I CABIN FEVERS nascono a Pisa nel 2014 da un primo incontro tra il cantante Rendy Terziani e il chitarrista Dario De Ruberto ma diventano una realtà solida e definitiva solo con l’ingresso nella band di Antonio Inserillo alla batteria, Valerio Sereni al basso ed Emiliano “er Biacco” Marianelli alla chitarra, tutti musicisti di lungo corso, già apprezzati sulla scena pisana oltre che amici di una vita.
Com’è nato il vostro progetto musicale?
L’idea di fare musica inedita insieme è nata dopo una jam. Dove a farla da padrona è stata l’alchimia e le sonorità sixsties. Suonammo dei brani The Black Crowes, degli Stones e ci siamo detti….”piglia bene” …”perchè non fare brani nostri esplorando questi territori”. Così abbiamo iniziato a trovarci con regolarità a casa di qualcuno o fuori in qualche parco (non avevamo ancora una sala prove) con le chitarre acustiche e sono nati i nostri primi brani. Ti racconto un fatto divertente a riguardo. Una sera pensammo bene di ritrovarci al duomo di Pisa. Mi sembra fosse giugno ed erano le 21 circa. Piazza dei miracoli era abbastanza deserta. Così ci mettemmo comodi sui gradini del duomo difronte alla Torre di Pisa a suonare e comporre ma già dopo il primo brano si era creato un capannello intorno a noi che ci applaudiva pensando stessimo facendo un concerto. Noi ovviamente ci galvanizzammo. Solo che nel giro di 3 minuti arrivarono anche i Vigili che…. insomma…giocando sul fattore ingenuità evitammo una multa salata.
Rispetto al modo di creare musica, come vi approcciate alla scrittura di un testo? come nasce un vostro brano?
La composizione nasce, prende forma e si sviluppa in sala prove. C’è molta democrazia. Diamo modo ad ognuno di sperimentare e testare le sue idee compositive e di arrangiamento. Come se piantassimo dei semi che poi gradualmente maturano. Senza ansie di dover chiudere il brano o di dimostrare qualcosa. Quando ci prende bene vuol dire che è pronto. Sui testi invece se ne occupa Rendy (il cantante) e spesso ci proietta aspetti o riflessioni della sua quotidianità.
Parlateci del vostro nuovo brano/album, cosa vi ha ispirato?*
Jump In Now è un brano di Izzy Stradlin. Per noi un punto di riferimento soprattutto la sua produzione musicale dopo i Guns N Roses. L’idea di registrare e pubblicare questo brano (che comunque è una cover anche se riarrangiata e fatta nostra) dipende dal fatto che da un lato volevamo omaggiare un artista di riferimento per la band, dall’altro però volevamo anche presentare e promuovere la band all’interno delle community legate al mondo Guns N Roses. Credo che in parte ci siamo anche riusciti. In Argentina abbiamo avuto una risposta impressionante che non ci aspettavamo ovviamente.
Quali sono le influenze musicali? Quali artisti di riferimento?
Fra tutti ascoltiamo veramente un sacco di cose e anche di generi diversi. Siamo dei veri e propri divoratori di musica. Per sintesi le principali e commerciali influenze legate al sound della band sono: I Black Crowes, Rolling Stones, Ju Ju Hounds, Blackberry Smoke.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Il 10 giugno uscirà il nostro nuovo singolo “On n’On to fool me” dal punto di vista delle uscite discografiche continueremo così ancora per un po. Pubblicheremo e promuoveremo un singolo ogni tre mesi circa. Nel frattempo ci stiamo organizzando per suonare live. Cercheremo di portare la nostra musica in contesti dove c’è un pubblico. Che sia una strada, un aperibar, un club, un centro sociale, un festival, non ha importanza. Cercheremo di andare dove c’è un pubblico. Alla fine quello che ci interessa è avere un pubblico che ci ascolta.
What do you think?