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Quando ho incontrato TGP: Libertini

“Mi fido poco e questo mi ha spesso impedito di accogliere nel modo giusto chi alla fine non voleva altro che condividere qualcosa.”

Intervista a cura di Giorgia Groccia

Un bel connubio artistico, quello tra il giovane cantautore Libertini, e Niagare e Polare, giovanissimi producer e musicisti che hanno già dato modo di mostrare il loro immenso valore all’interno della scena musicale capitolina. Come Quando Esce il Sole, fuori il 22 maggio su Spotify e su tutti i digital store, rappresenta un passaggio importante all’interno del percorso e della crescita artistica di Libertini, che certamente diviene a tutti gli effetti un talento da prendere in considerazione nel immediato futuro.

 

 

Noi abbiamo chiacchierato con lui, eccone il risultato:

 

COME QUANDO ESCE IL SOLE è il tuo ultimo singolo. Ci racconti la genesi del brano?

Era un po’ che ce l’avevo dentro, l’ho scritta di getto, sono un insieme di pensieri e sensazioni che avevano aspettato abbastanza per uscire. “Come quando esce il sole” parla del modo in cui ho vissuto certe relazioni. Mi è capitato più di una volta che una persona speciale fosse entrata nella mia vita, portando con sé tanta luce e positività e, nonostante tutto io mi sia messo sulla difensiva, finendo per allontanarla intenzionalmente. Mi sono vissuto tante relazioni importanti in maniera distaccata, come se fossero qualcosa dalla quale proteggersi, con il chiodo fisso che se per un motivo o per un altro non avesse funzionato ci si sarebbe fatti male per davvero. Alla fine ci perdi e basta, dovrei dare più fiducia. Ma questo è il mio tallone d’Achille, perché mi fido poco e questo mi ha spesso impedito di accogliere nel modo giusto chi alla fine non voleva altro che condividere qualcosa, romanticamente parlando.

 

Per quanto riguarda il sound c’è stato un bellissimo sviluppo decisamente interessante. Ci racconti il tuo connubio artistico con Niagara e Polare? Come avete strutturato il sound?

Ci siamo conosciuti nell’estate del 2019. Paolo è amico di amici e mi ha presentato Gabriele, io ero alla ricerca di un produttore e da lì le cose si sono sviluppate in modo abbastanza naturale. Abbiamo iniziato a scrivere insieme, io portavo in studio del materiale e ci rimettevamo mano. Filtriamo molto le idee e ci capita spesso di tornare sulle produzioni per rifinirle. Di una delle canzoni dell’EP, per esempio, abbiamo fatto tre versioni, ci abbiamo lavorato da ottobre a gennaio per poi lasciarla in standby e risentirla a mente fresca, concentrandoci nel frattempo su una nuova. Io nel frattempo avevo scritto “Come quando esce il sole”, che divenne subito quella nuova.

Alla base del nuovo sound c’è il mix di generi che portiamo in studio, veniamo tutti da background musicali diversissimi e questo influenza il modo in cui suonano le nuove canzoni.

 

 

Se dovessi scegliere un libro, un film e un colore da accostare al tuo singolo, quali sceglieresti?

Libro: Non mi è capitato di leggere un libro che rifletta completamente il messaggio di questa canzone, forse qualcosa di Kundera si avvicina un po’ all’argomento.

Film: Se mi lasci ti cancello.

Colore: Rosso.

 

Tre album che ti hanno cambiato la vita e perché.

“Bullet in a Bible”. È stato il primo album che ho ascoltato ed il motivo per cui ho iniziato a suonare la chitarra.

“X&Y”. Mi arriva tantissimo e mi ispira ancora dopo quindici anni.

“Appetite for Destruction”. Tra gli album che più si avvicinano alla perfezione secondo me.

 

Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai un album in programma?

Abbiamo in programma un EP, uscirà nel 2020 e sarà di cinque/sei tracce. Tre sono già scritte.

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