Sign up with your email address to be the first to know about new products, VIP offers, blog features & more.
[mc4wp_form id="4890"]
Zapisz Zapisz

Quando ho incontrato TGP: Occhiopigro & Charlie Fuzz

“Il brano nasce con l’idea di fotografare quell’istante, il momento in cui si perde qualcosa di grande e importante, quando muore una storia.”

Intervista a cura di Giorgia Groccia

Senso d’Orientamento, fuori il 10 aprile su tutti i digital store, è un brano nato dal connubio artistico tra Occhiopigro e Charlie Fuzz.

La traccia descrive quel particolare momento della vita comune a tutti gli esseri umani. Quando una storia finisce lascia dentro troppe domande, poche risposte; le immagini di viaggi, tra montagne e mari, trattengono al loro interno un’unica universale sensazione: il sentirsi persi. Così Marco Urbinelli, in arte Occhiopigro, ha voluto immortalare il tutto, sentendosi, durante la composizione del brano, perso e piccolo di fronte ad una nuova vita tutta da capire.

La forza e specialmente la chiave di lettura del testo sono la consapevolezza di voler ridere e vivere “quel momento” come fosse qualcosa di leggero, un’opportunità per scoprirsi più belli di come ci si sentiva. Da qui la melodia scanzonata e una caricaturale rappresentazione della scia di ricordi modellati tramite diversi frame grotteschi, spensierati, splendidamente ricuciti con semplicità e autoironia.

Senso d’Orientamento nasce con l’idea di trovare qualcosa di bello in una situazione disastrosa, durante il letargo alcolico in pomeriggi passati a suonare con il mio amico e collaboratore artistico di quel periodo (Enrico Gismundi), ideatore del giro di basso che ha ispirato l’evoluzione musicale del brano” ammette l’autore, che decide in seguito di condividere il viaggio verso la “guarigione” con Charlie Fuzz, creando appunto un binomio vincente.

 

 

Abbiamo chiacchierato con loro, eccone il risultato:

Il vostro singolo “Senso d’orientamento” è una ballata ironica utile a sopperire un sentimento di mancanza che nasce quando muore una storia. Raccontateci la genesi del brano.

OP: Il brano nasce con l’idea di fotografare quell’istante, il momento in cui si perde qualcosa di grande e importante, quando muore una storia. La spinta nel buttare giù le prime strofe, le prime melodie era mossa quindi da qualcosa di “sofferente” ma non poteva essere così. I primi accordi sul synth impressi d’istinto hanno poi dato al brano la spinta che mancava, un gusto più simile al desiderio di prendere di un momento così complesso la parte migliore, la parte in cui ad una fine si associa un fantastico nuovo inizio.

Il resto è stato semplice, la melodia e le ritmiche ironiche hanno da subito caratterizzato l’idea di partenza, e la chiave di visione finale per me è un risultato che suona un po’ come un inno: prendiamo quello che di bello ci siamo lasciati alle spalle, e usiamolo per creare la strada migliore sulla quale continuare a correre.

 

Da quali brani /artisti avete tratto ispirazione per scrivere la vostra precedente musica? 

CF: Risulteremmo un po’ banali col dire che la nostra ispirazione è tutto ciò che ci circonda, però effettivamente è così.

Non sono solo gli artisti e la musica ad ispirarci, è anche e soprattutto quello che viviamo che ci fa prendere carta, penna e un registratore per fotografare quel momento.

Musicalmente parlando, Marco (Occhiopigro) viene da un passato e presente non solo electro, fatto di DaftPunk, deadmau5 e tanti altri ma ad esempio è stato il mio batterista e continua ad esserlo per altre band decisamente più rock.

Il mio mondo artistico invece è quello dell’indie anglosassone e del punk rock, da qualche anno ho iniziato a capire e apprezzare anche il nostro cantautorato. Uno, fra tutti, che apprezzo particolarmente è Enzo Carella.

Veniamo anche da due posti diversi: io sono di Ceccano (prov. di Frosinone) e lui di Latina, questo ha indirettamente fatto sì che entrassimo in mondi a noi sconosciuti ed è stata la cosa più divertente di tutte che ci ha permesso di sperimentare ancora più liberamente.

 

 

In che momento della vita avete deciso di scrivere canzoni? 

OP: E’ stato un processo naturale, ho quaderni di quando avevo 9-10 anni con decine di testi, divisi per album, con stabilito il tipo di promozione, tour e partecipazione ad eventi. Insomma non è stata una vera decisione, e come se lo avessi fatto da sempre e con il tempo, con lo studio della musica, il cerchio si è chiuso.

 

Se dovessi scegliere un altro periodo storico che non sia questo per fare musica, quale scegliereste? 

CF: Sceglierei intanto di recuperare alcuni anni “di stop”, per poter re-impiegare quel tempo in studio e sperare di essere oggi nell’olimpo dell’itPop insieme a quelli che già ci sono, con Occhiopigro compreso tra i Big, ovviamente.

Quindi a occhio e croce direi primi anni 10 e la accendiamo.

 

Progetti futuri?

OP: È in cantiere un nuovo singolo che dovrebbe vedere la luce per giugno, e a seguire un altro ancora. Parallelamente sto iniziando a lavorare sul nuovo format live, ho chiuso quello che mi ha visto impegnato tra il 2018 e 2019 e ora ho voglia di ritrovare un nuovo set e nuove collaborazioni. Per cui il più grande progetto futuro è quello di proporre le nuove produzioni nelle mie serate.

 

CF: Quando sarà terminata la quarantena, riprenderò le registrazioni che avevamo iniziato con i “miei” Caraibi.

Abbiamo lasciato il lavoro a metà e non vedo l’ora di tornare a completarlo, ci stiamo lavorando con Megha che è un artista che ammiro ed è anche un mio caro amico con il quale collaboro da diversi anni.

Io e Marco però, insieme a Luca e Matteo, continuiamo a collaborare per la Povery Dischy, che è una piccola etichetta che abbiamo messo su da qualche mese.

No Comments Yet.

What do you think?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *