Esce martedì 29 novembre 2022 in distribuzione Artist First il singolo di debutto di Ivandal titolo “Come Beethoven“. Un nuovo capitolo che si inserisce nella scena underground milanese, un nuovo progetto, quello del cantautore atipico Ivan Sossan, che ci regala un brano per chi ama le feste malinconiche e le serate in cui “ci dobbiamo spaccare“. Il brano racconta dunque in maniera autoironica la generazione di fine anni ’80 e inizio ’90, ormai disincantata e disillusa e sempre meno al passo coi tempi.
Lo abbiamo intervistato, e gli abbiamo chiesto un po’ di tutto, a partire dal suo nome. Ecco com’è andata!
- Come mai hai scelto di chiamarti semplicemente “Ivan” all’inizio di questa tua nuova avventura musicale? La scelta di chiamarmi solo ivan è stata dettata dalla spontaneità. Ho preferito non inventare un soprannome da zero solo per colpire, visto che non ne ho mai avuto uno con cui la gente mi chiamasse. È una scelta verso l’essere diretti e senza troppi fronzoli. Poi i nomi belli che mi piacevano tipo Jim morrison o Gianni Morandi erano già finiti…
- E a proposito della generazione di chi è nato a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, quali ascolti di quel periodo ritieni fondamentali? Sicuramente al primo posto metto i radiohead con gli album “the bends” e “Ok Computer”..poi Nirvana, Soundgarden, gli u2 di “zooropa”. In Italia al primo posto metto i Bluvertigo, Timoria, afterhours, Subsonica, Elio e sicuramente i Verdena.
- Come è nato il brano di “Come Beethoven” e che ruolo ha avuto il Blap Studio e di Giuseppe Ferdinando Zito? Come Beethoven è nato di getto durante un aperitivo col mio amico Ale che viene citato nel brano. Testo, melodia, sono tutto frutto di un paio di spritz compari. Nel Blap Studio ho registrato il brano dove Antonio Polidoro mi ha aiutato tantissimo oltre che per le registrazioni anche per le batteries che sono suonate da lui. Lo considero un grande amico per come mi ha accolto e aiutato. Lo stesso vale per Giuseppe Ferdinando Zito che oltre a essere il mio insegnante di canto ha le vedi di produttore artistico e ha avuto la capacitá di farmi prendere una direzione definita. Anche lui va oltre il rapporto professionale ed è un mio grande amico ora.
- E qual è la storia della copertina che hai scelto per accompagnare il pezzo? La copertina è stata disegnata dal mio amico Ale, appunto. Beethoven appare con un cocktail in una veste dissacrante e, spero, divertente.
- Programmi per Capodanno? Quest’anno punto a un Capodanno tranquillo senza troppe “mattate” ma vi aggiorneró l’anno prossimo…
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