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Quando ho incontrato TGP: Monorene

“Tutti i miei brani parlano di fatti realmente accaduti nella mia vita.”

Intervista a cura di Giorgia Groccia

Giovanni Marco Cannone è Monorene. Di nome e di fatto. Nasce nell’assolata Puglia, gemello ma di segno Capricorno. Dapprima “delizia” dei genitori, diventa “croce” quando a sei anni capisce che quel pianoforte nel salottino di casa emette suoni che, all’epoca, sembravano provenire da un altro pianeta. Pertanto, la famiglia decide di portarlo in una accademia privata e fare le cose per bene. Comincia a studiare pianoforte classico e in seguito si avvicina a generi musicali contemporanei accostandoli al canto. Entra in Conservatorio che lascia dopo un anno, e al posto della camicia bianca ne indossa una gialla di una band pugliese attiva ancora oggi nel territorio. In giro per locali ha la possibilità di maturare una passione che congiunge talento e “divertentismo” da mostrare sul palco, arrivando quindi alla conclusione di poter sviluppare un progetto da solista fuori dalla propria comfort zone. In quegli anni ha avuto anche esperienze televisive, legate a performance da corista in Rai e, soprattutto, a Sanremo. Giunge a Roma nel 2019, scegliendo la metropoli in quanto capitale del filone ormai plasmato e affermato quale la scena Indie, avvicinandosi al genere ripercorrendone i luoghi e le sonorità. Il primo singolo da lui pubblicato è Nostalgico.

 

 

Monorene è uno dei tanti, ma non per questo come tutti.

 

Raccontaci di com’è nata NOSTALGICO.

Prima di parlare di Nostalgico, colgo l’occasione per specificare che tutti i miei brani parlano di fatti realmente accaduti nella mia vita. Pertanto Nostalgico nasce da una relazione che ho avuto qualche tempo fa, da un amore iniziato e finito che dura attraverso ricordi, sensazioni e capelli lasciati sul sedile dell’auto. E, soprattutto, rimpianti per quello che sarebbe potuto esserci se tutto fosse andato diversamente, e nostalgia di ciò che è accaduto. Do voce a questa condizione, sfruttando una sonorità che si contrappone al testo rendendolo un brano fresco e dinamico.

 

Quali brani ti hanno accompagnato all’interno della tua crescita artistica?

Per quanto riguarda la mia crescita artistica, posso dire che è un connubio di esperienze e gusti personali. Ho avuto molte esperienze per quanto riguarda la musica dal vivo, suonando e cantando brani le cui sonorità andavano dal funky al cantautorato italiano, dall’elettronica al reggaeton e ancora dal r&b al neosoul. Per quanto riguarda la musica che ascolto da solo in cuffia, posso fare svariati nomi che percorrono musica internazionale e locale, come Jordan Rakei, Tom Misch, Anderson Paak, Frah Quintale, Willie Peyote e tanti altri. Non voglio parlare di brani nello specifico, dato che gli artisti che ho nominato sono coerenti con ogni pezzo che compongono a livello di sound e testi, quindi il solo nominarli fa capire a cosa mi riferisco.

 

 

I primi tre album che ti vengono in mente. 

Lungolinea di Frah Quintale, Malibu di Anderson Paak e Geography di Tom Misch.

 

Qual è stato il processo che ha subito il tuo sound? 

All’inizio di un altro mio progetto solista ho sfruttato sonorità pop, buttandomi più su un prodotto “commerciale”. Ero più giovane, ero agli inizi e lo scenario musicale che mi si parava davanti era totalmente diverso da quello che invece mi ritrovo oggi. Mi sono trasferito a Roma l’anno scorso, e grazie a questo cambiamento di luogo e prospettive, ho avuto modo di osare e modificare il mio sound in base al mio personale gusto, e non per creare un prodotto da vendere. E’ stata innanzitutto una crescita interiore, sentire più quello che avevo dentro e non solo le “influenze” da fuori: ora come ora non mi sento di dire che scrivo e compongo per vendere. Lo faccio per stare bene, per dare spazio alla mia musica e fare quello che mi piace, senza sottostare ad alcuna politica commerciale e sociale. Ovviamente per un artista è importante seguire la “wave”, ma quando maturi il tuo personale stile e ci credi in quello che fai, diventa più facile convincere gli altri che stai facendo la cosa giusta. E il resto vien da se.

 

Progetti futuri? 

L’unica cosa sicura che posso dire, seppur ancora vaga, è che tra qualche mese uscirà il mio secondo brano. Non voglio parlare di album perché preferisco andare piano, giocarmi tutte le carte possibili con i giusti tempi. Ciò non vuol dire che non abbia altre canzoni pronte.

 

 

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