Thank you for your Complaints: l’atteso primo album di Emilya ndMe.
Intervista a cura di Giorgia Groccia
Dall’ultima volta in cui abbiamo incontrato Emilya ndMe, sono cambiate alcune cose.
A causa della pandemia la pubblicazione dell’album è slittata a maggio mentre a livello logistico si è visto necessario un cambiamento di rotta sul fronte videoclip del singolo che avrebbe dovuto accompagnare l’uscita dell’album, impossibile da girare per l’ambientazione richiesta.
Ma sopra ogni cosa, quello che cambia sono gli ascolti e le visualizzazioni su Spotify e Youtube. Con un numero complessivo di quasi 700 mila streams che aumentano di giorno in giorno, Emilya ndMe è ora prontissima a raccontarci qualcosa in più sul lavoro che l’ha vista impegnata per un anno intero.
Un disco rilassante anche se a tratti la sensazione che si ha è quella mancanza di certezza propria della nostra società e attualità, quel terreno scosceso e traballante che si chiama attualità. Un disco che mira a sublimare le emozioni e renderle eterne.
Un disco”vero”.
Hai scritto quest’album in un periodo particolare della tua vita oppure queste canzoni sono un insieme di brani dettati da tanti diversi in momenti particolari della tua vita?
Le ho scritte nell’arco temporale di 1 anno ma si riferiscono a diversi momenti. Diciamo che Snow e Yellow led si riferiscono a momenti vissuti una decina di anni fa e alla storia famigliare che ho vissuto a quel tempo mentre gli altri 5 brani non si riferiscono a un momento particolare della mia vita ma ad idee e convinzioni che ho maturato strada facendo. Gli ho scritti io ma possono trovare casa nella vita di molte altre persone e sposarsi alle idee di chi la pensa come me su certe questioni come la tutela ambientale, le relazioni 2.0 al tempo dei social e la voglia che ne consegue di fuggire da tutto.
Vista anche la natura di questo album e di questo tuo lavoro, pensando ad una eventuale live, con chi vedresti bene cantare in duetto queste canzoni?
Restando in Italia mi viene subito alla mente Elisa: l’ho sempre stimata e ho amato moltissimo la sua musica che ancora ascolto, senza dubbio lei Guardando all’estero subisco un forte fascino di FKA Twigs e tutto ciò che fa e sicuramente Björk.
Che cosa significa per il tuo lavoro questo momento di stallo?
Non è semplice, sia per me sia per tutti gli amici che vivono di musica, spettacoli e teatro. Mi manca il live, mi manca fare prove, andare in scena in teatro moltissimo. Inoltre, un danno economico non indifferente. Di contro mi ha dato modo di mettermi alla prova, arrangiarmi per live casalinghi e fare chiarezza su molte cose, tra cui nuove convinzioni relative alle collaborazioni musicali da intraprendere, su come formare la band che vorrei mi accompagnasse in giro e su come preparare un live degno di questo disco.
Abbiamo notato che anche dall’estero vieni molto seguita e fai parte di alcune importanti playlist, quali feedback ricevi e soprattutto da quali paesi?
I feedback li ricevo soprattutto dall’Europa, Francia ed Inghilterra e stati uniti. Ma devo dire che ne ricevo parecchi anche dall’Italia e la cosa mi fa davvero piacere, forse un po’ le acque si stanno smuovendo o meglio, stanno tornando a smuoversi.
Come è stata la collaborazione con Valgeir Sigurðsson?
E’ stata una bella esperienza, è un grande professionista molto disponibile al confronto. Ha accettato di buon grado i miei commenti al master e le mie revisioni e mi ha dato consigli. Spero un giorno di riuscire a far visita ai Greenhouse studios e all’Islanda.
Il tuo ultimo video, dettato dall’impossibilità di girare un vero e proprio videoclip è comunque molto originale. Ma ci puoi dire qualcosa su eventuali progetti per i prossimi videoclip se ce ne saranno?
Grazie, sì, il video di Taxi Driver è volutamente LO-Fi così come la storia dei Lyric video insegna ed è stato molto divertente coinvolgere i miei famigliari in questa impresa. Per il futuro ho in progetto di continuare la preparazione del videoclip che stavo affrontando prima del lockdown. Ho in mente una video dalla regia visionaria che coinvolga la danza: mi stavo appunto allenando per performare io stessa
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