“Cominciai a guardare la luna piena e a scrivere pensieri”
Intervista a cura di Davide Lucarelli
Scura è il secondo singolo di Immune, il primo uscito per la nuova promettente etichetta Revubs Dischi. Su un letto di un arrangiamento raffinato e mai troppo invadente, Immune ci racconta l’introspezione di una storia d’amore travagliata.
Abbiamo avuto il piacevole possibilità di fare qualche domanda al cantautore piemontese ed ecco qui cosa ci ha rivelato.
Ciao Immune! Partiamo dall’origine di tutto. Quando hai iniziato a cantare e come è nata l’esigenza di scrivere delle canzoni tue?
La musica ha sempre fatto parte di me, ma la decisione di esprimere ciò che prima era solo un istinto l’ho presa piuttosto tardi, quando quest’esigenza si è fatta sempre più forte da lasciar perdere le mie paure e farmi mettere davvero in gioco. Da lì, ho iniziato a scrivere la mia, di musica, e a scoprire che cantare mi faceva sentire al posto giusto.
Come pensi si sia evoluta la tua vena creativa con il passare del tempo? Credi che ci siano fattori esterni che influenzano il tuo modo di scrivere?
La creatività si modella in base alle esperienze a alla crescita personale: emotiva, spirituale, e anche fisica. La mia, di creatività, negli anni è mutata e diventata sempre più sfaccettata, e interessata a storie vere, sincere. Cogliere l’istante, osservare lo scorrere della vita nella sua straordinaria quotidianità, individuare il principio di verità (senza mai avere la presunzione di possedere risposte, naturalmente) nascosto nelle più piccole cose è diventato ad oggi il metodo e la chiave giusta per riuscire a “sputare” fuori cose che magari qualche anno fa nemmeno riuscivo a notare, a prendere in considerazione.
Sicuramente i fattori esterni influenzano il processo di scrittura; prendere coscienza del proprio percorso di vita diventa il trampolino perfetto per fare arte con onestà intellettuale.
Come è nato invece “Scura”, il tuo ultimo singolo? Cosa ti ha dato ispirazione per la scrittura di questo brano?
Scura è una canzone che nasce per caso in una notte, quasi per gioco. Ricordo che cominciai a guardare la luna piena e a scrivere pensieri. Mi sono messo al pianoforte, melodia e accordi sono scivolati fuori dalle mie dita quasi istintivamente. E’ uno dei brani ai quali ho dato meno importanza inizialmente; è stato l’incontro con il team di Revubs Dischi a farmi rivalutare il valore del pezzo: ricordo che lo suonai in acustico a Marco (produttore Revubs Dischi, ndr) e subito scattò la scintilla.
Cosa ti ha spinto a scegliere “Scura” come primo singolo? Immagino tu abbia dovuto decidere tra diverse possibili canzoni…
Sì, c’erano sicuramente altre possibilità di uscita visti i molti brani in cantiere, ma Scura, dopo la fase di produzione, sembrava il giusto compromesso tra indie-pop ed elettronica. E questo, ad oggi, credo sia l’orizzonte musicale a me più congeniale, nel quale sto cercando di farmi conoscere.
L’ultima domanda è ormai un classico per noi di TGP. Ci racconti le emozioni che provi quando porti la tua musica live? Quali sono le sensazioni che provi prima, durante e dopo l’esibizione dal vivo?
Prima di un esibizione c’è fremito, e prende (almeno, a me) una sorta di sconforto inspiegabile misto all’adrenalina. Il cuore accelera, e senti sopraggiungere una sensazione d’impazienza mista a fame, come ad aspettare l’arrivo del confronto con la “Grande Bestia”, come i grandi del teatro definivano il Pubblico; quel pubblico che impaurisce, certo, ma che è anche il fulcro di tutte quelle sensazioni che, per chiunque faccia musica, sono nutrimento per l’anima. Durante l’esibizione ogni cosa torna al suo posto, e anche Immune trova lì la sua dimensione nel mondo. Dopo, c’è solo sazietà di emozioni: resti in attesa che lo spirito le assorba per poi desiderare di tornare sotto le luci, a sentirti ancora una volta, finalmente, te stesso.
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