Gli esami universitari appaiono lontani durante un infinito sabato sera che porta con sé una scia d’ebrezza
Intervista a cura di Giorgia Groccia
Esce il 19 luglio Domenica Chiuso (Phony Art Records/Believe Digital), il nuovo singolo del giovane cantautore pugliese Gianeto, al secolo Mario Terrone.
Nasce a Bari il 30 settembre 1997 e attualmente studia ingegneria informatica. Il suo nome d’arte affonda le radici nell’infanzia: appassionato di astronomia, avrebbe voluto scoprire un pianeta tutto suo e dargli un nome originale ed unico. Trovata una luna di Saturno che si chiama Giapeto, ne ha modificato il nome trasformandolo in Gianeto, come sinonimo di un “pianeta”, il suo mondo, non ancora strutturato ma in continuo divenire. Sin da piccolo suona chitarra e pianoforte e compone i suoi primi brani. Nel corso della sua giovane esperienza, è stato membro di due band (Zero e Blue Tide) con le quali ha avuto modo di sperimentare diversi generi musicali (rock, indie-rock e folk). Negli ultimi anni ha maturato una diversa sensibilità musicale, approfondendo lo studio dei sintetizzatori e iniziando a comporre la sua musica con l’uso esclusivo di questi strumenti.
Dopo l’esordio con il digital 45 Poliestere, uscito lo scorso aprile, torna con Domenica Chiuso un nuovo singolo registrato presso i Sorriso Studios di Bari e prodotto dallo stesso Gianeto con Tommy Cavalieri.
Il brano, autobiografico, racconta, con una buona dose di spensieratezza, una domenica di inizio estate passata tra i ricordi confusi del sabato sera precedente e la tranquillità della città deserta. Quasi un sogno che allontana dalle ansie e dai doveri di ogni giorno ma che, purtroppo, termina con la consapevolezza di un ennesimo lunedì alle porte.
Gli esami universitari appaiono lontani durante un infinito sabato sera che porta con sé una scia d’ebrezza, i postumi e la domenica mattina, pigra come fosse una parentesi di ventiquattro ore paralizzate tra le lenzuola e qualche serie tv su Netflix.
Il videoclip, per la regia di Fabio Colonna, è un viaggio onirico nella mente del protagonista. La copertina è lo scatto di un’opera realizzata ad hoc da Alessandro Lanfrancotti, e richiama l’atmosfera un pò retrò e vintage dei negozi d’altri tempi.
Abbiamo chiacchierato con Gianeto, eccone il risultato:
Cosa è cambiato dal tuo primo singolo “Poliestere” a “Domenica Chiuso”?
Questi due pezzi insieme ad altri 3 fanno parte della mia prima produzione, perciò sono stati scritti e arrangiati con lo stesso filone sentimentale. Rappresentano per me la mia prima esperienza sia per quanto riguardi i suoni e sia per quanto riguarda la narrazione. Infatti sono tutti e due estratti della mia vita. L’unica cosa che è cambiato è il modo di affrontare il lato produttivo del pezzo mirato a migliorarne il sound.
Raccontaci quando hai scritto il tuo ultimo singolo e cosa ti ha ispirato questo turbinio di sensazioni prettamente estive.
Domenica chiuso è nato in un pomeriggio domenicale in cui ero rimasto da solo a casa. Siccome la materia prima sulla quale lavoro sono i miei due synth, mi sono fatto ispirare da i suoni che in quel momento stavo sperimentando. Così pensando a come mi sentivo in quel momento, cioè distaccato dal resto dei miei impegni, ho iniziato a buttare giù un testo. La canzone è venuta fuori da sola.
Se dovessi scegliere tre album che ti hanno cambiato la vita quali sceglieresti e perché?
Il primo album è Road to Revolution dei Linkin Park. Questo album è stato il mio primo cd comprato da bambino, e ci tenevo tantissimo, lo ascoltavo di giorno e di notte. È stato grazie a lui che mi sono appassionato a tutto il panorama delle rock band di qualsiasi genere dell’epoca.
Un altro album significativo, è una serie di 3 Ep dei Lemaitre, una band elettronica che mi ha fatto appassionare ai sintetizzatori, che si chiamano Singularity. Sono stato colpito dalla cura della scelta dei suoni utilizzati nelle canzoni.
Come terzo non saprei scegliere, ci sono un sacco di canzone singole che mi hanno fatto cambiare il modo di vedere la musica, come i Coldplay o i Cani.
Domenica 21 è uscito anche il videoclip di “Domenica chiuso” per la regia di Fabio Colonna; regalaci qualche retroscena inedito.
Il video è una visione onirica di una giornata all’insegna della spensieratezza. È stato girato per la maggior parte delle scene con una GoPro in testa. È composto da due parti, una rappresenta in modo distorto il classico pranzo domenicale, e l’altra una sera tra amici.
Cosa pensi del panorama indie-pop in continuo fermento?
Penso che abbia ancora possibilità di esprimersi in modo diverso. Ci sono ancora un sacco di artisti sopratutto del meridione che portano avanti progetti molto interessanti e diversi da quello che siamo abituati a sentire.
Qual è lo strumento che preferisci suonare? Nascono prima i tuoi testi o prima le melodie/armonie nelle canzoni che scrivi?
Il mio arsenale per ora è composto da due synth. Sono la mia unica fonte di suono, esclusa la batteria.
Per quanto riguarda la composizione, ho avuto modo di provare entrambe le cose. Ci sono momenti i cui mi faccio prendere dal mood dei suoni e volte in cui butto giù un testo e poi ci metto sopra la melodia. In questo ultimo caso ho sempre in testa una idea di base.
Quali sono i tuoi progetti nell’imminente futuro?
Vorrei concludere questo mio primo progetto di 5/6 pezzi che parlano di me e della mia visione della vita. È già pronto però un progetto successivo più riflessivo che è stato scritto sfruttando le esperienze di produzione dei pezzi precedenti.
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