“Ho abbandonato definitivamente i muri di chitarre che contraddistinguono i nostri primi due dischi.”
Intervista a cura di Giorgia Groccia
I kuTso tornano a gran voce con un nuovo singolo intitolato Ti Chiamo Lunedì. Scritto in quarantena, il brano è incalzante e ballabile, una pillola di buon umore, una reazione naturale che si contrappone perfettamente alla situazione di difficoltà condivisa e condivisibile appena passata. Il video girato separatamente con i propri smartphone dai componenti della band, è un piccolo capolavoro dell’Arte di Arrangiarsi, che, con un montaggio magistrale, riesce a divertire, mascherando la mancanza di mezzi dovuta alle difficoltà di questo momento.
Ti chiamo lunedì è il vostro ultimo singolo. Ci raccontate la genesi del brano?
È un brano nato in quarantena. Partendo dalla situazione che abbiamo vissuto in questi 4 mesi, mi sono soffermato più in generale sulle storie a distanza, in cui si è impossibilitati a vivere quelle piccole cose quotidiane come fare la spesa assieme. Possono sembrare delle banalità perfino noiose, ma quando ti vengono negate per tanto tempo, ti accorgi che, insieme al sesso e alla tenerezza, sono l’essenza dell’Amore. Io ho scritto il testo e la melodia, poi ho inviato il brano agli altri kuTso che hanno arrangiato i loro strumenti ognuno a casa propria e mi hanno inviato i file; essendo io anche un produttore, ho la fortuna di avere il mio recording studio a portata di mano, così ho potuto missare e masterizzare il singolo nonostante le restrizioni.
In che maniera si sta evolvendo il vostro sound rispetto agli inizi della vostra carriera?
Sto spaziando dal punto di vista delle sonorità, aggiungendo più elettronica, ma sempre in maniera eclettica e spero originale, ciò che cerco è l’aderenza tra il sound e le parole. Ho abbandonato definitivamente i muri di chitarre che contraddistinguono i nostri primi due dischi dando più respiro a basso, batteria e ovviamente alla voce, che è la regina della mia musica.
Il brano, attualissimo, è una romantica ballata sopra le righe che racconta qualcosa del periodo appena vissuto. Quali sono stati i libri, i film e gli album che vi hanno tenuto compagnia in quarantena?
Ho finito di leggere “pensieri lenti e veloci” di Daniel Kanheman, un trattato di Psicologia applicata all’Economia molto interessante che accende una luce sui bias comportamentali; lo consiglio a tutti quelli che come me giungono troppo spesso a conclusioni affrettate e vengono puntualmente smentiti dai fatti. La musica che ho ascoltato di più è stata quella degli artisti che sto producendo presso la kuTso Noise Home (il mio quartier generale che non si è mai veramente fermato), si tratta soprattutto di giovani e promettenti cantautori tra cui Yvan, Aenea, Claire Demilune e BDB. Il film che ho rispolverato con un certo piacere masochistico data la violenza tuttora estrema delle immagini che contiene, è stato Robocop del 1986.
Se doveste immaginare il futuro prossimo dell’industria musicale, quale sarebbe il vostro pronostico?
Sto vedendo nella scena musicale italiana una crescente riscoperta della melodia rispetto alle parole, quindi per il futuro prevedo più musica interessante e meno sermoni sul numero di gin tonic assunti.
Cosa pensate circa la digitalizzazione in musica? (Instagram, Tiktok, Spotify, ecc)
Ben venga il digitale. Meno immondizia produciamo, meglio è per il nostro Pianeta.
Progetti futuri?
Deve uscire un terzo singolo (fatto in collaborazione con un altro artista) con il quale chiuderemo un EP di tre brani comprendente Ti Chiamo Lunedì e Potete Uscire; il tutto sarà pubblicato da Aloha Dischi a fine giugno. I particolari ve li diremo a brevissimo sui nostri social!
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