che si rispetti deve essere incredibilmente ambizioso quindi prima di tutto vorrei che fosse grande e poi che fosse un festival, non riesco a pensare alla mia musica senza quella degli altri, vorrei che fosse sempre una festa, lo Sziget mi andrebbe bene ma se proprio non si può mi accontento del palco di San Giovanni a Roma.

 

Quanto pensi che possano influire i social network all’interno del panorama musicale? Cosa  pensi a riguardo?

Mi sto rendendo conto che sono sicuramente il veicolo principale dei contenuti artistici però credo che dobbiamo ancora educarci a questo mondo che evolve sempre più verso una digitalizzazione massiva. Credo che sia materia degli addetti ai lavori più che degli artisti. Io ho avuto la fortuna di doverci pensare sempre in maniera molto marginale rispetto a quanto ho dedicato alle canzoni e lo auguro a tutti gli artisti rispetto ai loro progetti.

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