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Quando ho incontrato TGP: The Unikorni

“La plastica può avere tutti i colori e può essere trasparente.”

Intervista a cura di Davide Lucarelli

The Unikorni è un progetto in bilico tra il punk rock e il pop nato dall’incontro dsel cantante e produttore Fabrizio Pan (Melody Fall) con la batterista Giorgia

Lo scorso 5 giugno è uscito il loro primo singolo, Latte Color Plastica, per Pan Music Productions, che annuncia l’avvento del primo album pervisto per il prossimo autunno.

 

 

Abbiamo avuto la possibilità di far loro qualche domanda, ecco cosa ci hanno detto.

 

Ciao! Siete da poco usciti allo scoperto con il vostro primo singolo, che ne dite di raccontarci un po’ come è iniziato tutto e come il progetto ha preso forma?

Ciao Ragazzi, qui Fabri. Prima di tutto grazie mille per l’intervista!
I THE UNIKORNI nascono da una mia idea, sogno nascosto, di creare un duo Grunge Rock. Dopo aver suonato anni con i Melody Fall, un Sanremo in mezzo nel 2008 e molti tour in giro per il mondo, mi sono messo alla ricerca di una batterista.
Un’impresa molto più difficile di quello che credevo.
Per fortuna, quasi per caso, ho incontrato Giorgia al Pan Music Fest (Festival della mia etichetta discografica Indipendente Pan Music Production).
Subito ci siamo trovati bene e ci siamo messi sotto ad arrangiare diversi brani che avevo in mente.
E’ stato tutto molto naturale.

 

“Latte color plastica” è il titolo del primo singolo… Titolo singolare. Come vi è venuto in mente e… qual è il colore della plastica?

Nessuno, e tutti. La plastica può avere tutti i colori e può essere trasparente.
La canzone parla di una di quelle furiose litigate che si hanno ad inizio relazione quando entrambi sono molto presi ma hanno paura di lasciarsi andare. Nel testo c’è una frase che dice : Per Amore sai mi sporcherei del tuo Latte Color Plastica. Significa che potrei sporcarmi di qualsiasi cosa, qualsiasi colore, basta che sia il tuo… per amore…

 

Il vostro suono è un bel rock deciso, di quelli che scuotono e percuotono. Cosa pensate della scena rock italiana di questi tempi, ora che il calderone dell’indie include praticamente ogni genere?

Manca. Le chitarre distorte mancano. Il rock più pesante manca. Ed è strano pensare che solo 10 anni fa non era così. Credo che sia ciclico… probabilmente tornerà il mood più rock, grungioso, con i chitarroni, perchè è da tantissimo tempo che una band così non raggiunge una posizione Mainstream in italia… mentre all’estero le band con i chitarroni non mancano.

 

So che è in lavorazione un album… siccome per queste cose sono come un vecchio al cantiere, ci volete raccontare qualche aneddoto legato alla lavorazione in studio del disco?

Beh la cosa più interessante per me è che stiamo registrando in presa diretta, cioè suonando praticamente dal vivo. Questo perchè vogliamo che le canzoni siano vive, rallentino, accellerino, senza essere legate ad un metronomo.
Faccio il produttore da 5 anni e non ricordo altre volte in cui un artista ha voluto registrare così… per questo ho deciso di farlo, mi interessava capire cosa sarebbe successo ad essere totalmente liberi durante la registrazione.
Vedremo quale sarà il risultato finale.

 

Terminiamo con una domanda sui live. Si sta piano piano tornando alla musica dal vivo, con delle restrizioni però, che rendono i concerti molto diversi da quelli di un tempo. Ecco, per fare i nostalgici, vi va di raccontarci un concerto a cui avete assistito e che vi è particolarmente rimasto nel cuore?

Sicuramente il concerto di Jack White a Lione nel 2018. E’ stato fantastico. Lui è un artista che insieme ai The White Stripes ci ha influenzato molto.
Speriamo che queste restrizioni finiscano a breve, non vediamo l’ora di salire su un palco.

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