“Guardandomi attorno ho pensato che potevo proporle a una tipa qualsiasi, ma non veramente, solo nella mia testa.”
Intervista a cura di Davide Lucarelli
Vodkaredbull è il secondo singolo di Piro, il nuovo progetto cantautorale indipendente del romano Aberto Piromallo, uscito lo scorso 21 maggio su tutti i digital store.
Vodkaredbull racconta uno spaccato di vita di molti ragazzi, quei ragazzi un po’ timidi e sognatori, ai quali accade più volte di fantasticare di avvicinarsi alla bellissima ragazza che balla a centro pista, immaginandosi chissà quali avventure notturne e progetti di vita, sorseggiando il cocktail, che sarà poi l’unica sua vera conoscenza della serata.
Abbiamo scambiato qualche battuta, che trovate qui sotto, con Piro.
Ciao Piro! Ci racconti un po’ il tuo progetto? Come è nato e come poi si è evoluto fino ad oggi?
Ciao a voi! Il progetto nasce in prima battuta dalla mia voglia di scrivere canzoni. Precedentemente ero più legato all’uso delle chitarre elettriche, poi un giorno mi sono guardato attorno e ho capito che la loro presenza nel cantuautorato era un po’ meno massiccia rispetto a come l’avevo intesa fino a quel momento e nessun altro cercava di fare i nuovi Formula 3. Sicuramente questo l’ho capito in ritardo, ma sentivo comunque la necessità di dare un nuovo vestito alle prossime canzoni.
Con il mio gruppo, gli ELLEPPì, ci eravamo un po’ arenati dopo aver fatto un disco dallo stile un po’ troppo indietro nel tempo e non eravamo tutti d’accordo sulle nuove canzoni che io proponevo.
Questi brani si sono accumulati negli anni e sono stati selezionati e rimaneggiati, per poi confluire in questo mio progetto solista.
“Vodkaredbull” è il tuo secondo singolo. Ci racconti come e quando è nato?
Tornavo da una vacanza fatta da solo e stavo appuntando sul telefono un po’ di esperienze fatte, così per passare il tempo. Piano piano ho iniziato a metterle in metrica, sceglierne solo alcune, altre inventarle.
L’espediente del vodka redbull sul ritornello ha poi fatto da legante.
Ma ancora mi mancava l’idea narrativa che mi avrebbe consentito di sciorinare quella lista di cose.
Guardandomi attorno ho pensato che potevo proporle a una tipa qualsiasi, ma non veramente, solo nella mia testa.
Qual è la relazione di “Vodkaredbull” con la tua prima uscita “La Donna del Futuro”?
Sicuramente sono le due canzoni più ritmate e ballabili che potevo far uscire.
Sono entrambe ricolme di synth, forse nell’ultima con richiami più agli anni ‘90, nella prima più agli anni ‘80.
Se penso che il mondo di quello che oggi chiamano indie, che è il mondo con cui poi si sarebbero ritrovate, tende a prediligere andamenti e testi più tristi, forse ho fatto una cazzata.
Però non ho saputo resistere. Avrei voluto almeno intervallarle con un altro singolo più tranquillo, che invece uscirà per terzo dopo l’estate.
Il videoclip del brano, nonostante sia evidentemente figlio del lockdown, è molto interessante e divertente. Come è venuta l’idea dei questo video e come poi l’avete messa in pratica?
Non si hanno molte possibilità creative per la sceneggiatura di un videoclip in quella situazione, però Franco Diana ha tirato fuori quest’idea che funzionava ed era anche simpatica. L’ho aiutato a cercare persone che si prestassero a questa cosa, non è stato facile spiegare a ciascuno cosa dovesse fare. Come poi i diversi filmati si sarebbero legati tra loro alla fine, lo sapeva solo lui.
In questo momento, noi di Tutti Giù Parterre siamo particolarmente feriti emotivamente dalla mancanza dei concerti dal vivo. Per piangere insieme che ne dici di raccontarci un concerto (può essere sia tuo che di qualcun altro) che ti è rimasto particolarmente impresso nel cuore?
Non sono ancora riuscito a portare live queste nuove canzoni, i concertini previsti finora sono stati purtroppo cancellati. Perciò ricorderò per voi di quando sono andato a vedere Roger Waters allo Stadio Olimpico nel 2013, quando rifece tutto The Wall. Riuscire a vedere un’opera così completa anche visivamente, dopo tutti quegli anni dalla sua creazione, con tanto di elicottero, maiale volanti, muro da abbattere, è una fortuna! Peccato che alla chitarra non c’era Gilmour, ma non si può avere tutto dalla vita.
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