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La Convalescenza ci racconta il suo ultimo singolo “Resta nostro”

Fuori da giovedì 2 dicembre un nuovo singolo firmato La Convalescenza dal titolo Resta nostro. La band alt-rock di Modena segna il proprio ritorno a due anni di distanza dopo la pubblicazione dell’EP Palafitte di creta, e lo fa con un pezzo che ancora una volta si caratterizza per il suo sound energico, oscuro, degno della band che rappresenta.
Resta nostro parla di quel posto speciale che appartiene solo a noi, dove ci si possa sentire come sdraiati sul fondale del mare, sovrastati da tonnellate di acqua che ovattano tutto ciò che ci sta intorno. Crolli pure tutto il resto, noi stiamo qui, sul fondale.

(La Convalescenza)

Scopri il brano su Spotify: https://spoti.fi/3ru3P56

 

Ciao e grazie per essere qui con noi oggi. Avete voglia di raccontarci chi siete quando non suonate? Come passate le giornate, cosa vi piace fare nel tempo libero?

Siamo tutti lavoratori che cercano di sfruttare al meglio il loro tempo libero fra musica, viaggi, aperitivi e amici. In questo momento in particolare, con la riapertura degli eventi e l’uscita del nostro nuovo singolo, la musica è quella che va per la maggiore.

 

Qual è il significato all’origine del vostro nome?

Durante la Convalescenza non sei né davvero malato né davvero guarito; però se stai così da trent’anni ti deve venire il dubbio che forse sei solo uno stronzo incazzato senza un valido motivo.

 

Quanto c’è di personale nel vostro nuovo singolo “Resta Nostro”? In che modo questo pezzo vi rappresenta?

Direi che il messaggio sia: lasciati schiacciare. Non inteso come arrenderti o fatti passare sopra, ma semplicemente se qualcosa sembra gravarti addosso così tanto, smettila di opporti.

Magari se il peso lo accogli potresti accorgerti che alla fine non era così insostenibile, anzi, forse ti ricorda come si sta con i piedi ben piantati per terra. Basta avere un buon disco nelle orecchie.

Ci rappresenta perché volevamo portarvi 3 minuti sul fondale con noi e dirvi che non va tutto bene sempre ed è giusto che sia così.

 

Come è stato il lavoro in fase di produzione?

Ci siamo dovuti adattare alle regole imposte dalla pandemia, quindi ognuno da un paio di anni a questa parte lavora a casa nel suo home studio.

Luca (chitarra e penna) butta giù una struttura iniziale, poi passa il file a Kikko (batteria), che passa al prossimo e così via.

Il tutto poi va alle sapienti mani di Federico Ascari, il nostro produttore.

 

Che cosa ne pensate dei talent-show? Avete mai pensato di prendervi parte?

Non ci abbiamo mai pensato in realtà, ma non perché li disprezziamo o li si ritenga inutili, semplicemente ora il nostro posto nel mondo è nei localini dove si suda e si può urlare la propria musica.

 

A quando un prossimo disco?

Speriamo mai ahahah.

Scherzi a parte, al momento abbiamo registrato alcuni singoli e ci è talmente piaciuta la sensazione di lavorare ad ogni canzone come se fosse un piccolo mondo a sé stante, che al momento non sentiamo il bisogno di fare album.

Magari presto cambieremo idea, ma al momento ci godiamo appieno questo periodo.

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