Kamahatma è nato a Milano e cresciuto in provincia di Novara, presenta il suo primo EP autoprodotto e distribuito da Believe Music. “Immobile” parla della labirintica provincia, dove tutto cambia e rimane uguale. Un viaggio che racchiude 4 anni di scrittura e affronta varie tematiche con un paradosso di fondo: la critica si mescola ad elogio, il cinismo si mixa con l’empatia, cercando di analizzare i pro e i contro della monotona vita di provincia, senza riuscire a darsi una vera risposta.
Ciao Kamahatma, grazie per averci proposto il tuo ep Immobile. È curioso come il nome che hai scelto è una sorta di paradosso con il tipo di copertina che hai deciso di usare per questo Ep.
Ci spieghi un po questa scelta? Forse un po ironica e voluta?
È esattamente quello che volevo comunicare. “Immobile” è di fatto un viaggio tra tutti i paradossi della provincia, la periferia d’Italia, dove il brutto diventa bello; dove la monotonia diventa routine; dove tutto è “Immobile” , ma tanti ragazzi hanno voglia di correre e di muoversi.
Ci son voluti quasi 4 anni per tirare fuori dalla tua penna e dalla tua testa i brani contenuti nell’ep. Ci descriveresti in un aggettivo ogni brano?
1- Boy Scout è orchestrale. Una delle produzioni più complicate dell’ep. Con un ritornello che apre molto.
2 – Canoa è fuggitiva. Rompere una chitarra e farne una canoa per poter andare più lontano possibile.
3- Saletta fumo è claustrofobica. Parla della pausa sigaretta in azienda: un momento di condivisione forzata sul luogo di lavoro, dove si sentono i discorsi più assurdi.
4- Ohmmioddio (x2) è rancorosa. Ho pensato ad una storia iniziata male e finita peggio, in cui uno dei due si rende conto della superficialità dell’altro.
5- Schegge è saltellante: il testo è di Luigi Aquilino, e a distanza di mesi non siamo ancora riusciti a capire se è un pezzo allegro o tristissimo.
6- Rave Party è asmatica: è la prima volta che lo dico, ma rave party è stata composta & cantata ad orari improponibili della notte, dopo una sessione di sigarette infinita.
Nella traccia vocale si può sentire tutta la fatica nel raggiungere ogni nota.
Cosa ti ha ispirato in questi anni nella scrittura? Crediamo che questo Ep abbia una sua profondità, e vorremmo che fossi tu a raccontarci meglio i temi e le sfumature con i quali li hai trattati.
Il progetto “Kamahatma” nasce un po’ dalla noia di una vita in fabbrica. Ero manutentore in una azienda chimica, tornavo a casa da lavoro, prendevo sistematicamente la 12 corde e componevo. Stavo facendo una vita che non mi piaceva, e gli davo un senso mettendo tutto nero su bianco. Alcuni testi mi venivano in mente mentre ero a lavoro, registravo tutto sul telefono, e una volta a casa iniziavo a mettere giù un accordo dopo l’altro. L’ispirazione più grande è data dal posto in cui abito.In provincia la vita ha priorità e ritmi diversi che nel resto d’Italia. Il mio progetto, Kamahatma è l’unico modo per lasciarsi tutto questo alle spalle, o forse per rimanere ancorati a questi posti per sempre. Parlo di amori di provincia, speranze e sogni, con un crudo realismo sullo sfondo.
Per questo Ep, hai creato anche un progetto grafico/fotografico, ci parli della tua collaborazione?
Ogni brano dell’ep è stato trattato come un singolo: Roberta Marangon ha seguito la parte grafica del progetto con le sue foto stupende. In “Immobile” tutto è fermo tranne me, che salto, corro, cado, lancio aerei (veri e non di carta). Il tutto è stato fatto utilizzando solo scatti, senza post-produzione. Un valore aggiunto: ogni foto è una didascalia al brano.
Riuscirai a far sentire il tuo ep in giro per l’italia? Che progetti hai?
Riuscirò a far sentire il mio EP in giro per l’Italia in due modi: con concerti acustici (chitarra&violoncello) e con uno spettacolo teatrale che alterna monologhi della provincia & canzoni estratte dal mio ep.
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