“Intendi dire che il nome è molto bello ma poi ascolti la musica e dici ma che vomito è?”
Intervista a cura di Giorgia Groccia
Quando sei un giornalista e decidi di intervistare un gruppo, quello che ti chiedi è: riuscirò a stabilire un rapporto di “empatia” con il mio interlocutore oppure non ce la farò? Sarà un’esperienza rilassante o divertente?
Ecco, incontrare Giostre è un po’ tutto questo aggiungendo quel tocco di no-sense che rende la vita, soprattutto in clima di quarantena, degna di essere vissuta. Del tipo che se ti alzi la mattina e sai che la prima persona che incontri potrebbe essere Jacopo, o magari Pluto, ecco, allora benvenga la sveglia.
Abbiamo incontrato questo “Fantastic Duo” veronese (composto da Jacopo Gobber e Camillo Dal Forno e cantato da Marco Danieli) in occasione dell’uscita del nuovo singolo Buco Nero che anticipa poi il lavoro composto da loro primo album. Un lavoro che a breve verrà pubblicato e che, alla fine ti fa dire “Si ok ho fatto il giro in un buco nero, ma non ne sono stato risucchiato, mi sono divertito e basta”.
Poi ecco, ascoltare per credere.
E leggere l’intervista per assaggiare!
Giostre è un nome davvero originale. Poi premi play sull’ultimo singolo e rimani perplesso. Vi chiedo, è fatto apposta?
Pluto: certo, ci vuole sempre la hit malinconica un po’ Ottanta.
Jacopo: intendi dire che il nome è molto bello ma poi ascolti la musica e dici ma che vomito è?
Come state gestendo la produzione di nuovi pezzi “da lontano”?
Jacopo: bah in realtà ci vedevamo poco anche prima e ci stiamo anche un po’ sulle palle. Siamo tipo i Beatles del “White Album”: uno in India a meditare, l’altro accasciato ad un party, solo che nel nostro caso uno sta in ZAI a (non) respirare e l’altro sta nella pianura padana a respirare letame.
Pluto: bisognerebbe fare una statua a Jacopo.
Quanto della vostra vita di tutti i giorni possiamo trovare in “Buco nero?”
Jacopo: “buco nero” l’ho scritta poco dopo che a mia mamma è stata diagnosticata una malattia neurologica, nel testo dico “vorrei essere un cercopiteco come voi, ora chiudo gli occhi e prego alla fata turchina…” ma ci credete? in realtà quello che volevo dire è “ma andate affanculo! ma non vi vedete? trogloditi, invertebrati che non siete altro!” solo che poi ho usato altre parole…
Pluto: nulla.
Qual è il concerto che vi ha fatto dire “ecco, vorrei esibirmi così un giorno” e qual è il vostro artista preferito?
Pluto: l’ultimo live dei Sex Pistols. No Fun.
Jacopo: mi ha colpito molto un live di Apparat al Primavera Sound 2013. Durante il festival mi ricordo che saltavo da un palco all’altro per vedere più concerti possibili, ma alla fine in quell’ambito li te li godi poco i concerti, quello di Apparat invece era in un teatro, c’era una bella atmosfera. Ho un sacco di artisti preferiti, mi piace molto chi mescola il pop con l’arte contemporanea, tipo i Liars.
Su quale palco vorreste esibirvi un giorno e quale artista vorreste che fosse al vostro fianco?
Pluto: Coachella. Madonna (vi lascio la libertà di scegliere quale Madonna preferite, ci sono opinioni discordanti).
Jacopo: mi piacerebbe che Beck Hansen aprisse un un nostro concerto in un centro sociale.
Di base, quanto conta il sarcasmo nella vita?
Pluto: zero.
Jacopo io in realtà più che sarcastico mi sento nudo e sincero. Non è questione di sarcasmo, è che in alcune circostanze la serietà mi sembra poco seria, demenziale. Tipo lo studente universitario che è in crisi perchè non può permettersi le nuove Nike Air Max, lui si che ha una faccia seria, eh si, soffre di brutto e la situazione è proprio triste, cupa, da non sottovalutare! … m’avvaffanculo va!
C’è un altro progetto in cantiere? Un singolo o magari un album? Puoi anticipare qualcosa?
Jacopo: non ci sono altri progetti solo “Giostre”. Stiamo cercando di espanderci a macchia d’olio partendo con la conquista della Polonia. Abbiamo già pronto un album psichedelico e decadente. Tra 15 giorni uscirà il nostro terzo singolo “Piazza Italia”.
Pluto: io ho in progetto di andare in vacanza, ma con sto virus la vedo dura.
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